Il ritiro, termine ultimo di un percorso di vita

Per un tennista il momento del ritiro coincide oltre che con la fine della propria carriera, anche e soprattutto con un profondo mutamento della propria vita e proprio per questa ragione non sempre questo momento giunge in modo sereno.

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“Mi è difficile immaginare una vita senza tennis” 

Venus Williams affronta una nuova stagione con lo stesso entusiasmo che aveva quando era adolescente. Fervente appassionata del tennis, alla veneranda età di 36 anni è la tennista più anziana in attività tra le prime 100 giocatrici al mondo ed è ancora in grado di dire la sua, come testimoniano la semifinale a Wimbledon e la finale a Stanford.

Il momento della fine della carriera professionistica

In una recente intervista, la maggiore delle sorelle Williams ha dichiarato apertamente di voler rimanere in gioco almeno fino alle Olimpiadi di Tokyo del 2020 ed anzi ora mostra tutto il proprio entusiasmo per la stagione che sta per cominciare. ” Sto lavorando duramente in palestra poiché amo questo sport, parte della mia vita e continuare a giocare per me è una sfida. Mi è difficile pensare ad una vita senza tennis. ” , ha detto Venus che aprirà il proprio anno ad Auckland.

Il ritiro: scelta complessa?

Per un tennista abituato a colpire decine di palline al giorno, abituato ad ore ed ore di stressanti allenamenti, interrompere la routine quotidiana risulta essere probabilmente la scelta più difficile che si possa compiere. Il cervello umano ragiona creando determinati schemi neurologici in quanto la ripetizione è uno dei meccanismi più interessanti che crea automatismi fissi. Molto spesso però, e questo è il caso di numerosi “illustri” ritiri, il distacco dal campo da tennis non avviene mai in maniera totalmente definitiva e netta, ma anzi numerosi tennisti continuano a giocare anche per molti anni in maniera dilettantistica o anche semplicemente per non perdere contatto con l’ambiente. Andre Agassi, otto volte vincitore di tornei del Grande Slam, in seguito al proprio ritiro avvenuto il tre settembre del 2006, non ha saputo smettere di giocare ed ancora oggi lo ritroviamo a palleggiare allegramente con la propria moglie Steffi Graff. Il suo è uno dei tantissimi esempi di distacchi mai avvenuti da una realtà che diviene parte della propria vita a tal punto da non potersene liberare. Tornare a vivere in modo “normale” diviene una pura utopia.

Quale futuro per il Re del Tennis?

Il ritiro dai campi da tennis molto spesso coincide con la comprensione di una presa di posizione nei confronti di se stessi. Si comprende da soli quando arriva il momento di attaccare la racchetta al muro. Più volte Roger Federer, prossimo ormai alle 34 candeline, ha ribadito la propria volontà di continuare fin quando il proprio fisico glielo permetterà. Auguro all’elvetico di poter deliziare i palati più fini ancora per anni ed anni con le sue prodezze, degne solo di un genio e di un talento cristallino come lui ha dimostrato di essere nel corso della sua straordinaria carriera. Naturalmente il peso dell’età e degli acciacchi però, non possono che accelerare il processo che vedrà il sette volte vincitore di Wimbledon giocare il suo ultimo match in carriera. Quando questo momento giungerà, ad oggi non è ben dato saperlo, ma sicuramente accadrà e sicuramente sarà il giorno più triste per gli appassionati di questo sport da molto tempo a questa parte. Il futuro riserva sempre tante sorprese, a noi il compito di svelarle.

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