Ritratto di Naomi Osaka, delicata e prorompente, un mélange di emozioni

La stagione Wta è appena volta al termine ed una delle protagoniste principali è stata indubbiamente Naomi Osaka, la giapponese che lotta come una samurai ma che non perde mai la sua compostezza.

Conclusa la stagione tennistica femminile dell’anno 2018 si tirano le somme e fin da subito risalta all’occhio un fatto evidente a tutti: è sbocciato un nuovo fiore di loto che corrisponde al nome della giapponese Naomi Osaka.

Il loto, pianta acquatica dalla forma elegante molta cara al Giappone, rappresenta una grande forza e la purezza incontaminata perché ha la peculiarità di restare immacolato pur affondando le sue radici nel fango. Così fa Naomi, che si contraddistingue per la sua forza prorompente il suo stile offensivo è caratterizzato da un diritto fulmineo e da un servizio che tocca i 200 km/h ma anche per il suo candore mostrato in varie occasioni. Una su tutte il pianto e soprattutto le parole pronunciate durante la premiazione degli Us Open, torneo in cui – ricordiamo – ha vinto battendo Serena Williams, suo idolo fin da piccola. «So che tutti facevate il tifo per Serena, mi spiace che sia finita così». Affermazione che denota quasi un senso di colpevolezza che solo chi è puro, a tratti anche innocente e incontaminato dall’avidità del mondo di oggi, può sostenere e mostrare. 7EC9B924-F821-4D32-995E-B1325471723E

Naomi, il cui nome in giapponese vede l’accostamento di due parole molto profonde come  “onesta” e “bella”, è il ritratto di un melange nato da una madre giapponese, da un padre tahitiano e da una vita vissuta in America. Un miscuglio di colori, di razze, di culture che fa dell’Osaka una persona originale: composta, come impone il modo di fare nipponico, ma anche veemente quando scende in campo come un vero samurai. Proprio come una guerriera quest’anno è scesa in campo per affrontare le due finali più importanti della sua carriera: Indian Wells e Us Open.

Nel corso della sua carriera da professionista, iniziata a soli 15 anni nel 2015, ha sconfitto con freddezza giocatrici di calibro maggiore rispetto al suo, rivelando fin da subito di essere un evidente talento del tennis. Di fatto la ragazza denota una certa stoffa: in tre anni è passata dalla posizione numero 203 del ranking alla numero 5, posizione attuale. Non solo. Dopo la vittoria del Grande Slam americano, ha raggiunto la finale e la semifinale rispettivamente nei tornei di Tokyo e Pechino. Soltanto le WTA Finals hanno visto il suo ritiro per un infortunio alla cosciaF1AD30A1-6294-4029-ACB3-97076C77227D

Più volte ha dichiarato di essere solo in apparenza distaccata durante i match ma in realtà dentro è un vulcano di emozioni. Ciò lo crediamo bene. Anche se la giapponese cerca di nascondere i suoi sentimenti, nel corso di una partita è possibile vedere la sua sicurezza, tale da sembrare una giocatrice matura, che in un attimo e per qualche errore in più si trasforma in affossamento tanto da far girare il punteggio a suo sfavore e da riuscirne sconfitta. Naomi ha affermato infatti di essere talvolta negativa, di non credere sempre in se stessa e nelle sue potenzialità; per questo ha scelto come allenatore Sascha Bajin, già sparring partner di Serena Williams e coach di Victoria Azarenka e Caroline Wozniacki che in poco tempo le ha riportate in auge facendole raggiungere la top-5.

Sascha probabilmente sa come prenderla e il loro rapporto appare davvero candido. Durante il coaching riesce ad incoraggiarla ma sempre con una nota di tenerezza che sembra rivelare una certa sensibilità e delicatezza della ragazza che, se troppo scossa, si ha l’impressione di ottenere l’effetto opposto. Invece molto spesso l’allenatore sembra raggiungere l’obiettivo di farle riacquistare sicurezza e di rimetterla in partita che più di una volta si è portata a casa pur non giocando il suo migliore tennis. A9D97417-9D78-4CC0-8E7D-17476635915D

Insomma l’Osaka, che a soli 21 anni è già stata etichettata come erede di Serena Williams, è un insieme di sentimenti e di emozioni che porta tutti dentro di sé e che sono la sua forza. E’ tecnica, tenacia e potenza applicate al garbo, alla delicatezza e alla schiettezza. Resterà sempre così illibata? O si farà plasmare dal mondo che la circonda bramoso e spietato? Ai posteri l’ardua sentenza.
Intanto è un sole, come quello della bandiera giapponese, che speriamo brilli ancora per molto, molto tempo. Vai Naomi Osaka, osa castamente!

Isabella Bonciani

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