Diario di Wimbledon: giorno 7

Il miracolo di Müller! La Kerber perde il regno e Federer scherza la copia Dimitrov. Tutto il meglio, ed il peggio, della settima giornata ai Championship.

-Müller non fa solo un’impresa, ma un vero e proprio miracolo sportivo.
Non è credibile che il lussemburghese sia stato in grado di vincere una maratona con colui che da sempre è il Re di questa disciplina. Bravo, bravo Gilles.
Scrivevo, prima del torneo, che Nadal non avrebbe avuto possibilità di vincere il torneo. Lo spagnolo, su questa superficie, soffre tremendamente il servizio degli avversari. È un suo limite, perché, ostinato, continua a ribattere come fosse su terra, stando quattro metri fuori dal campo. Müller, dal canto suo, si prodiga in giocate che mai, in altre partite, sarà in grado di replicare. Cederà a Cilic, probabilmente, ma il suo torneo, regalandosi la vittoria più importante della carriera, l’ha già vinto.

-Come ampiamente pronosticato Dimitrov, versione depotenziata e meno costante di Federer, offre una splendida genuflessione nei confronti del granitico Vate, che incanta la platea con giocate memorabili malamente imitate dall’impotente bulgaro. Ne esce una sfida visibilmente piacevole, ma dall’esito scontato. Ai quarti di finale, lo svizzero affronterà Raonic, nella rivincita della semifinale giocata la scorso anno che molti ricordano con il nodo alla gola.

-Cade il regno della Kerber. Regno, pensandoci, è una parola grossa. Il periodo in cui la tedesca è rimasta al vertice della classifica è stato, indubbiamente, una plumbea dittatura. Da lunedì, per ora, il primo posto sarà occupato dalla Pliskova. In ogni caso, tra poche settimane, Simona Halep prenderà le redini del circuito, instaurando, meritatamente, un dominio che sembra, senza Slam, dover durare a lungo.

-Nuova generazione rimandata da due uomini che, a Wimbledon, vantano una finale a testa. Raonic e Berdych hanno infatti la meglio dei pargoli Thiem (che in realtà, all’anagrafe, vanta tre primavere in meno del canadese) e Zverev, predestinato vincitore troppo macchinoso per poter essere sufficientemente competitivo anche sull’erba. Bravi loro, che si prendono una grande rivincita nei confronti dei due che, a livello teorico, li hanno già superati. Il ceco giocò su questi campi la finale, nel 2010.
Ora, però, probabilmente opposto a Djokovic, sembrerebbe non avere chance.

-Agnieszka Radwanska, oltre ad essere universalmente riconosciuta come la giocatrice più talentuosa del circuito, è anche donna di gentilezza immane. Lascia dunque la vittoria a Svetlana Kuznecova, che si impone in due netti set mostrando una qualità di gioco simile a quella che, nel 2009, le consentì la vittoria al Roland Garros. Un plauso lo merita la coppia di commento che, con grande professionalità, sciorina arguti commenti, irridendo senza controllo la polacca. “Ha lo stesso ritmo dei soci nei circoli”, sì, con un braccio baciato dal divino.

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