Diario degli Us Open: giorno 5

Un Nadal mediocre vince con coraggio, Serena umilia l'impotente sorella. I grandi battitori hanno vita facile, mentre esce l'ipnotica bellezza di Shapovalov. Tutto il meglio, ed il peggio, della quinta giornata agli Us Open.

-La prestazione offerta nella notte da Nadal è stata mediocre. Karen Khachanov, pur essendo meritevole di lodi, altro non è se non la replica perfetta di molti giocatori che basano la propria carriera su due colpi di inizio gioco, servizio e dritto, ed era quindi difficile ipotizzare potesse mettere in seria difficoltà la versione sfavillante dello spagnolo ammirata nei primi due turni. In sostanza la sfida, emozionale e tirata fino all’ultimo quindici, può essere riassunta e spiegata in due fattori, compresenti e dicotomici. Il russo ha giocato la partita perfetta, sempre in spinta, persino dal lato del rovescio, prodigandosi in difese superlative che mai mi sarei aspettato da un interprete dotato delle sue caratteristiche. Rafa, invece, ha commesso un numero spropositato di errori gratuiti (40 a fine match), non riuscendo a scalfire, per propri demeriti, la psiche del ben più inesperto avversario. Ne esce, Nadal, soltanto grazie al terrore che assale Khachanov nell’istante in cui, passata la trance agonistica, si rende conto di quanto vicino potesse trovarsi ad un risultato insperato, momento che si traduce, dopo una partita condotta magistralmente al servizio, in tre doppi falli cruciali nel tiebreak del terzo parziale. Tante occasioni gli sono passate tra le mani. Nadal ha avuto il coraggio di imporsi fisicamente in molte di esse, al resto ci ha pensato il misericordioso Karen. Dopo quattro ore e mezza di lotta brutale ed estenuante, Rafa conquista il quarto turno, dove un tabellone finora da ATP 500 lo vedrà opposto a Basilashvili. Uno spavento di tale intensità, probabilmente, ci voleva. Ora il georgiano potrebbe patire una sonora lezione di tennis. 

-L’atto numero 30 della sfida tra le sorelle Williams si conclude con la vittoria più netta ottenuta da Serena in carriera sulla sorella. 6-1 6-2 che non ammette discussioni, una superiorità talmente evidente da risultare, a tratti, persino imbarazzante. La partita non mi consente di effettuare un commento interessante, motivo per il quale ha più senso, in questa circostanza, analizzare il tabellone che si presenta ora davanti a Serena. Al prossimo turno si troverà apposta a Kaia Kanepi, giustiziera di Simona Halep al primo turno e scampata alla maledizione della sconfitta patita solitamente nell’incontro successivo dalle sfavorite che si impongono su giocatrici di spessore. L’estone tira forte, senza paura e privandosi consapevolmente di una precisa tattica di gioco. Un nuovo exploit appare difficile, considerando come, storicamente, le interpreti di un tennis piatto e potente siano difficilmente in grado di superare colei che di questo stile di gioco è la regina indiscussa. Ai quarti ci sarebbe poi Karolina Pliskova, per la quale, pur con altri valori, varrebbe lo stesso discorso, prima di una semifinale con Svitolina o Stephens, potenzialmente letali. Difficile è effettuare un pronostico su Serena, che rimane comunque un’incognita. La condizione, però, appare migliore giorno dopo giorno. 

-I grandi battitori della parte alta di tabellone procedono a braccetto scagliando ace e dritti vincenti. Isner, Anderson, Raonic e Del Potro, giocatori fotocopia che fanno del loro binomio mortale un’arma tremendamente efficace sul cemento newyorkese. Isner supera in quattro le resistenza di Lajovic, Anderson, in cinque, piega la bellezza iconica di Shapovalov, per la quale inizio a provare una sorta di dipendenza fisica. Del Potro ha vita agevole con Verdasco, dimostrando di essere, insieme a Nadal, il favorito indiscusso per questa metà del draw, mentre Raonic, in tre set piuttosto comodi, elimina un Wawrinka spento e retrocesso rispetto alle prestazioni offerte nei giorni scorsi. La solidità di questi interpreti è ammirevole e con sempre più frequenza li troviamo, insieme, nelle fasi finali dei tornei dello Slam. È chiaro come, ormai, il servizio rappresenti un elemento fondamentale per poter raggiungere i gradini più elevati di un circuito maschile estremamente potente. Per sfondare ad alti livelli, attualmente, occorre un prima palla costantemente sopra i 200 km/h. Se non si possiede questo colpo, la sola alternativa è chiamarsi Nadal. 

-Il caso Lhayani si conclude con un nulla di fatto. Come previsto nel diario di ieri, troppo altisonante è il nome dell’arbitro svedese perchè la federazione potesse prendere un provvedimento esemplare, e la sola pena che sarà costretto a subire sarà la presenza di ispettori  dediti alla verifica delle irregolarità nel corso nei prossimi match che si troverà ad arbitrare. L’unico ad averci rimesso, in questa situazione, è stato il povero Herbert, al quale mai sarà rimossa l’idea che, senza un coaching emotivo, al terzo turno, opposto a Federer, sarebbe potuto esserci lui. 

Dal vostro cronista è tutto, a domani.

0 comments
  1. Nadal mediocre non l’ho visto per niente, è stata una bellissima partita con almeno una decina di scambi favolosi, credo che questo matches a Rafa gli costerà caro. Bel matches di Shapovalov perso x inesperienza, quello che mi sta impressionando di più è Del potro che non ha ancora perso un set

  2. Sono due le cose: o non guardi le partite o scrivi a casaccio! Serena a fine partita ha lanciato una occhiataccia a Venus , come a dire: perché mi hai regalato la partita? … Venus non ha giocato…quindi non usare paroloni del tipo “umilia” perché non sono per niente adatti!

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