Diario degli Australian Open: giorno 7

Tra Dimitrov e Kyrgios a vincere è lo spettacolo. Il piccolo Schwartzaman fa correre Nadal. Nessuno fa attenzione Cilic, mas lui procede spedito. Tutto il meglio, ed il peggio, della settima giornata all'Open d'Australia.

-Kyrgios e Dimitrov promettevano spettacolo, e spettacolo è stato.
La sfida tra i due che, tra i giocatori non appartenenti alla ristretta cerchia dei favolosi tre, possiedono più talento, mostra al mondo quanto il tennis, se giocato a questi livelli, sia ineguagliabile. L’australiano parte forte, sciorinando sassate al servizio che Grigor è costretto, inerme, a veder passare. Nick sembra continuare ad esprimere il livello mostrato nei tre turni precedenti e l’iniziativa è tutta dalla sua parte. Nel momento chiave del primo set, però, il colpo di inizio gioco vacilla, ed un doppio fallo di troppo consegna il parziale nelle mani del bulgaro. Qui, il più grande difetto di Kyrgios, a livello di gioco, affiora, ed è lampante la sua difficoltà derivata da un progressivo abbassamento delle percentuali tenute con la prima di servizio. Quando questo colpo, che nel suo bagaglio tecnico è il più importante, viene a mancare, con lui si sgretolano tutte le certezze.
Eccezionale Dimitrov nel capire il momento, impattando le risposte d’incontro scagliando traiettorie piatte e centrali. Acquista un break di vantaggio anche nel secondo set, e la partita, dal punto di vista del punteggio, volge al termine.
Certo, si susseguiranno un controbreak, un nuovo tiebreak, un parziale addirittura vinto da Kyrgios e il set finale, ma tutto ciò servirà solo come contorno per adornare ancor più la partita di scambi e giocate raggianti.
Grigor è fenomenale, ed il processo di maturazione iniziato proprio in Australia lo scorso anno lo ha portato oggi ad imporsi sul giocatore più caldo del momento. Che libidine vederlo giocare.
Un bagaglio tecnico infinito fuso ad una condizione atletica spaventosa.
Chi ama il tennis spera, in semifinale, di poter assistere alla replica della sfida con Nadal, che sarebbe Luce eterna e imperitura.

-Nadal ha ceduto un set, prima di imporsi su Diego Schwartzman, uno dei giocatori più sottovalutati del circuito. Certo, lo spagnolo visto oggi, almeno nel secondo set, è il peggiore dall’inizio del torneo. Ogni volta rimango stupito, però, dalla potenza dei colpi che escono dalla racchetta dell’argentino, nonostante evidenti limiti fisici che ne penalizzano l’efficacia.
È infatti astuto, lo spagnolo, nello sfruttare il deficit d’altezza dell’avversario nei punti chiave affrontati in ogni set, utilizzando il servizio ad uscire sulla prima, costringendo Schwartzman a lasciare aperto il lungolinea, il servizio kick sulla seconda, facendo impennare la palla dopo il contatto con il terreno e le parabole ancor più esasperate durante gli scambi, sulle quali Diego è costretto ad arrampicarsi, finendo, se non adeguatamente anticipate, per trovarsi la palla sopra la spalla perdendo il controllo del colpo.
Insomma, una vittoria ottenuta più d’astuzia che d’altro, che ha permesso però a Nadal di testare la sua condizione fisica. Ai quarti avrà Cilic, al quale come consuetudine nessuno presta attenzione, ma che, in certi frangenti, ricorda molto il giocatore schiacciasassi giunto in finale a Wimbledon lo scorso anno. In quell’occasione, una volta venuto a contatto con il Vate, dimostrò la sua pavida natura sciogliendosi in un pianto di disperazione.
Vedremo, ora che si troverà di fronte all’altro imperatore, se sarà in grado di reggere la pressione.

-Andreas Seppi perde una partita che avrebbe potuto vincere, ma non oggi.
Non vi è, infatti, un’eccessiva differenza di valori tra lui e Kyle Edmund, ventiduenne britannico che bazzica per il circuito da un lustro e che possiede due tra le gambe più massicce del circuito ATP. Può recriminare qualcosa, però, l’altoatesino, per non aver sfruttato un set ed un break di vantaggio. Da sottolineare come dalla racchetta di Edmund, dopo essersi portato in parità nel secondo parziale, siano usciti a valanga vincenti da entrambi i fondamentali. Emblematico è un dritto incrociato scagliato dall’inglese, che ha toccato i centosessantotto chilometri orari, una velocità spropositata.
Per l’inglese ci sarà ora la sfida con Dimitrov, troppo superiore dal punto di vista del gioco (lo è stato anche Seppi, a dir la verità) per ipotizzare una sua possibile sconfitta.

-Si allineano i quarti di finale nella parte alta del tabellone maschile, mentre le donne proseguono il loro cammino ignorate da tutti. Caroline Woznaicki si candida ad essere la nuova numero uno del mondo, posizione che si troverà ad occupare entro poche settimane. A caccia della medesima posizione anche Elina Svitolina, arguta interprete generalmente presa meno in considerazione del sopracitato Cilic.
Il circuito in gonnella ringrazia il cielo per la presenza di Carla Suarez Navarro, che torna nei quarti dopo anni di sofferenze, incantando la platea e le avversarie con geometrie di rovescio che illuminano un panorama plumbeo formato da padellatrici o terzini rantolanti.

Dal vostro cronista è tutto, a domani.

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