La favola di Marco Cecchinato: da lucky loser a re d’Ungheria

Il 25enne palermitano ha conquistato ieri il suo primo titolo Atp a Budapest, diventando il nono lucky loser vincente della storia. Una bella giornata per il tennis italiano maschile, segnata anche dalla prima vittoria Challenger di Gianluigi Quinzi.
 Ieri, domenica 29 aprile, è stata una grande giornata per il tennis italiano. La (ex?) promessa Gianluigi Quinzi, 22 anni e n. 265 del mondo, ha ottenuto la sua prima vittoria nel circuito Challenger, a Francavilla, battendo da vero professionista il 19enne norvegese Casper Ruud con il punteggio di 6-4 6-1, dopo una settimana da incorniciare. La vera impresa però l’ha realizzata il 25enne Marco Cecchinato, oggi al nuovo best-ranking di n. 59 del mondo, che ha sconfitto in due set (7-5 6-4) il 28enne australiano John Millman laureandosi nuovo campione nell’Atp 250 di Budapest. Un altro primo titolo che fa sperare per il futuro del nostro tennis.

La settimana del palermitano era partita nel peggiore dei modi, con una brutta sconfitta (doppio 6-2) subita contro l’estone Jürgen Zopp al turno decisivo delle qualificazioni. Un’uscita di scena che non aveva reso onore alle capacità del pupillo di Simone Vagnozzi, il quale però ha avuto subito un’altra chance per ripartire grazie al ripescaggio come lucky loser. Da allora, Marco, non sbaglia un colpo: al primo turno liquida in due set Mirza Bašić, poi batte con un netto 6-3 6-1 un altro bosniaco, l’oggi n. 32 del mondo Damir Džumhur, contro ogni pronostico. Ai quarti, l’azzurro esce vincitore al terzo contro il n. 61 tedesco Jan-Lennard Struff (il quale aveva battuto proprio Zopp, suo esecutore nelle qualificazioni), per poi aggiudicarsi la semifinale dopo un’altra estenuante battaglia contro Andreas Seppi. L’ultimo atto contro Millman, anch’egli alla ricerca del primo titolo Atp, era certo una ghiotta occasione: nonostante entrambi venissero da partite molto lunghe e lottate (Millman ieri mattina aveva dovuto completare la semi contro Bedene, sospesa sabato per oscurità), il 28enne n. 94 del mondo (da oggi n. 69) poteva contare sulla maggiore esperienza data dall’età. Marco però è riuscito a tenere a bada l’emozione e portare a casa due set lottati, che lo hanno incoronato campione del torneo ungherese. Durante la premiazione, il giovane di Palermo ha liberato tutta la tensione in un discorso appassionato e pieno di gratitudine per il suo staff, per i suoi tifosi e per la sua ragazza, che ha baciato teneramente dopo il match-point: “Che settimana pazzesca! Quello di oggi era un match complicato, si trattava della prima finale Atp per entrambi. Se penso che una settimana fa avevo perso il match decisivo per le qualificazioni… Sento sinceramente di dover ringraziare tutti voi. Budapest resterà per sempre nel mio cuore”.

Il successo di Budapest ha il sapore di riscatto per la carriera e per la vita di Cecchinato, dentro e fuori dal campo. Tifoso del Milan e cresciuto nel mito di Marat Safin, l’azzurro due anni fa era stato squalificato per 18 mesi, poi ridotti a 12, e aveva subito una pesante multa di 40mila euro (poi ridotti a 20mila). Un crimine che Cecchinato ha sempre negato: dopo aver fatto ricorso, nel dicembre 2016 aveva ottenuto l’estinzione della sospensione dopo le udienze a Sezione Unite del Collegio di Garanzia Coni, che lo aveva scagionato dall’accusa dell’illecito sportivo. Marco poteva così tornare subito in campo, anche se quella brutta parentesi era quasi impossibile da cancellare. “Ceck” però non si è perso d’animo e ha iniziato la sua risalita, settimana dopo settimana, passo dopo passo, fino alla vittoria di ieri – incredibile quanto insperata.

Marco ha iniziato a giocare a 6 anni grazie a suo zio, Gabriele Palpacelli, il quale poi lo ha affidato a suo figlio, Francesco, già allenatore di Roberta Vinci. La vera maturazione di Cecchinato è avvenuta però nel Nord Italia, in Trentino, dove è stato seguito da Massimo Sartori e Riccardo Piatti, per poi passare sotto la guida di Cristian Brandi. Al 2012, quando aveva 19 anni, risale la sua prima partecipazione agli Internazionali Bnl d’Italia: si ferma al secondo turno di qualificazioni, battuto dallo sloveno Kavcic, ma è già entrato nel cuore del pubblico italiano. Nel 2013 vince il primo Challenger (a San Marino, sconfiggendo il connazionale Volandri), mentre solo un anno fa, a Quito, si aggiudica la sua prima partita Atp, contro il brasiliano Clezar. Quest’anno fa il capolavoro a Monte Carlo, dove batte in serie Kukushkin, Garcia-Lopez e Dzumhur, perdendo solo contro Milos Raonic.

Sulla terra rossa di Budapest, “Ceck” ha giocato forse il suo tennis migliore della sua vita, dopo il passo falso delle qualificazioni, diventando il nono lucky loser della storia a vincere un torneo. A 25 anni, Marco Cecchinato ha tutta una carriera davanti ed è presente e futuro del tennis italiano, fino ad oggi quasi tutto sulle spalle degli ultratrentenni Seppi, Fognini e Lorenzi. Si sa che i nostri maturano sempre un po’ tardi: ma quando ci riescono, ci regalano grandi soddisfazioni.

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