Il tennis di domani? Nasce oggi!

Sarà mica tardi per una sentitissima letterina natalizia? Nessun problema, anche perché forse non è necessario indirizzarla al buon vecchietto di rosso vestito ma a tutti coloro che hanno voce in capitolo nel pazzo mondo del tennis.

Ogni anno che passa si rischia di cambiare quella che è da sempre la preoccupazione primaria per ogni appassionato, non interrogandosi più sulle possibili sorprese dell’anno venturo, sui malaugurati infortuni, sugli exploit o sui record ancora da infrangere. Che ci sia una fortissima volontà di dare qualche piccola riga di bianchetto al copione naturale del tennis è cosa risaputa, partendo purtroppo fin dalle solide basi, e se nel corso della storia non c’è stato attimo in cui il vil denaro non abbia tirato a comandare, ahinoi anche stavolta sarà necessario imbracciare tutte le armi più potenti a nostra disposizione per tentare un’ultima resistenza per la storia, che sia il telecomando o il biglietto di un torneo qualsiasi.

Magari sarà un problema dei cosiddetti “puristi”, dei conservatori e di chi si è goduto l’era della pallina bianca, ma a mio avviso l’obiettivo delle generazioni transitorie è quello di preservare e vaticinare un’evoluzione sostenibile, comprendente anche il mantenimento della sana passione senza tempo per quelle piccole grandi cose che hanno reso splendido ed immortale uno sport da torcicollo come il tennis.

Paradossalmente, senza voler fare il saggio da baretto periferico, ogni aspetto di un mondo in evoluzione può essere messo in relazione con questo problema giustappunto sollevato, anche semplicemente prendendo la nostra straziata Italia: non si legge più e le nuove generazioni non hanno più il piacere né di leggere né di scrivere, non si parla più e non si hanno più valori con conseguente mancanza di fiducia (ma sopratutto di interesse e senso etico e morale) in sé stessi, in chi giudica e viene giudicato, non si riesce a fare buona musica e la passione per essa va scemando, non ci si pongono obiettivi difficili da raggiungere neanche nell’universo ludico e videoludico e si impara solo ad arrendersi alla prima difficoltà. E sarebbe facilissimo trovare altri argomenti.

Tutta questa superficiale analisi della società moderna mira a far capire quanto sia importante la difesa di certe tradizioni, se certe posizioni vengono prese con coscienza e sopratutto con apertura mentale verso quelli che potrebbero e dovranno essere cambiamenti costruttivi ed inevitabili. Alcuni, ma tutti no, affatto.

Con le modifiche tanto chiacchierate in questo anno si rischiano di perdere gli appassionati veri, ovvero coloro che si svegliano alle 4 di mattina per vedersi un match degli AusOpen prima di andare a lavorare o a scuola, quelli che spengono il computer (ormai conviene dire cellulare) per vedersi un primo turno interessante o un ITF in giro per il mondo “perché mi hanno detto che quello non è male e vorrei vedere meglio come gioca”.

Forse sognare ad occhi aperti è una pericolosissima arma a doppio taglio, ma se non si sogna un po’ a Natale ogni minimo scampolo di luce abbandonerebbe gli occhi felici di qualunque sognatore sulla faccia di questa terra. Il più, a dirvi la mia, sarebbe fatto se questo desiderio venisse esaudito, ma ce ne sarebbero ancora tanti di punti da toccare. Vogliamo mica dimenticarci di chi solitamente viene dimenticato!? Il riferimento è chiaro e va verso tutti quei giocatori di “seconda fascia” che vedono i montepremi dei tornei maggiori lievitare anno dopo anno mentre il loro pane quotidiano, quei tornei ITF e Challenger che danno da mangiare a una infinita moltitudine di giocatori, si ritrovano sempre più poveri se comparati ai dollaroni dei Major o giù di lì. Forse basterebbe un esamino di coscienza, visto che basterebbe un minimo livellamento dei prize money per lasciare tutti gli interessati felici e contenti, visto che la partecipazione dei big non sarebbe di certo in discussione per pochissime migliaia di dollari tolte al montepremi, con il vincitore che neanche farebbe caso alla differenza.

Per un mondo del tennis sano, come per tutte le altre cose, servono idee giuste rivolte a tutti i vari strati che vanno a comporre tutto il pacchetto, anche perché se non si da la possibilità di crescere un potenziale campione, magari in ristrettezze economiche, egli potrà provare per qualche tempo per poi abbandonare il dispendioso mondo del tennis, e nel perdere in silenzio quel campione sarà difficile anche trovare il coraggio per biasimarlo.Qualche nuovo torneo sugli splendidi manti erbosi che tanto mancano a questo circuito. Sogno proibito ma necessario a ridare gioia e spettacolo ad un gioco che più piatto di così probabilmente non potrà diventare. Forse la risposta sarebbe tutta qui, con la varietà che potrebbe da sola ridare lustro a tutta la baracca, senza bisogno di guardare ai giochi di potere ed a nuove astruse formule ideate per i circuiti ATP e WTA. Già, perché ad ogni parola che appare su questa letterina si ravviva il pensiero che ogni anno verrebbe da richiederne uno più simile a quello passato rispetto a quello che quasi sicuramente verrà, anche se il ritorno degli infortunati storici fa da unica eccezione.

Per non dare un’indegna fine ad uno spettacolo così meraviglioso è sempre buona cosa guardare verso gli inizi, come tutto è nato ed è mutato negli anni, per prendere atto che alla fine, nonostante i desideri o i propositi, il futuro sarà plasmato proprio da ciò che vogliamo oggi. Tutti.

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