Il 2016 di Rafael Nadal e l’obiettivo Atp Finals: “Voglio giocare bene ma non mi aspetto di vincere”

Nonostante una stagione sfortunata, il maiorchino è in piena corsa per partecipare al Masters di fine anno, che non ha mai vinto. Ripercorriamo il 2016 di Rafa, ai nastri di partenza dei tornei asiatici. Di Giacomo Gitti

Fino ad ora il 2016 non è stato di certo un anno memorabile per Rafael Nadal. Facciamo un piccolo riassunto.

DISFATTA AUSTRALIANA – La stagione inizia nel peggiore dei modi, con l’uscita, per mano di Verdasco, al primo turno degli Australian Open. Nel mese di febbraio il mancino di Manacor viene eliminato in semifinale, al termine di due match molto combattuti, sia a Buenos Aires che a Rio de Janeiro; anche se le due sconfitte sono arrivate contro Thiem e Cuevas, due dei migliori del circuito su terra, la parentesi sudamericana si è rivelata un autentico fallimento per il 9 volte vincitore del Roland Garros.

FORFAIT A PARIGI – Nel torneo successivo, il master 1000 di Indian Wells, il maiorchino, pur non essendo al 100%, si spinge fino alla semifinale dove, per un set, gioca alla pari con il numero 1 del mondo Novack Djokovic; il serbo, però, dopo essersi aggiudicato il primo parziale al tie break, mette la freccia, archiviando la pratica in poco meno di due ore. A Miami, invece, è costretto a ritirarsi, al secondo turno, contro il bosniaco Dzumhur per problemi dovuti a disidratazione e calo di pressione. Con l’avvento della stagione europea sul rosso, lo spagnolo ritrova il suo tennis e in Aprile vince per la nona volta Montecarlo e Barcellona. Anche a Madrid e Roma si rivedono sprazzi del vero Nadal, tuttavia prima Murray e poi Djokovic gli sbarrano la strada sul più bello. Come sempre a Parigi è uno dei grandi favoriti per la vittoria finale ma, prima di disputare la sua terza partita nella manifestazione, dà incredibilmente forfait a causa di persistenti problemi al polso sinistro.

IL RITORNO A RIO – L’infortunio si rivela più grave del previsto, pertanto è costretto a saltare anche Wimbledon e la Rogers Cup. Torna in campo giusto in tempo per le Olimpiadi, dove onora al meglio il prestigioso incarico di portabandiera, conquistando la medaglia d’oro in doppio, insieme al suo grande amico Marc Lopez. In singolare viene eliminato in semifinale, dopo oltre tre ore di battaglia, da un eroico Del Potro; nella finale per il bronzo, a corto di energie, cede in tre set a Nishikori. Nel master 1000 di Cincinnati crolla, al terzo turno, sotto i colpi del croato Borna Coric. A New York, nell’ultimo Slam dell’anno, arriva in scioltezza fino agli ottavi; qui, però, i sogni di gloria del maiorchino s’infrangono contro la solidità del giovane talento francese Lucas Pouille che s’impone in 5 set.

OBIETTIVO ATP FINALS – Nonostante tutto, Rafa attualmente è ottavo nella race, con quasi 600 punti di vantaggio sul nono, Berdych e ha quindi buone possibilità di qualificarsi per le ATP Finals. Per darsi una chance di competere per l’unico grande trofeo che manca nella sua immensa bacheca, il mancino spagnolo dovrà quantomeno replicare i risultati ottenuti l’anno scorso nello swing asiatico (finale a Pechino e semifinale a Shanghai).

“VOGLIO GIOCARE BENE” – A proposito dei prossimi impegni, il Re della terra rossa si è detto contento per la preparazione svolta a Maiorca ma preferisce volare basso, per non creare troppe aspettative: “Pechino e Shanghai sono tornei con ottimi giocatori e perciò bisogna essere al 100% fin dal primo turno; quindi mi aspetto di giocare bene e non di vincere. Se ripetessi i risultati dell’anno passato, sarebbe fantastico, così come se mi qualificassi alle ATP Finals, poiché ci sono solo i migliori e si gioca sulla superficie più complicata per me.”. Dopo la doppietta asiatica, Nadal e tutti i giocatori del circuito cercheranno di interrompere il dominio di Djokovic sul cemento indoor dato che, tra il 2013 e il 2015, il campione serbo ha sempre trionfato negli ultimi due grandi appuntamenti della stagione, Parigi-Bercy e le Finals.

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