Agnieszka Radwanska: una regina senza trono

L'eliminazione agli ottavi di finale nel torneo di Hong Kong fa calare il sipario sulla brutta stagione di Agnieszka Radwanska, che tra cambi di racchette ed infortuni ha fallito ancora una volta il tanto atteso salto di qualità.

Agnieszka Radwanska è uno dei profili più interessanti del circuito WTA, una di quelle giocatrici di cui sentiremo fortemente la mancanza quando decidera’ di dire basta al tennis giocato. E non perchè il suo nome lo si trova scritto negli albi d’oro degli Slam (almeno non ancora) ma perchè è dotata di un tennis raro da vedere in un circuito di picchiatrici e di una personalità altrettanto singolare, distante dal mondo di starlette e modelle mancate che la WTA ci offre da una ventina di anni.

DA SEMPRE CONTROCORRENTE Polacca di Cracovia, dove è nata nel marzo di 28 anni fa, Agnieszka sa non essere mai banale in tutto quello che fa a partire dal talento che esprime in campo. Dotata di un’intelligenza tattica fuori dal comune, di un tocco delicato che la rende micidiale nel gioco a rete, le smorzate sono la sua specialità.

Non le manca nemmeno l’avvenenza per fare la modella, al pari di tante sue colleghe ma anche in quel contesto è uscita fuori dagli schemi, come quando nel 2013 posò nuda per una rivista di salute e benessere, facendo imbestialire l’associazione cattolica dov’era iscritta (Crociata dei giovani) che la punì con tanto di espulsione.

La tennista polacca è da sempre orgogliosa della sua fede cristiana di cui è brillante testimone: praticante dichiarata si fece portavoce del movimento “non mi vergogno di Gesu’”.

copertina

LE TANTE OCCASIONI MANCATE, GLI INFORTUNI, LA LITE CON EISENBUD, IL MATRIMONIO Peccato che in campo di personalità ne abbia molto meno, nonostante un talento cristallino in questi anni si è vista raggiungere e scavalcare da avversarie di gran lunga meno dotate. La Radwanska è la classica eterna incompiuta, tanto da non essere mai riuscita a portare a casa un titolo Slam, impensabile per chi tratta la pallina come lei, meno se si guarda alla capacità cronica che ha di mandare all’aria le occasioni (vedi Wimbledon 2013).

Eppure la sua bacheca vanta tre Premier Mantadory e un titolo alle WTA Finals ma nei Major è riuscita solo una volta a conquistare la finale (a Wimbledon del 2012).

La stagione che si va per concludere è stata piuttosto fallimentare ed anche sfortunata. Prima il cambio di racchetta (è passata dalla Babolat alla Srixon) , che non ha pagato

costringendola dopo i pessimi risultati ( 2 vittorie in 2 mesi) a ritornare al vecchio sponsor, poi l’infortunio al piede che l’ha tenuta fuori a Roma e Madrid e le ha condizionato anche il Roland Garros.

In mezzo ci sono le polemiche con l’agente di Maria Sharapova , Max Eisenbud , che l’ ha accusata di essere una mezza giocatrice, in risposta alle sue perplessità nel concedere Wild Card ad una giocatrice squalificata per doping, ma anche il matrimonio con il fidanzato ed allenatore, il connazionale Dawid Celt.

matrimonio

PIU’ MATURA O PIU’ SPAVENTATA? I tanti bassi degli ultimi mesi l’hanno spinta quasi fuori dalle prime 20 del mondo ed hanno registrato anche una preoccupante involuzione del suo gioco. Di sicuro Agnieszka sta iniziando a sentire il peso delle tante occasioni mancate, dei successi delle colleghe meno quotate e dell’ossessione di un titolo Slam che sembra obbligo ma anche miraggio.

Chissà se la serenità sentimentale, l’esperienza degli anni che avanzano ed una maggiore integrità fisica, possano aiutarla a ripartire per risalire la china, questa volta fino in cima.

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