Diario di Wimbledon: giorno 11

Federer brutto ma vincente, il benedetto Cilic e l'abitudine a perdere di Tomas Berdych. Tutto il meglio, ed il peggio, dell'undicesima giornata ai Championships.

-No, niente di quanto si è letto, in queste ore, nei maggiori siti d’informazione italiani e non, è vero. Nessuna perfezione, straripante prestazione o divina dimostrazione di candore è stata data, sul campo centrale, da Roger Federer.
Nonostante ciò, non è sufficiente un Berdych degno degli anni migliori a strappare anche solo un misero set.
Basterebbe ciò a completare l’analisi della semifinale di oggi.
Lo svizzero, dopo una prima settimana superata con mestiere ed un quarto di finale, di nuovo, vinto con facilità per esperienza e suicidio canadese, è apparso sul palco assomigliando alla versione scarica e depotenziata apparsa negli incontri pre-Wimbledon. È però in questa condizione che dimostra come, pur non giocando al meglio ed affrontando un tabellone di difficoltà tutt’altro che probante, vincerà con merito questa edizione dei Championships. Nei tiebreak del primo e del secondo set, seguiti dal quinto game del terzo parziale, Federer, in difficoltà, si aggrappa al servizio. Ace, ace, prime vincenti a raffica. Quando i fondamentali smettono di funzionare, vuoi per lentezza, pigrizia o fastidio nel comprendere che non sempre ogni colpo è possibile, il colpo di inizio gioco funge da salvavita.
Serve meglio di Berdych, di Querrey e persino di Cilic.
In caso di distrazioni, domenica, un set potrebbe anche perderlo. Ricordiamo il Cilic che, al già citato torneo americano, sconfisse Roger in tre set.
Questo, però, è Wimbledon.
Domenica, dunque, sarà tutta un’altra storia.

-Ciò che pensavo potesse essere una monotona sfida di bordate e servizi vincenti, si è invece, con il tempo, trasformata in confronto (quasi) piacevole alla vista.
Tra Cilic e Querrey il pronostico era segnato. Troppa era la differenza di simili esperienze ad alto livello, e l’americano, la cui tetra espressione appare minacciosamente sotto la rigida visiera, ne ha inevitabilmente pagato dazio.
Tanti, io compreso, ritenevano che lo Us Open 2014 non fosse altro, per il croato, che un torneo benedetto dalla divina misericordia di Medjugorje. È bravo, invece, a smentire tutti, facendo tremare, per due notti, l’intero plotone di sudditi fedeli al Vate. Il rovescio lungolinea è un colpo che dalle corde di Cilic è sempre uscito con facilità.
Giocandolo, però, andrà contro al dritto di Federer, che incrociando lo costringerebbe ad una progressiva perdita di campo. Tatticamente, per lui, sarà sfida impossibile. Dovrà solo sperare che la potenza dei suoi colpi finisca per sfondare la cristallina resistenza dell’elvetico.

0 comments
  1. Ma che cosa deve fare Federer? Giocare per 2 settimane sempre al massimo senza nessuna pausa? Ha fatto un torneo ( a quasi 36 anni ) senza nemmeno lasciare un set. Ieri, contro un Berdych sicuramente ad alto livello, è risultato ancora vincente. Veramente mi chiedo che cosa si cerchi da lui. E’ incredibile. Vedo in giro una folta schiera di gufi, capitanati dalla conduttrice Elena Pero che sullo O-15 su servizio di Federer se ne esce sempre con un compiaciuto..ATTENZIONE… 0-15. Mah!!! Domani contro il “bombardiere” Cilic potrà anche perdere, ma ciò che ha fatto in questo torneo rimarrà comunque come un’impresa.

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