Winning Ugly: vincere ‘sporco’ con Brad Gilbert

Se non ti riesce di vincere un match o se non ne vinci comunque quanti ne vorresti, l’unico consiglio che posso darti è “fai come Brad, Vinci Sporco!”

Per me “vincere sporco” significa capire come fare a vincere anche se non si sta giocando al meglio. Quando le cose non ti riescono come al solito, bisogna fare qualcosa di più che non semplicemente colpire la palla. Questa è una delle cose più importanti che mi ha insegnato Brad: come trovare la maniera alternativa di vincere quando è necessario. Andre Agassi Winning Ugly. Winning Ugly è il sogno di ogni giocatore.

Il libro di Brad Gilbert, ex top 10 ed allenatore di Andre Agassi, sta a metà strada fra un libro di ricordi, che Gilbert ha vividi nella sua mente come se li stesse vivendo adesso, e un prontuario per il tennista che affronta partite di medio livello. Il lettore è letteralmente guidato e catapultato facendo un salto indietro nella storia del tennis nei match storici che Gilbert ha vissuto sia da giocatore sia da allenatore. Si conoscono da vicino le personalità tennistiche di Becker o Connor o McEnroe, Chang o Courier per non parlare del grande Agassi, e di Pete Sampras. Raccontando dei match combattuti contro ognuno di questi giocatori Gilbert spiega come affrontare ogni determinata personalità tennistica e propone spiegazioni tattiche e atteggiamenti mentali generalmente trascurati dai più per troppa foga agonistica o forse solo perché non abituati a pensare in campo.

Vincere, vincere, divertirsi e vincere. Purtroppo però le cose spesso non vanno così, soprattutto per quelli che Gilbert chiama “i giocatori di club”; questo perché il giocatore medio, generalmente innamorato del tennis, prova gioia solo per il fatto di trovarsi su un campo e spesso dimentica che vincere è lo scopo ultimo del tennis, o meglio, se ne ricorda troppo tardi, quando cioè comincia a essere sotto col punteggio. E questa è solo una delle possibili motivazioni della sconfitta, perché il tennis è uno sport talmente complesso che basta un minimo calo di concentrazione, provocato magari da una personalità rissosa come quella di McEnroe, un irrigidimento muscolare dovuto al freddo, una chiamata sbagliata da parte dell’avversario o dell’arbitro, magari (sempre!)in un punto-chiave del match, che tutto il tuo gioco crolla come un castello di carte, non riesci più a giocare una palla buona, fioccano i gratuiti e ti ritrovi solo a cercare di recuperare una possibile anzi sempre più probabile sconfitta.

Il libro di Gilbert vuole essere l’ancora a cui aggrapparsi quando tutto sembra girare storto. Infatti nelle cose della vita quando le cose vanno storte c’è sempre una motivazione, e Gilbert attraverso racconti personali ed esempi ti porta a capire che il tennis non è uno sport da giocare in modo casuale. Niente nel tennis è casuale, dall’esecuzione dei colpi, alla preparazione fisica, alla preparazione del borsone, ma la cosa più importante di tutte è la preparazione mentale al match, lo studio approfondito dell’avversario e della sua tattica, l’intuizione dei punti deboli e lo studio di una strategia per far girare i giochi a proprio vantaggio. Winning Ugly si propone come una guida contro le varie tipologie di giocatore. C’è il giocatore regolarista contro il quale diventa più facile vincere spezzandogli il gioco e, per esempio, venendo a rete o costringendo lui a venire a rete per poi passarlo in vari modi. C’è il giocatore “serve’n’volley”, che Gilbert esemplifica con Ivanisevic, Edberg o McEnroe, che ti confonde con la sua fisicità a rete oltre a piazzare vincenti a raffica. Gilbert suggerisce di eliminare l’avversario dal proprio campo visivo e di concentrarsi sul colpo e sulla palla, oppure di giocare una risposta al servizio morbida, in quanto più difficile da gestire con la volée. Non ultima chance quella di tirargli addosso (per poi ovviamente scusarsi !!). In questo modo, dice Brad, il giocatore serve’n’volley perderà un po’ della sua sicurezza a rete non sapendo cosa aspettarsi.

Ci sono poi le varie strategie da adottare contro i mancini. Il mancino infatti ha ovviamente alcuni vantaggi, ma contrariamente a ciò che si crede, solo alcuni, e uno di questi è che i punti decisivi (ad esempio nei vantaggi) si giocano da sinistra, poi dice Gilbert gioca abbastanza il fattore psicologico che porta molti giocatori ad impensierirsi nei match contro i mancini. Il servizio mancino da sinistra per esempio, che nella migliore delle ipotesi ti sbatte fuori dal campo, secondo Gilbert va aspettato a metà del corridoio per farsi giocare di più sul dritto o comunque disturbare il gioco avversario. Per il resto si gioca ad armi pari infatti sulla diagonale di dritto è il giocatore destrorsi ad avere la meglio, infatti il mancino è costretto a giocare sul suo rovescio e giocando un lob al mancino sul lungo linea di sinistra egli potrà fare solo una volée alta di rovescio e non uno smash! Per il resto Brad Gilbert si prodiga in consigli per ogni evenienza: se il servizio avversario è troppo forte dice di aspettarlo dietro la riga e poi entrare in campo e anticiparlo; dice di costringere il proprio avversario a cambiare gioco, di disturbarlo nella sua routine di giocatore. Una buona parte del libro è dedicata all’attenzione al punteggio. Ci sono secondo Gilbert dei punti chiave in un match, diversi da quelli canonici considerati importanti, come i game points, set e match points, ma dei punti preparatori di solito trascurati che servono a garantire il vantaggio alla fine. Spiega come garantirsi un vantaggio e come aumentarlo, come comportarsi e uscire vittoriosi nel tie break.

Brad Gilbert non aveva sicuramente lo scopo, scrivendo questo libro, di far sognare i giocatori di tennis, ma probabilmente è questa la chiave del successo ventennale del libro. Stare in partita, attenzione a 1000, concentrazione su ogni colpo, studiare i punti deboli dell’avversario e costringerlo a giocarli contro i tuoi più forti. Fai giocare al tuo avversario i suoi punti più deboli contro i tuoi punti più forti. Questo è ciò che io chiamo un sogno, come immagino la maggior parte dei tennisti non professionisti.

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