17 Agosto 1987: Steffi Graf è la nuova N.1 del mondo

30 anni fa Steffi Graf raggiunse la vetta della Classifica WTA all'età di 18 anni, dominando gli anni '90. si può considerare la tennista più forte di sempre?

Nel mondo del tennis, e più in generale nel mondo dello sport, provare a stilare una classifica degli sportivi più forti di tutti i tempi è impresa assai complessa e non sempre le risposte, seppur motivate, sono facilmente condivise da tutti. Una potenziale classifica in grado di mettere quasi tutti d’accordo, dovrebbe tener conto di molti fattori che nel corso dei tempi hanno influito sui cambiamenti del gioco, sia da un punto di vista individuale, e mi riferisco principalmente alla tecnica ed alla condizione atletica, sia alle diverse condizioni di gioco e di materiali.

Dovessimo provare però ad indicare semplicemente quelle tenniste che farebbero sicuramente parte della Top Ten, non potremo in alcun modo dimenticare la tedesca Stefanie Graf, per tutti Steffi, attuale compagna di vita dell’altro fenomeno André Agassi con il quale condivide la presenza nella Hall of Fame del Tennis (la Graf dal 2004, Agassi dal 2011).

Steffi Graf premia il marito Agassi per l'ingresso nella Hall of Fame.
Steffi Graf premia il marito Agassi per l’ingresso nella Hall of Fame.

Oggi per lei è un giorno speciale, perché esattamente 30 anni fa la Graf divenne la nuova N.1 del mondo, superando Martina Navratilova nella classifica WTA. Il cambio della guardia rappresentò di fatto un cambio generazionale, la Ceca Martina, divenuta poi cittadina Americana, aveva conquistato il trono il primo luglio del 1976 ed aveva dominato la classifica per 10 lunghissimi anni lasciando le briciole alla rivale Chris Evert che salì in vetta soltanto per qualche mese tra il 1980 ed il 1981.

La stessa Chris in un’intervista dove le fu chiesto un parere personale sulla giovane tedesca non ebbe alcun dubbio sul suo roseo futuro e fece la seguente previsione: “La Graf è molto brava ed è molto più giovane di noi. Credo rimarrà al N.1 della classifica per molto tempo, fin quando ne avrà voglia”.

Fräulein Forehand (miss Dritto come fu soprannominata la Graf) aveva nel 1987 solo 18 anni ma una carriera già ricca di affermazioni importanti, il giorno prima aveva infatti sconfitto proprio la Evert nella finale di Los Angeles, un torneo che faceva parte del cosiddetto Virginia Slims e che si aggiungeva ad ulteriori 6 vittorie nei tornei dello stesso circuito: ad arricchire un già consistente bottino la vittoria del Roland Garros e la Finale raggiunta a Wimbledon, battuta dalla Navratilova.

Un'immagine della diciottenne Graf
Un’immagine della diciottenne Graf

L’anno successivo fu poi per Steffi il migliore in assoluto, per la prima volta ed unica al mondo si portò a casa il Golden Slam, ossia la vittoria di tutti i tornei del Grande Slam più l’affermazione al torneo olimpico, un record difficile da battere ma che dimostrava la superiorità tecnica della tedesca rispetto alle sue avversarie di allora.

Il dominio che sembrava che la tedesca sembrava potesse esercitare sul circuito a lungo, complici il ritiro della Evert nel 1989 e la fase calante della carriera della Navratilova, non fu però tale a partire dal 1991 quando la scalata di Monica Seles divenne inarrestabile fino al raggiungimento della vetta della classifica WTA nel 1991. Per la Graf i due anni successivi furono tra i più difficili della sua carriera, non solo per gli exploit della Yugoslava ma anche a causa di alcuni infortuni che non le permisero di dare il massimo in campo. Quella che sembrava una magnifica rivalità si interruppe però il 30 Aprile 1993, giorno in cui un folle mise fine alla carriera della Seles con una coltellata alla schiena durante il torneo di Amburgo.

Steffi Graf conquista il Golden Slam
Steffi Graf conquista il Golden Slam

Da li in poi, trovando di fatto solo la spagnola Arantxa Sanchez Vicario come vera rivale, Steffi riprese a dominare la scena tornando a vincere con continuità, fino al giorno del suo ritiro nell’agosto del 1999 a seguito della sconfitta inaspettata al secondo turno del torneo contro Amy Frazier all’età di 30 anni e al N.3 della classifica WTA. Queste le sue parole:

Ho realizzato tutto ciò che volevo nel tennis. Sento di non avere più nulla da portare a termine. Le settimane successiva a Wimbledon non sono state facili per me. Non mi divertivo più. Dopo Wimbledon, per la prima volta nella mia carriera, non avevo voglia di andare ad un altro torneo. La mia motivazione non era come quella che avevo in passato“.

Steffi Graf arrivò per 31 volte in finale di un torneo del Grande Slam vincendone ben 22.

 

0 comments
  1. Secondo me la migliore, certo con Monica seles nel circuito a pieno servizio sarebbe stata più dura vincere quello che ha vinto, ma penso che lo avrebbe fatto lo stesso, fermo restando che la grandezza di uno sportivo non si misura con i titoli vinti

    1. Vero Gabriele. Come vero il fatto che se non “vinci” rimani una promessa incompiuta. La Graf ebbe la fortuna, se vogliamo, di emergere quando la Evert era nella fase conclusiva della carriera e la Navratilova veniva dal dominio assoluto degli anni precedenti e nella fase discendente della sua parabola. La rivalità con la Seles avrebbe caratterizzato l’intero decennio e sicuramente Steffi avrebbe avuto le sue grosse difficoltà, cosa che non ha avuto contro la Sabatini e Arantxa Sanchez.

    2. Certo, io intendo dire il numero di titoli vinti e soprattutto paragonarli ad altri/e tennisti/e e soprattutto di epoche diverse. Non condivido il discorso sulla “fortuna” che ha avuto di trovare la Evert a fine carriera e trovare avversarie “all’altezza”. Questo vale un po’ per tutti: Le williams si sono trovate sul finire della carriera della Graf, federer si è trovato sul finire della carriera di Sampras, Zverev si trova sul finire della carriera di Federer…ecc…lo sport è fatto di cicli…. Siete grandi continuate cosi

    1. Vero Alessandra. Non ci sarà mai un parere concorde in ogni caso (ci sarebbero da valutare la Navratilova, la Evert, la Williams…) sul gioco espresso dalla tedesca in ogni caso nulla da dire.

    1. Forse il problema siete voi.
      La storia non c’entra nulla.
      La graff soffriva Monica ? Si.
      Ciò non significa che ci avrebbe perso a vita.
      Nessuno lo sa, nessuno lo può ipotizzare

      Magari ci avrebbe perso per un anno ancora e poi ci avrebbe vinto a vita. Chi lo sa?

      Sta di fatto che giudicare i successi e le conquiste di un atleta come fate voi è da persone dalla poca onesta intellettuale

    1. Tempo fa in redazione si discuteva di quei giocatori che erano ritenuti futuri campioni da giovani (tra l’altro con risultati incredibili) che poi da grandi si sono persi. A questi si aggiungono giocatori che entrati molto rapidamente in classifica in Top 10 (vedi Raonic, Berdych …) poi hanno deluso le aspettative non riuscendo a compiere il definitivo salto di qualità. Questo per dire che nel tennis, come nella vita d’altronde, non vi è alcuna certezza. Nel caso specifico non si discute del valore della Seles e del suo dominio per-accoltellamento, si discute piuttosto sul fatto SE nel prosieguo degli anni sarebbe riuscita a mantenere quei livelli. Nessuno può dirlo, di certo avrebbe dato vita ad una bella rivalità con la Graf con un futuro tutto da scrivere. Ad oggi la storia dice che la Graf è stata a lungo N°1 e che è l’unica atleta ad aver completato il Golden Slam. E la storia è l’unica ad avere certezze.

  2. Decisamente la migliore per il gioco che produceva senza bisogno di muscolatura eccessiva, elegante sul campo, atleticamente superlativa. Detiene ancora il record di maggior tenitura al numero uno sia tra uomini che donne. Indiscutibilmente la numero uno!

    1. Velocissima, potente, dal gioco di gambe spettacolare, con un servizio alto, forte e preciso, con un diritto micidiale ed un rovescio (criticato solo perché paragonato al diritto) in realtà tagliato e velenosissimo: si diceva scendesse poco a rete, ma la sua era solo una scelta tattica per sfoderare meglio il suo colpo preferito. In realtà era abilissima anche nel gioco al volo ed il suo danzare in campo rendeva il suo gioco elegante e piacevole da guardare, malgrado fosse molto aggressivo: in pratica senza punti deboli, semplicemente la n.1!

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