Paolo Lorenzi e l’orgoglio di avere un tennista così

Paolo Lorenzi nella notte di ieri ha tentato la difficile impresa di battere Anderson, ex top ten e di diventare a 35 anni il primo italiano a raggiungere i quarti in uno Slam, il tutto in un match appassionante e davanti a un pubblico newyorkese in visibilio

FORZA PAOLO! – Grande grandissimo Paolo Lorenzi. In un  mondo costellato di “Fognini” per fortuna esistono anche personaggi come il tennista toscano che con umiltà e dedizione al tennis,  ha mancato per pochissimo la possibilità di diventare il primo italiano quarto-finalista di sempre agli US Open lottando come un leone a 35 anni contro un ex top 10 dal servizio pazzesco come Anderson.

IL PUBBLICO DI NEW YORK LO ACCLAMA – Inizialmente il pubblico quasi non lo conosceva neanche, anche i cronisti si riferivano a lui come all’”italiano” con un’accezione non propriamente simpatizzante dopo gli eventi degli scorsi giorni del più celebre italiano Fabio Fognini.  Poi nel corso del match le cose hanno cominciato a cambiare. Vedendo il cuore con cui giocava questo italiano, che lottava con le unghie e coi denti per mantenere almeno i game di servizio  cercando di allungare gli scambi, il pubblico ha cominciato a tifare per lui, dapprima timidamente, poi in modo più convinto, fino alla fine del terzo set, quando, rischiando di perdere il match essendo sotto nei primi 2 parziali, si è guadagnato il tie break ed ha tirato fuori il meglio di sé e con dei colpi spettacolari ha vinto il terzo set sul sudafricano per 7 a 4.

UN MATCH MEMORABILE – Dal quarto set tutto il pubblico è stato dalla sua, che, con il sorriso che definisce l’immagine dell’italiano nel mondo e tutta la concentrazione che gli era possibile si è goduto e lottato questo spettacolare match rimontando a volte da situazioni impossibili tipo 15-40, fino al 4 pari, quando il tennista sudafricano ha come al solito tenuto il servizio e sul 5-4 a suo favore fatto il break chiudendo una partita memorabile per Paolo, per noi italiani, ma anche per Anderson, che ha ammesso nell’intervista post-match di aver giocato un incontro difficile, in quanto Lorenzi era sempre “sul pezzo” e non gli concedeva errori. E’ uscito dal campo Paolino in mezzo agli applausi e ai ragazzini che volevano il suo autografo. In questo modo, con la sua semplicità e il suo cuore Lorenzi ci ha restituito l’orgoglio del tennis italiano bistrattato e sporcato dai sopraccitati personaggi, ha confermato che anche in uno sport altamente agonistico come il tennis c’è spazio per una sana e educata voglia di competizione, per l’entusiasmo che ti dà la possibilità raggiungere certi traguardi anche a 35 anni suonati e anche non essendo il n°1 italiano.

LA CERTEZZA DI AVER DATO TUTTO – Se ne va Paolino con la certezza di aver dato tutto ancora una volta e perciò col sorriso sulle labbra. Il senese con la performance di ieri notte è comunque uno dei sei italiani di sempre ad aver raggiunto gli ottavi in uno Slam. E sono soddisfazioni grandi per chi era stato bocciato ben 23 volte, prima di riuscire a qualificarsi a un torneo di uno Slam. E  solo per un soffio- so close, come si dice a New York- ieri notte non ha raggiunto un  quinto set che chissà dove ci avrebbe portati…

IL TENNIS DI PAOLO – Cresciuto con il mito di Boris Becker, Lorenzi, diventa professionista nel 1999. Figlio di un luminare della chirurgia Paolo è da sempre un esempio di impegno e di un tennis conquistato col sudore, con le corse e i chilometri fatti insieme al fratello Bruno e all’amico Enrico Becuzzi. Dal 2002 al 2008, gioca praticamente solo nei Challenger ed è altalenante dalla posizione numero 300 alla 160.

COACH CLAUDIO GALOPPINI – Dal 2009 poi c’è una svolta, l’inizio cioè della collaborazione col coach Claudio Galoppini e col preparatore atletico Stefano Giovannini.  Questa collaborazione significa per Paolo l’ingresso in top-100 “E’ stato come stappare un vulcano” dice Galoppini.

 “ Ho avuto maggiore consapevolezza dei miei mezzi quando nell’estate del 2009 ho vinto due challenger consecutivi, a Reggio Emilia e Rijeka, forse, il rimpianto è quello di non averlo saputo costruire prima. Per quanto mi riguarda,  la grossa differenza è la continuità di rendimento. Non c’è molta distanza nel gioco tra il numero 200 e il numero 80 del mondo. Ma il numero 80 fa risultati tutto l’anno, anche quando non si esprime al massimo”dice invece Lorenzi

 NEL 2016 IL PRIMO TITOLO ATP – Il 23 luglio 2016 Paolino diventa il più anziano giocatore ad aggiudicarsi per la prima volta in carriera un torneo del circuito ATP.  Sulla terra rossa di Kitzbuhel  il tennista italiano, dopo aver superato Carballes Baena, Struff e Gerard Melzer , sconfigge in finale il georgiano Basilashvili con il punteggio di 6-3, 6-4. In virtù di questo risultato Lorenzi raggiunge anche il suo best ranking, la 41a posizione mondiale.  Sempre nel 2016  e sempre agli US Open raggiunge per la prima volta in carriera il terzo turno in uno Slam dopo aver battuto in tre set Carlos Berlocq, supera Gilles Simon in un match di oltre 4 ore per 3-6, 6-2, 6-2, 61-7, 7-63.  Viene poi eliminato dal n°2 del mondo Andy Murray,  che comunque costringe al quarto set,  per 7-64, 5-7, 6-2, 6-3.  Nonostante la sconfitta raggiunge il suo best ranking di n°35  del mondo e di numero uno italiano sorpassando,  lui, sempre poco considerato, Fabio Fognini.

NEL 2017 DEI GRANDISSIMI US OPEN – Oggi, il giorno dopo questa  maratona degli US Open 2017 di Paolo Lorenzi in cui il senese ha battuto al primo turno il portoghese Joao Sousa in 4 set, Gilles Muller al secondo turno,  il connazionale Thomas Fabbiano,  in tre set al terzo turno e infine il match col sudafricano Anderson, ci sentiamo orgogliosi di un personaggio come lui, che ha saputo trovare il suo tennis molto oltre i 30 anni e la cui passione e determinazione gli hanno permesso di competere con i più grandi dando largamente prova delle sue capacità senza mai perdere di vista la correttezza e la sportività di cui il tennis dovrebbe essere emblema.

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