Gianni Ocleppo: poesia, intelligenza ed eleganza

Gianni Ocleppo ha da poco compiuto 58 anni: le sue telecronache sono divertenti come erano imprevedibili i suoi match. Un personaggio da conoscere.

Ascoltare i commenti di Gianni Ocleppo su Eurosport è sempre divertente. Il 58enne ex tennista cuneese infatti è un acuto osservatore del mondo della racchetta, come quando era professionista, non lesina mai le sue opinioni, andando dritto al punto, senza fare sconti nella sostanza. 58 primavere, dicevamo, compiute il 16 aprile, e una fama di giramondo, guascone. Insomma, il prototipo del tennista in quello che è l’immaginario popolare del nostro sport: poesia, intelligenza, eleganza.
Ocleppo

Un personaggio, senza dubbio, talvolta scomodo, come quando polemizzò, e non poco, per la sua esclusione dalla formazione di Davis che affrontava la “mission impossible” della finale 1980 contro l’armata statunitense. In quel momento Ocleppo si affacciava ai primi 30 giocatori del mondo, toccando quello che è stato il suo best ranking, ovvero la trentunesima posizione. Nel ’79 infatti, l’ex tennista piemontese raggiunse i quarti di finale a Roma e le semifinali nel torneo Indoor di Londra, sconfitto solo da McEnroe. Il primo titolo e unico titolo Atp conquistato, giunse a Linz nel 1981.

Il tempo fu galantuomo, perché nel 1984, dopo una discesa e una risalita faticosa, fu chiamato al capezzale di una squadra davvero mal messa, per affrontare e battere gli inglesi a Telford, guidati dall’elegante John Lloyd.
Ma il nostro Gianni non era certamente inferiore a nessuno circa ad eleganza. Dotato in un ottimo tocco, di notevole intelligenza tattica e di una spiccata abilità nella programmazione della propria stagione, ha ottenuto senz’altro picchi importanti nella sua carriera: terzo turno negli slam (US Open), finali ATP, vittorie challanger, qualche scalpo eccellente (Wilander, tra gli altri).
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Limitato da qualche acciacco, Ocleppo ha terminato la sua carriera nel 1987, a soli 30 anni. Un personaggio davvero però, che, come raccontano gli amici de “Il Museo del Tennis” (a proposito, cercateli in rete e seguiteli, non ve ne pentirete), pare si divertisse a svegliare i suoi compagni di stanza in piena notte nel centro federale di Riano con al torcia e domande quali “vorresti essere tu Gianni Ocleppo?”.

Oggi, oltre all’attività di commentatore televisivo, Gianni segue suo figlio Julian che si sta affacciando al tennis professionistico frequentando i tornei futures. Speriamo che “buon sangue non menta”: un giocatore come lui, oggi, non passerebbe certamente inosservato, e il tennis sarebbe uno sport ancora più elegante e divertente, di sicuro.

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