Diario degli Australian Open: giorno 6

Le critiche rivolte alla Giorgi sono oggi insensate, Williams-Halep sarà una finale anticipata. Gli italiani spariscono senza che nessuno se ne accorga, mentre Djokovic illude Shapovalov.

-Mi tocca nuovamente difendere Camila Giorgi da accuse prive di ogni logica che, dopo la partita odierna, le piovono addosso. I commentatori da salotto, come d’altronde sono anch’io, traggono godimento nell’individuare, nella sconfitta della marchigiana, una nuova occasione buttata al vento, giustificando le proprie infondate asserzione con la più banale delle proposizioni: “ah, colpi da numero 1, ma con quella testa!”. È un mio problema, una patologia che ho sviluppato sin dalla nascita. Quando mi trovo davanti ad un luogo comune percepisco un fastidio insopportabile. Rispondo dunque alle ovvietà da ascensore, repertorio di frasi fatte che condividono la stessa valenza di significato di un classico “sì, ma più che il freddo è l’umidità, quella ti entra nelle ossa”, ragionando sui dati. Il terzo set è preso come prova dell’inconsistenza di Camila, che, effettivamente, ha avuto un saldo negativo tra vincenti e gratuiti di 12 a 21. D’altro canto, però, è giusto sottolineare come la Pliskova, nelle ultime stagioni al vertice di ogni tipo di classifica riguardante il colpo di inizio gioco, abbia fatto registrare l’80% di prime in campo, con una realizzazione, di questa, del 75%, sommata al 100% sulla seconda. Per quanto riguarda i restanti due parziali, solo uno spettatore disattento potrebbe negare l’eccelso livello messo in mostra dalla ceca, numero uno al mondo un anno e mezzo fa ed oggi vicina allo stato di forma che la portò ad occupare il trono del circuito, lungo tutto il corso della sfida. Camila ha dimostrato, oltre ad un ottimo miglioramento tattico che già avevo avuto modo di analizzare in passato, anche una certa lucidità. Non mancano poi, ovviamente, errori grossolani, tra schiaffi al volo che sfiorano le tribune e fondamentali giocati dritto per dritto, senza un minimo di rotazione, sui teloni. È evidente anche, aspetto su cui, personalmente, focalizzerei l’attenzione nel futuro più prossimo, che sia necessario migliorare la precisione del servizio. La velocità non manca, ma le traiettorie sono troppo limitate e manca l’opzione della T e dello slice stretto ad aprire il campo. Sono accorgimenti tecnici sui quali la Giorgi avrà il tempo di lavorare. Rimanere ancorati ai discorsi del passato, ai quali anche io, tempo fa, mi attenevo, è scorretto ed insensato. Oggi abbiamo davanti una giocatrice diversa, e l’obiettività della quale tanti discorrono necessita che questo sia ammesso senza remore.

-Shapovalov è tanto esteticamente interessante quanto ancora inadatto a supportare intere partite avendo addosso la pressione di giocatori dalla personalità inscalfibile. Sia chiaro, nessuno si aspettava che il giovane canadese estromettesse il favorito del torneo fischiettando le briose melodie di Debussy traslate in la bemolle, ma dopo aver vinto il terzo set, sfruttando un inaspettato spegnimento dei motori serbi, cedere 6-0 con soli 11 punti vinti è dimostrazione di una psiche labile. Djokovic, invece, si riconferma capace di gestire ogni situazione a proprio piacimento, lasciando che un surreale stop, per chi ha abituato la platea a mesi di costante spinta irrefrenabile, svanisca dalla propria mente come effimera nuvola di fumo nelle correnti d’aria australiane.

-Simona Halep ha ottenuto una vittoria fondamentale. 6-2 6-3 è infatti l’unico punteggio con cui una suo successo avrebbe potuto concederle la speranza di giocare una partita alla pari contro la sua prossima avversaria. Mi spiego. Affrontare Venus sapendo di dover poi imbattersi in Serena, porta a dubbi di vario tipo. Il maggiore, in ordine di grandezza, riguarda il fatto che, inconsciamente, dare un ipotetico 6-4 7-6 alla maggiore delle Williams significa accorgersi che, un vantaggio così lieve, sia insufficiente contro la migliore e più giovane delle sorelle. Invece, nonostante qualche ora prima Serena avesse offerto la solita prestazione esaltante, schiacciando senza pietà le velleità di un’altra giocatrice senza nome, la rumena mette in campo ogni sua recondita qualità. Mobilità da manuale, capacità di passare in un attimo dalla fase difensiva a quella offensiva ed un servizio migliorato esponenzialmente in precisione e velocità. Quello tra la numero uno del mondo e la numero uno della storia sarà il miglior incontro di questo Australian Open. Ovviamente, una finale anticipata.

-Il candido Pouille ha rischiato di ritrovarsi, in questo articolo, vittima di ogni tipo di volgare epiteto, causando così, come conseguenza comprensibile, il mio repentino licenziamento da questo spazio di scrittura virtuale ed il successivo Daspo da ogni tipo di sito tennistico presente in italia e nel mondo. Avanti due set a zero contro un giocatore dotato solo di servizio e dritto, conducendo con fare sciolto come se, dall’alto del suo talento, stesse conferendo misericordiosa lezione ad un pargolo inesperto e commovente, riesce a portare la pratica al quinto lasciando che il pubblico australiano scendesse in campo assieme a Popyrin, conferendogli così nuova linfa. Il transalpino, essendo entità buona e giusta, ha fatto sì che l’australiano godesse appieno del calore prodotto dal tifo autoctono, evitando volutamente di spegnere in un nulla, come avrebbe potuto fare, l’entusiasmo di un efebico soggetto. Un gentleman assoluto, poco da discutere.

-Fognini perde una partita che forse avrebbe potuto vincere, ma visti i precedenti, dico io, è corretto sia finita così. Disperazione per l’uscita di scena dell’ultimo paladino del tennis italico. Lo dico dal primo giorno. Gli azzurri, in questo torneo, conferivano le stesse emozioni di un boiler. La loro dipartita nulla aggiunge e nulla toglie.

Dal vostro cronista è tutto, a domani.

13 comments
  1. E’ più o meno nelle top 30 da un bel po’….guadagna bene quindi chi non e’ bono a giocare o anche chi e’ bono(ma non come lei)non può permettersi di criticare!!!!Ma la tristezza pura e’ perché dopo aver vinto nel turno precedente con una ragazzina massacrata e’ uscita dal campo senza salutare senza un sorriso….vergogna!la ragazzina massacrata ha salutato anche per lei il pubblico nonostante avesse fatto solo pochi games!E’ piccola ma si è vergognata per la Giorgi che non aveva neanche salutato il pubblico che era a vedere e ha pagato!!!VERGOGNA!

  2. Camila a mio avviso è in un percorso di crescita su quegli aspetti critici del suo gioco, quali costanza di rendimento, intelligenza tattica,.gestione del momento difficile. Il costante confronto con le top player e il duro lavoro che sta sicuramente facendo sapranno darle ragione alla fine è magari con qualche anno in più anche certi atteggiamenti in campo miglioreranno. Per ora guardare solo al suo gioco la fa essere vittima e carnefice dei suoi risultati

  3. Camila Giorgi potrebbe essere una grande giocatrice, ha dei limiti caratteriali, non riesce a mantenere l’intensità e concentrazione di gioco che la porterebbero ai vertici del tennis femminile mondiale.Quando vorrei che avesse la grinta di Francesca Schiavone.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Potrebbero interessarti...

Ads Blocker Image Powered by Code Help Pro

Ads Blocker Detected!!!

We have detected that you are using extensions to block ads. Please support us by disabling these ads blocker.

Powered By
100% Free SEO Tools - Tool Kits PRO