Il ritorno e le speranze di Roger Federer in Australia

Finalmente, nella giornata di ieri, l'attesa è terminata, e Roger Federer è tornato a calcare i campi degli Australian Open. Ma ha davvero senso parlare di speranze di vittoria per il Maestro svizzero?

IL RITORNO DI ROGER- Il tennis è ancora vivo . Finalmente, dopo sei mesi di tristi silenzi ed inappagabile noia, le attenzioni e le luci sul tennis sembrano destarsi all’improvviso, quasi magicamente, scosse dal ritorno del Messia Roger Federer. La snervante ed infinita attesa del Suo rientro, durata sei interminabili mesi, lo ha visto purtroppo fuori dalla scena competitiva , appiattendo, omologando e rendendo infinitamente monotono e quasi seccante il panorama tennistico, relegandoci all’assistere a sfide interminabili, con becere e sovrumane grida di fatica a fare da contesto sonoro ad estenuanti scambi di pallate violente , animalesche, prevedibili, schematiche, prive di qualsiasi fascino, limitate ad un’appannante e frustante ping pong. Tra i terribili fautori di questo “spettacolo atletico quasi bellico”, spiccano, con tristezza, Djokovic e Murray, inevitabili protagonisti del circuito; “elastico e gommoso” il primo, dotato di muscoli ipertrofici il secondo, hanno dato vita a battaglie di sconcertante noia, intervallate da rari e sporadici ruggiti dell’irruente e sfacciato svizzero Stan Wawrinka trionfatore agli Us Open 2016, nelle quali a soccombere è sempre stato il primo ad essere sfiancato e ad andare al tappeto, facendo scadere tutto nella mera e brutale violenza.

Astro brillante di rinascita nel buio tennistico di questi mesi è stato Federer, che sotto l’occhio vigile e attento di Ljubicic, prima di calcare i campi australiani di Perth, ha effettuato la riabilitazione e la preparazione fisica in quel di Dubai, dove a far da sfondo durante i faticosi allenamenti, c’erano il caldo torrido, le splendide palme, ed il volenteroso e fresco sparring partner d’eccezione Pouille, mattatore agli Us Open 2016 di Rafa Nadal. Conclusa la preparazione negli Emirati Arabi, Federer ed il suo copioso team, si sono immediatamente spostati a Perth, per disputare l’evento a squadre della Hopman Cup; dove Roger ha potuto testare la sua forma fisica, piuttosto buona, ed assaporare dopo tanto tempo di inattività, la tensione e lo sforzo psico-fisico dei match ,che tanto gli mancavano, che lo hanno visto antagonista di Evans, Zverev, ed infine Gasquet, chiudendo con un bilancio positivo di due vittorie ed una sconfitta il torneo-preparazione agli Aus Open 2017.

GLI AUSTRALIAN OPEN- Primo impegno ufficiale di questa cuoriosissima stagione per l’elvetico, sarà infatti lo Slam australiano, durante il quale la testa di serie N° 17 , a causa dell’insolito difficile sorteggio, eccezion fatta per i primi due turni che lo vedranno opposto a due qualificati, dovrà affrontare, già dal terzo turno, il bombardiere ceco Berdych avversario ostico, ma non di certo impossibile per il genio svizzero; agli ottavi dovrebbe invece vedersela col nipponico Kei Nishikori, celere e fastidioso avversario, ed effettivo primo “scoglio del torneo”, che impegnerebbe decisamente di più Federer, che se dovesse venire a capo anche di questo match, potrebbe dirsi soddisfatto del suo bottino viste le premesse convalescenti; eventualmente ai quarti si scontrerebbe con il fresco N° 1 del mondo Andy Murray, favorito del torneo, in un incontro che, quasi sicuramente, si rivelerebbe fatale.

E’ chiaro e può essere giustificabile che, tutto il mondo tennis si focalizzi sulle aspettative, a mio parere apprensive e pretenziose, sul ritorno del fuoriclasse svizzero. Credo però che, si debba ponderare ,soprattutto nel torneo d’esordio, il rientro di Federer come una estrema, effimera e forse fortunata ultima occasione di potere ammirare gesta di infinita classe ed eleganza, che rispecchiano e ci mostrano, senza l’arroganza di chi potrebbe permetterselo, l’ideale di bellezza, di tecnica pura e raffinata, dai gesti classici, dotata di rara fluidità, abbinata alla sopraffine compostezza e, al contempo, alla disarmante potenza; il versatile fiuto tattico e la visione periferica del campo ; chi, nonostante abbia stravinto tutto e sconfitto chiunque, ha ancora la passione, la dedizione e la fame agonistica necessarie ed immancabili, per reinventarsi tecnicamente e tatticamente ogni stagione, per tenere testa alle nuove leve sempre più agguerrite; per essere padre di quattro gemelli e marito dell’insostituibile Mirka; per sfuggire all’incessante ed impietoso scorrere del tempo, al quale con tutte le sue forze, il maestro svizzero, tenta di ribellarsi ammirevolmente, con classe e con l’amara e sconsolata consapevolezza, di chi sa che, questa è l’unica partita che non potrà avere margine di vittoria. Bisogna, dunque, acquisire attraverso una cosciente, razionale e riflessiva analisi la consapevolezza che, vagheggiare in maniera apprensiva, ansiosa e bramosa di trionfi, sul Suo ritorno nel circuito, è un clamoroso errore, di cui tutti i fedeli di Federer e gli appassionati in generale, si pentiranno presto; non avendo potuto assistere, fino in fondo, al compiersi del genio.

di Antonio Mulone

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