Diario degli Us Open: giorno 2

Roger passeggia con gli occhi puntati su Kyrgios, Djokovic ringrazia il magnanimo Fucsovic. Fognini gioca indossando una bandiera, Cornet colpevole di atti osceni in luogo pubblico. Tutto il meglio, ed il peggio, della seconda giornata agli Us Open.

-Per Roger Federer, quella con il giapponese Nishioka, è stata una simpatica passeggiata di salute, chiusa in scioltezza dopo quasi due ore di gioco ed utilizzata, dallo svizzero, come fruttuoso allenamento ad alta intensità. È chiaro che i primi due turni rappresentino per Roger, ora costretto ad affrontare l’istrionico Paire, un mero preambolo al match che da pronostico lo attende contro Nick Kyrgios, ieri vittorioso in quattro set su Albot. Un completo bordeaux di dubbio gusto avvolge le sacre membra del Vate, venuto a rappresentare la più grande incognita all’interno del tabellone maschile. Sarà in grado di reggere le avverse condizioni meteo, la fatica, l’età e la foga degli avversari improvvisamente rinvigoriti dalle sue precarie condizioni? Le domande vengono ad essere molteplici, mentre si allinea un tabellone destinatogli appositamente da un destino sadico e beffardo. 

-Se Fucsovic non fosse stato Fucsovic, ma un qualsiasi spagnolo rognoso capace di non farsi sopraffare dal terrore della vittoria, Novak Djokovic sarebbe stato costretto ad un dispendioso quinto set per chiudere la sfida di primo turno che l’ha visto, piuttosto falloso, opposto all’ungherese dai celeri fondamentali. Invece, dopo essere stato avanti 4-2 nel terzo parziale, l’inerme Marton lascia che la subdola ipnosi del serbo penetri in lui, cedendo di schianto i successivi dieci game che consegnano platealmente la sfida a Nole. In mezzo, un’interruzione richiesta per il troppo caldo, un bagno di ghiaccio ritenuto indispensabile per la corretta prosecuzione dell’incontro. Il tennis si evolve e con lui le piccole regole. Di certo non un buon Djokovic, ma un percorso agevole fino all’ipotetico quarto di finale con Federer gli permetterà di entrare nuovamente in condizione.

-Simpatico siparietto di Alize Cornet. L’aggettivo che mai, nella logica comune, potrebbe apparire associato al nome della francese, è dovuto a ciò che è accaduto nel corso del match con la Larsson. Alize si accorge di aver indossato la maglietta al contrario, decide di toglierla ed aggiustarla. Tutto accade nel giro di una decina di secondi, fino a quando il silenzio è interrotto dalla voce dell’austero giudice di sedia che le assegna un warning. Cornet incredula, risate del pubblico. Il tutto è reso ancor più entusiasmante dal fatto che la transalpina, al termine della sfida, esca dal campo sconfitta. 

-Marco Cecchinato getta all’aria una partita alla portata, cedendo al passo, malfermo ed arrancato, di Julien Bennetau, trentasette anni vissuti e cinquanta, almeno ieri, effettivamente percepiti. Il palermitano, pur sotto di un set ad inizio quarto, dava l’idea, grazie ad una maggiore tenuta fisica, di poter ribaltare l’incontro da un momento all’altro, salvo poi sciogliersi in doppi falli ed errori di dritto che nel settimo game del quarto parziale hanno consegnato la disputa allo spossato transalpino. Brutta battuta d’arresto, considerando come, al prossimo turno, avrebbe affrontato Struff, in un match alla pari grazie al quale, il raggiungimento del terzo turno, non sarebbe stato difficile da ipotizzare. 

-Dopo un primo set da incubo, Fabio Fognini regola le velleità di Michael Mmoh, giovane americano classe ‘98 tipicamente prodotto dalla fabbrica Bollettieri. Il ligure ha impiegato qualche minuto di troppo per imprimere alla partita il giusto ritmo, ma una volta prese in mano le redini del gioco è stata lampante la differenza di valori in campo. Studiando il lato di tabellone di Fabio, viene logico posare gli occhi su un possibile quarto turno che lo vedrebbe opposto a Federer o Kyrgios, anche se, è bene ricordarlo, occorrerà prima liberarsi di Millman e Chung, ultimamente apparso copia sbiadita della versione capace di raggiungere la semifinale in Australia. Lo squarcio è comunque ottimo, e un completo al quale è impossibile non dedicare almeno qualche parola lo potrà fedelmente accompagnare alla seconda settimana. Righe bianche e rosse, stelline su sfondo blu. Fabio indossa i colori della bandiera americana, attirandosi le simpatie del pubblico autoctono. Una buona strategia di mercato, senza alcun dubbio. 

Dal vostro cronista è tutto, a domani.

0 comments
  1. “””””Un completo bordeaux di dubbio gusto avvolge le sacre membra del Vate, venuto a rappresentare la più grande incognita all’interno del tabellone maschile. Sarà in grado di reggere le avverse condizioni meteo, la fatica, l’età e la foga degli avversari improvvisamente rinvigoriti dalle sue precarie condizioni?””””””
    Questi commenti di Tennis Circus lasciano parecchio perplessi….
    Il completo può avere qualunque colore, ma sarà sempre inadeguato rispetto a chi lo indossa….e di precario c’è solo lo stile di chi scrive….datti pace Tennis Circus, il tuo sarcasmo resta mediocre….

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