Bernard Tomic: quando la sregolatezza annichilisce il genio

Quando la sregolatezza annichilisce il genio. Potrebbe essere riassunta così la sia pure ancor breve carriera di Bernard Tomic. L’australiano, nato a Stoccarda da genitori croati, è il classico esempio di tennista dotato di grande talento che tuttavia non riesce a primeggiare per via di un carattere turbolento e un’attitudine all’eccesso. Per capirsi, potrebbe essere paragonato a Ernests Gulbis e Fabio Fognini, anch’essi forniti da madre natura di doti tecniche invidiabili ma con caratteri autolesionisti che non gli hanno consentito di spiccare definitivamente il volo.
g_tomic2_576x324Tomic ha tutte le carte in regola per diventare uno dei migliori tennisti in circolazione. Dall’alto dei suoi 196 centimetri ha un servizio devastante capace non solo di imprimere grande forza alla palla ma anche di piazzarla dove vuole. Nei fondamentali, sia di diritto che di rovescio, colpisce con grande naturalezza ed è in grado, quando è in vena, di prendere letteralmente a pallate l’avversario. Una prova del suo talento, Bernard l’ha data in questi giorni al torneo Atp 250 di Bogotà dove si è confermato campione a distanza di un anno, portando a casa il suo terzo titolo.
Il primo lo conquistò nel 2013 sul cemento di casa a Sidney. Ma di lui si ricorda il grande exploit a Wimbledon nel 2011, quando a soli 19 anni raggiunse i quarti di finale. Impresa riuscita prima di lui solo a McEnroe, Borg e Becker. Una stella che sarebbe destinata a brillare per molti anni, insomma, se non fosse che puntualmente l’australiano spegne il cervello e si lascia andare a qualche vizio di troppo, dimenticando che per raggiungere certi livelli è indispensabile possedere una buona dose di sacrificio, serietà e predisposizione al lavoro.
ck3-1equcaatt7n.jpg-largeLe recenti cronache ci raccontano di un Tomic finito addirittura in manette per resistenza a pubblico ufficiale dopo che gli agenti erano intervenuti a causa degli schiamazzi notturni durante un festino a base di musica e alcol organizzato nella suite di un hotel di Miami in cui alloggiava. Un rapporto, quello con le forze dell’ordine, che non è mai stato idilliaco per Bernard. Più volte, infatti, l’australiano è stato pizzicato per eccesso di velocità, guida pericolosa o “troppo sportiva”. Ma questo è niente se paragonato al caso di droga che lo ha visto coinvolto lo scorso marzo e su cui ancora non è stata fatta chiarezza. L’enfant terrible è un amante dei locali notturni ed è anche grande amico Jamie Pickering, proprietario di molti night club, nel mirino della magistratura perché considerato uno spacciatore di cocaina. Insomma, secondo una testimonianza, Bernard avrebbe confidato a una persona di essere in possesso di 50mila dollari di polvere bianca. C’è da dire che nessuna accusa e nessuna indagine è stata avviata nei confronti di Tomic, ma rimangono comunque i sospetti per le sue discutibili frequentazioni.

john-tomicnarrow-300x0 John Tomic, padre di Bernard

E poi c’è il padre di Bernard, John Tomic, personaggio tutt’altro che tranquillo e ragionevole. Di lui si ricorda l’increscioso episodio in cui aggredì e ruppe il naso con una testata a Thomas Drouet, sparring partner del figlio Bernard, che lo portarono a una condanna a 8 mesi di reclusione (poi sospesi perché incensurato).
Insomma, il povero Bernard deve fare anche i conti con un bagaglio genetico di tal fatta ed è chiaro come sia difficile per chiunque riuscire a essere un professionista a tutti gli effetti, dentro e fuori dal campo, quando hai al tuo fianco persone che in questo senso non ti aiutano.

“Nel 2015, sarò un ragazzo saggio che si concentrerà sulla sua carriera da tennis e nient’altro”, aveva detto Bernard prima dell’inizio di questa stagione. E i risultati in parte gli stanno dando ragione. Infatti, il 2015 è l’anno in cui ha raggiunto il best ranking: a giugno ha raggiunto la posizione numero 24 del mondo. Ma questo non può bastare e i continui episodi spiacevoli fuori dal campo non fanno altro che mettere in dubbio la sua maturità e credibilità.

Tomic, insieme con il padre, è anche ai ferri corti con la Federazione australiana e con il capitano Pat Rafter . Questi ultimi, prima lo hanno estromesso dai quarti di finale di Davis contro il Kazakistan, per aver rivolto un duro attacco nei confronti del coach australiano, e poi hanno tagliato i finanziamenti alla famiglia Tomic (la sorella Sara è anche una tennista): “È stata una quantità di denaro incredibile quella che è stata investita sui Tomic, una quantità pazzesca – così ha giustificato la decisione il direttore tecnico Rafter – Non abbiamo più voglia di tollerare il comportamento di suo padre John e, in generale, dei genitori dei tennisti che criticano qualunque cosa stiamo cercando di fare”.

1415344224280 Pat Rafter

Ad ogni modo, negli ultimi giorni la Federazione australiana ha provato a tendere una mano al figliol prodigo proponendo una tregua in vista dell’importante semifinale di Davis contro la Gran Bretagna in programma a settembre. Proposta di tregua rispedita al mittente dal giovane talento che non ha ancora digerito l’estromissione dai quarti di finale e il taglio ai finanziamenti che coinvolge anche sua sorella.

A ottobre Bernard compirà 23 anni ed è giunto davvero il momento di dimostrare quella maturità mai venuta fuori. Prima di sconfiggere chiunque in campo, dovrà fare l’impresa di sconfiggere il suo principale avversario: se stesso. È ora di salutare quel ragazzo cattivo e ribelle che è stato finora e cambiare testa. Ma con il titolo vinto in Colombia gli si è presentata una nuova opportunità per dimostrare di essere maturo. E per mostrare a tutti gli appassionati il nuovo Bernard. Onestamente, difficile che accada. Si accettano scommesse.

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