Brexit colpisce anche Wimbledon

Non patiranno i Championships, né i top players l'effetto Brexit. Chi ne risentirà saranno i giocatori intorno alla centesima posizione, che già prima faticavano a spesarsi

L’EFFETTO BREXIT COLPISCE ANCHE WIMBLEDON – Ancora scossa dalla vittoria del si sulla Brexit, la Gran Bretagna si appresta ad ospitare da oggi la 130esima edizione del torneo di Wimbledon, lo Slam più prestigioso della stagione tennistica che però a causa del referendum di giovedì scorso si ritrova con il montepremi svalutato, di circa tre milioni nel cambio sterline-dollari.  Il referendum che ha segnato la volontà della popolazione britannica di uscire dall’Unione Europea ha infatti da giorni messo in agitazione in mercati, segnando un drastico calo del valore della sterlina nei confronti di dollaro ed euro e Wimbledon 2016, che avrebbe dovuto essere l’edizione più ricca di sempre, si è svalutata con la sterlina. Il tasso di cambio sterlina-dollaro infatti è sceso dal 1,49 di due giorni fa all’ 1,34 il primo giorno del torneo. Il valore totale del montepremi è quindi passato da 41,86 a 37,9 milioni di dollari, perdendo quasi 4 milioni di dollari, cioè un bel 10%. Aumenta quindi il divario fra Wimbledon e gli US Open come evento tennistico più pagato, infatti  il montepremi dello Slam statunitense nell’edizione 2015 è di 42,2 milioni ed è in programma per il 2017 è di portarlo a 50 milioni di dollari.

CHI CI RIMETTERA’ IN TUTTO QUESTO? – Tutto questo comunque non intaccherà l’importanza dei Championships: nessuno infatti li snobberà per qualche centinaia di migliaia di euro. Wimbledon, in fondo, è sempre stato il torneo degli inglesi, a cui si viene accolti come ospiti educati. E tale resterà, con o senza Europa.  Chi ci rimetterà saranno i giocatori, che vedranno impoverito il ricco montepremi nel cambio con dollaro e euro. Non sicuramente campioni come Djokovic, che oggi ha eliminato un inglese, Ward, al primo turno,che  si è espresso con diplomazia a riguardo “Come tutti ho seguito quello che è successo, ora sono curioso di vedere cosa porterà il futuro alla Gran Bretagna e all’Europa – afferma il serbo -. Non ho la competenza per parlarne in maniera approfondita, ma non sono amareggiato dalla questione del montepremi. Tutto quello che posso dire è che mi sento sempre molto grato di poter competere ad un livello così alto in uno dei tornei più importanti del mondo” Chi risentiranno sicuramente della Brexit sono invece i tennisti intorno o fuori dalla top 100, i quali hanno guadagni inferiori e per i quali 1000 o 2000€ fanno la differenza. Si lamenta infatti Austin Krajicek,  statunitense n.95 del mondo Ogni centesimo conta a questo livello. I ragazzi che giocano nelle qualificazioni non guadagnano tanti soldi come i top-players, quindi ogni dollaro vale. Specialmente per noi, cenare e alloggiare in hotel, e con tutto quello che compriamo, beh, tutto questo fa una grande differenza. Con le sterline in Inghilterra spendiamo tanto, e col prize money di oggi è dura”

WIMBLEDON E’ SEMPRE WIMBLEDON – Wimbledon in se stesso comunque non patirà, in fondo resta sempre il torneo più prestigioso, il un luogo che anche se presentato come tempio del tennis, in effetti a conti fatti è una bella macchina per far soldi. Anche se a Wimbledon non ci sono né cartelloni pubblicitari né  “Sponsors” ma “Partners”, questi stessi partners rispondono a nomi come Jaguar e  Stella Artois, auto e birra ufficiali del torneo, c’è poi la  Rolex che segna il tempo sull’erba londinese dal 1978, l’ Ibm si occupa della parte tecnologica dal ’90. La Slazenger che provvede alle palline dal 1902. Ogni anno ne vengono usate circa 54mila, e vendute di seconda mano dopo l’uso in campo. Si pensi poi al costo dei biglietti, ai souvenirs, ai 30.000 asciugamani venduti o agli 8.000 polsini.  Il 90% di questo guadagno va alla Lawn Tennis Association, che lo investe nello sviluppo del tennis inglese e nelle infrastrutture ad ogni livello. La situazione è talmente positiva che gli organizzatori, dopo aver inaugurato nel 2009 il tetto retraibile sul centrale per 100 milioni di sterline hanno già messo in programma la copertura del campo n.1, per un investimento di altri 103 milioni da completarsi entro il 2019. Prima, però, arriverà la Brexit, e vedremo quali saranno le conseguenze per lo sport britannico. Abbastanza positivo, anche se ovviamente un po’preoccupato Roger Federer, 7 volte campione a Wimbledon, che dice “Non voglio neppure pensare a quanti negoziati saranno necessari. Sarà interessante vedere gli sviluppi. La democrazia è una bella cosa, ti dà l’opportunità di esprimere un voto, la gente qui lo ha fatto e ora occorre fare i passi necessari. Non so che impatto potrà avere sulla Svizzera, anche noi abbiamo avuto i nostri problemi con Europa, il tempo ci dirà cosa è stato giusto”

 

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