Il famigerato “braccino del tennista”: un vero avversario per molti

Una partita di tennis si vince o si perde soprattutto nella propria testa e la vera svolta è riuscire a mantenere il sangue freddo nei momenti importanti senza essere dominati dalla naturale tensione che, spesso, ci porta ad avere il temuto "braccino", il nemico mentale numero 1 per chi gioca a tennis

“Costantemente nel braccio di ogni tennista si combatte una ferocissima battaglia fra due forze contrapposte: quella dell’Io inconsapevole, che cerca di tirare il colpo a tutta forza, e quella dell’Io consapevole, che usa una parte delle fibre muscolari del braccio per rallentare il gesto, nella vana speranza di riassumerne il controllo.”Questo appena citato è un passo del libro di Sara Errani “Excalibur” che ci fa capire come un incontro di tennis non si giochi solamente contro il nostro avversario odierno. Sappiamo bene che Sara Errani, finalista al Roland Garros ed ex numero 5 del mondo, è una grande agonista che lotta su ogni punto, ma deve comunque affrontare l’Io consapevole, che ha terrore di un colpo sbagliato nel momento importante di un match.

Ecco un identikit di chi è affetto dal “braccino” del tennista. Ci sono momenti in cui un giocatore si sente talmente in fiducia che sembra colpire la pallina in automatico e non sbagliare mai scelta tattica. Personalmente posso tranquillamente confermare che quando sei “on fire” ti senti invincibile. Il problema sorge però quando le sensazioni negative sovrastano quelle positive. Ecco che ogni scelta viene messa in discussione dalla nostra mente.  Perdiamo fiducia e la paura di sbagliare riesce ad influenzarci profondamente e il movimento dei colpi si rallenta di conseguenza, con l’intento di eseguirlo perfettamente si perde fluidità e velocità e il nostro avversario potrà colpire una palla meno complessa e più semplice da attaccare.

Un mental coach vi suggerirebbe di calmare la mente, così il corpo si rilasserà e vi permetterà di giocare con maggiore libertà e fluidità. Come si può calmare la mente? Imparando a fare due cose fondamentali: abbandonare il giudizio e rimanere nel “qui e ora”. Chiunque giochi a tennis sa bene di cosa stiamo parlando e sa anche che non giudicare negativamente un errore o non pensare al passato/futuro è davvero complicato. Un buon esercizio è giocare tanti match, col tempo ci si abitua ad affrontare i momenti importanti gestendo la pressione e ad affidarsi ai propri “colpi sicuri”, così da non perdere fiducia quando più ci serve. Allo stesso tempo ci sono tanti trucchetti mentali che possono aiutare a prevenire il “braccino del tennista”. Non ultimo il supporto di validi preparatori mentali che accompagnano tanti atleti professionisti in un percorso di crescita che spesso li porta ad ottenere grandi risultati. Ovviamente bisogna valutare tanti fattori e in ogni caso si può migliorare tanto in questo aspetto con volontà e impegno.

Buon tennis a tutti!

di Gianluca Rossino

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