Gianluigi Quinzi e la crisi senza fine

Prosegue il pessimo periodo del tennista azzurro, precipitato oltre la 250ª posizione ed ancora a secco di risultati degni di nota in questa stagione. Ieri l’ennesima sconfitta, all’esordio nel Challenger di Vicenza, contro la wild card Francesco Forti.

Dopo un ottimo 2018, sembrava finalmente aver trovato il suo equilibrio e potersi assestare solidamente a cavallo tra la 100ª e la 200ª piazza del ranking. Gianluigi Quinzi, invece, non è riuscito a confermare quanto di buono fatto nella scorsa stagione ed è ormai in caduta libera, senza appigli all’orizzonte a cui aggrapparsi.

Ripartito umilmente dai Futures – ben due vittorie, rispettivamente in Turchia e in Egitto – per ritrovare il suo tennis dopo un finale di 2017 in chiaroscuro, Quinzi riesce a dar seguito a questo suo straordinario momento di forma riuscendosi ad affermare anche a livello Challenger, vincendo il torneo in quel di Francavilla. Il ranking migliora, la fiducia sale, e dopo un paio di altre buone settimane ecco che arriva il bis a Mestre, dove il tennista marchigiano s’impone in finale su Moroni. La finale raggiunta, ma persa, a Perugia, inoltre, contribuisce a ritoccare il proprio best ranking e gli dà punti importanti in vista del prosieguo della stagione. Probabilmente arrivato un po’ stanco alle fasi finali, però, l’azzurro non riesce ad esprimere il suo miglior tennis e non ottiene risultati degni di nota. Emblematica comunque la sua partecipazione alle qualificazioni degli Us Open: nonostante la sconfitta al primo turno, infatti, si può già considerare un traguardo l’esserci arrivato vista la classifica di numero 335 con cui aveva iniziato la stagione. La vittoria della Serie A1 con il circolo Canottieri Aniene gli regala l’ultima gioia di un 2018 più che positivo.

In apertura di 2019, Quinzi tenta la via delle qualificazioni prima a Pune, dove cede ad Auger-Aliassime, seppur a testa alta, e poi a Melbourne, dove viene sconfitto da Kecmanovic. In seguito, sulla terra battuta sudamericana, il tennista di Cittadella coglie discreti risultati, ed a dir la verità neanche nei seguenti Challenger disputati in Italia le cose vanno così male, anche se la netta sconfitta contro Jannik Sinner a Bergamo non è troppo facile da digerire. I problemi iniziano a partire dalla deludente trasferta americana – dove Gianluigi esce di scena in tutti e tre i tornei a cui prende parte al primo turno, conquistando zero set e ovviamente zero punti Atp – ma continuano anche nei successivi tornei di Barletta e, soprattutto, Francavilla, dove era campione in carica e dunque difendeva 80 punti. Al di là dei risultati, preoccupano anche le prestazioni, al di sotto delle sue potenzialità ed in calo rispetto alla stagione passata. Un barlume di speranza si intravede al Roland Garros, dove Gianluigi supera all’esordio Polmans in un match tutt’altro che scontato. Ci pensa però la wild card Guinard, al secondo turno, a riportare alla realtà il vincitore di Wimbledon Junior, costretto quindi a salutare il torneo. Quinzi

Infine, ieri un’altra sconfitta, contro Francesco Forti, numero 482 del ranking, all’esordio nel Challenger di Vicenza. Una sconfitta che lo tiene saldo intorno alla 250ª posizione del ranking e che lo costringe a dover ricostruire tutto da capo, mandando in frantumi quando di buono fatto nel 2018. Fortunatamente, d’ora in poi i punti da difendere non saranno tantissimi, ma senza un tennis solido che lo supporti ed in mancanza di fiducia, le aspettative non sono propriamente rosee per Quinzi. Obiettivo: cercare di invertire la rotta prima possibile, ma anche prima che sia troppo tardi. Ce la farà Gianluigi? C’è ancora posto per lui nel tennis che conta?

0 comments
    1. Sono perfettamente d’accordo con il sig. Amodio. E’ sempilcemente scarso e con la testa montata, un bagno d’umiltà non gli farebbe male. E’ km distante da Berettini, e inoltre ha preso una tranvata da Sinner, che ha 7 anni meno di lui e che ha la stoffa del giocatore di classe. Sarebbe meglio che si trovi un lavoro….

  1. Io credo che semplicemente questo ragazzo abbia avuto il picco della sua carriera da juniores e non sia riuscito né tecnicamente né emotivamente a replicare quei risultati da professionista. Sono da anni altre le speranze azzurre.

  2. Boh… al NextGen aveva dimostrato, pur incompleto in colpi risolutivi e poca propensione alla rete, di reggere il confronto con quelli che erano e sono dei fenomeni dell’ATP…
    credo soffra di una particolare sindrome di Benjamin Button declinata al tennis

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