Chi è Emilio Nava?

Andiamo a scoprire chi è Emilio Nava, il tennista sconfitto da Musetti nella finale degli Australian Open Junior. Statunitense di origini messicane, potrebbe essere il nuovo Ferrer...o il nuovo Berman. Chi? Appunto!

PREMESSA – Vincere a livello Junior non è sinonimo di una grande carriera, così come non ottenere risultati di spicco a questo livello non compromette la futura ascesa nel ranking mondiale. Il paragone nel sommario con Sean Berman, finalista Junior a Melbourne nel 2010, era voluto poiché lo statunitense, nonostante questo risultato degno di nota, è stato massimo 513 del mondo e non ha avuto una carriera assai brillante. Allora, vi chiederete cosa mi spinga a scrivere questo articolo se i risultati a livello Junior contano relativamente poco. Beh, innanzitutto perché bisogna rendere merito a Emilio Nava, ragazzo capace di raggiungere una finale slam – in realtà due considerando anche quella di doppio – anche se, inevitabilmente, senza attirare le luci dei riflettori, tutte puntate sul vincitore, l’azzurro Musetti. Inoltre, tra coloro che hanno raggiunto buoni risultati a livello Junior non ci sono solamente promesse mancata bensì anche giocatori del calibro di Chung, sconfitto da Quinzi a Wimbledon ma già semifinalista a Melbourne – tra i big – nel 2018, oppure, andando più addietro negli anni, gente come Roddick, Federer e Murray. Dunque, con l’augurio che questo ragazzo possa ripetere la strada tracciata da questi ultimi – e, visti i mezzi tecnici e fisici, dà l’impressione di avere le qualità per farcela – buona lettura!

Da sinistra verso destra Lorenzo Musetti, Novak Djokovic ed Emilio Nava
Da sinistra verso destra Lorenzo Musetti, Novak Djokovic ed Emilio Nava

Nato negli Stati Uniti da genitori messicani, Emilio Nava eredita la passione dello sport dai suoi familiari già in tenera età. Suo padre, Eduardo, è un velocista e rappresenta addirittura il Messico nei Giochi Olimpici di Seul nel 1988; sua madre, Xóchitl Escobedo, è invece una discreta tennista ed anche lei gareggia sostenendo i colori del Messico, sempre nel 1988 a Seul.

Ai più esperti il cognome della madre avrà sicuramente suggerito qualcosa: effettivamente Emilio è il cugino di Ernesto Escobedo, tennista statunitense con un best ranking di numero 67 che negli ultimi anni, probabilmente, è finito al centro di dibattiti più per le sue dichiarazioni anti-Trump che per il suo tennis.

Ernesto Escobedo, cugino di Emilio Nava
Ernesto Escobedo, cugino di Emilio Nava

La passione per il tennis in questa famiglia è riconducibile ad una figura in particolare, Ernesto Escobedo Sr., il nonno di Emilio, che si innamorò di questo sport guardando una sfida di Coppa Davis a Los Angeles e, dopo essersi trasferito a Jerez, in Messico, fece costruire un campo da tennis per tutta la famiglia. Come afferma Xóchitl in un’intervista al New York Times, questo campo aveva qualche difetto – da un lato era impossibile colpire di dritto o di rovescio – ma permetteva a tutti e dieci i fratelli di divertirsi e di trascorrere del tempo insieme.

È proprio grazie alla famiglia se Emilio Nava ha raggiunto determinati traguardi. “Sono cresciuto in una famiglia atletica e competitiva, dove il tennis è parte del nostro DNA. Essendo il più piccolo, vedevo i miei due fratelli crescere giocando a tennis e pensavo di voler diventare come loro. Ho sempre adorato il tennis, soprattutto quella dose di adrenalina e di sfida che porta con sè.”

Attualmente sotto la guida di Juan Carlos Ferrero – “lo vedo ogni giorno, mi ha dato alcuni consigli” – che lo ospita nella sua Accademia in Spagna, Emilio ha saputo attirare anche l’attenzione di un certo Ivan Lendl, che dopo averlo ammirato al Lemon Bowl nel 2017 lo ha invitato ad un campus ad Orlando.

Dotato di un gioco piuttosto aggressivo, agevolato da due buoni fondamentali ed un ottimo servizio, Emilio non ha dubbi su chi sia il suo idolo: David Ferrer. “Adoro come lotta su ogni punto e non molli mai nulla; quando rispondo cerco di imitarlo.”

Nonostante ormai si divida tra Spagna e Stati Uniti, il giovane californiano non rinnega le sue origini, anzi afferma di sentirsi a casa ogni volta che torna nel suo Messico, del quale adora tutto, a partire dalla gente fino ad arrivare al cibo.

Emilio Nava
Emilio Nava

Sconfitto da Musetti nella finale degli Australian Open dopo due ore e 7 minuti di gioco, nonostante avesse persino avuto un match point, nelle dichiarazioni post premiazione la prima cosa che Emilio ha detto è stataWow, a testimonianza della relativa importanza del risultato, quanto, come confermato dalle seguenti parole, dell’opportunità di poter giocare su un campo come la Rod Laver Arena e, vista l’età, della possibilità di poter tornare in futuro. Tanta maturità, dunque, dimostrata dal classe 2001, il quale ha trovato un lato positivo anche nella sconfitta e, onestamente, sembra avere la testa sulle spalle.

Oltre alla finale persa contro Musetti, a Melbourne, Nava si è spinto sino all’atto conclusivo del torneo anche in doppio, in coppia con Kingsley, uscendo però sconfitto. Inoltre, nel mese di ottobre del 2018, il giovane statunitense è andato ad un passo dalla qualificazione al Challenger di Monterrey, arrendendosi solo all’ultimo turno, non prima di aver sconfitto il numero 299 del ranking, Josè Hernández-Fernandez. Qualche apparizione nei Futures gli ha permesso di iniziare a guadagnare i primi soldi, ma a quello ci si potrà pensare più avanti. D’altronde, la carta d’identità recita 02/12/2001. 0FFDC97D-751A-4825-BA62-B49A95010069

Se la prima impressione è quella che conta, allora si può dire che Emilio abbia fatto centro: ragazzo equilibrato e dai sani principi fuori ma anche dentro il campo, tennista dotato di una notevole solidità mentale e fisica, ma con parecchi margini di miglioramento, il che è una cosa alquanto positiva. E allora non ci resta che fargli un grosso in bocca al lupo e sperare che diventi un grande campione. Così, anche per dire che uno dei nostri l’aveva battuto…

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