Ma quando arrivano le ragazze?

La finale fra Serena e Venus Williams agli Australian Open e i tornei di inizio stagione confermano la difficoltà di un ricambio generazionale anche nel circuito Wta. Mentre tutti aspettano una giovane campionessa, le veterane mantengono saldo il proprio trono. Di Tommaso Borgatti

Se il mondo della musica pare avanzare a ritmi forsennati, con volti nuovi e giovani sempre più giovani lanciati al successo, cosa possiamo dire dell’attuale situazione del nostro sport preferito? Probabilmente che “l’evoluzione inciampa”, come direbbe qualcuno che musicalmente parlando si è evoluto molto velocemente nell’ultimo anno solare. Il 2017 del circuito WTA è partito con tante ombre e poche luci: c’è qualche giovane tennista sulla rampa di lancio, ma la finale australiana ancora tutta “made in Williams” non è un buon segnale per chi sogna una nuova rivelazione nel mondo tennistico al femminile.

Iniziando la nostra analisi partendo proprio dallo Slam disputato a gennaio, è chiaro come un dominio di Venus e Serena Williams evidenzi una vera e propria mancanza di alternative concrete all’interno del circuito. Poteva essere lo Slam di conferma per qualche volto nuovo come Karolina Pliskova o Johanna Konta che, seppur non giovanissime costituiscono sicuro una buona alternativa per il futuro, oppure l’occasione di un salto di qualità per altre come Daria Kasatkina, Caroline Garcia e Kiki Mladenovic. La Pliskova è probabilmente il volto più positivo di quest’inizio anno, con due tornei vinti e highest ranking raggiunto da poco, anche se nei tornei maggiori le è mancata la zampata finale, vedi la recente semifinale persa a Indian Wells per mano della rediviva Kuznetsova. Non si può dire lo stesso di Konta che, dopo la vittoria a Sydney e i quarti di finale a Melbourne, non ha partecipato a Doha e Dubai, ed ha lasciato al secondo turno il tabellone in California.

Karolina Pliskova
Karolina Pliskova

Guardando la top-ten del ranking, chi spicca maggiormente in questo inizio di stagione è sicuramente l’ucraina Elina Svitolina, partita subito in quarta con venti vittorie (e appena tre sconfitte) fino ad ora, tra le quali i successi a Dubai e Taipei ma anche le dolorose sconfitte ad Indian Wells (per mano di Muguruza), e in Australia. Proprio Garbine pare essere uno dei volti più ignoti di questo inizio di stagione; partita probabilmente con tante pressioni e il peso di essere una tra le pretendenti al trono mondiale, ha ben figurato a Brisbane raggiungendo la semifinale – ma in seguito ha parzialmente deluso, uscendo ai quarti di finale agli Australian Open (con un tabellone non proprio spigoloso) prima del secondo turno a Doha e il ko al debutto a Dubai. Continuando la lista delle tenniste più in ombra, è d’obbligo citare la numero uno del mondo Angelique Kerber, seguita da Halep, Radwanska e Cibulkova. Tutte e quattro le giocatrici sono partite con il freno a mano molto tirato, compensando quasi le vittorie con le sconfitte. Sfogliando i vari tabelloni dei tornei è difficile scovare uno di questi nomi nella parte destra. Ha infatti racimolato appena due semifinali Dominika Cibulkova, soltanto una Kerber mentre “Aga Radwanska è stata finalista a Sydney nella prima uscita stagionale. Qualche buono spunto l’hanno fatto vedere Wozniacki e Kuznetsova che, pur avendo vissuto stagioni migliori, in questo momento storico piuttosto incerto riescono ancora a piazzare qualche colpo interessante. Ancora non pervenuta l’americana Madison Keys, appena tornata dall’infortunio e recentemente riunitasi a Lindsay Davenport, una che invece di finali e vittorie un po’ se ne intende. Non dimentichiamo infine le assenze forzate di tre regine del circuito Wta, ovvero Viktoria Azarenka (neo-mamma), Petra Kvitova (infortunata a seguito di una rapina subita), e Maria Sharapova (prossima al rientro dopo la squalifica per doping).

Abbiamo analizzato fino adesso le lacune delle prime giocatrici del mondo, ma è d’obbligo ricordare che come qualcuno scende, sicuramente qualcuno sale. E allora? Cercasi storie dal gran finale, come incita il nostro amico Francesco Gabbani. Kayla Day? Catherine CiciBellis? Entrambe minorenni e americane di belle speranze. Per la Day, dopo la vittoria all’ITF di Rancho Santa Fe è arrivato il terzo turno ad Indian Wells, superando avversarie ben più navigate come Nara e Lucic-Baroni e strappando anche un set alla Muguruza; per la Bellis invece i quarti di finale a Dubai. Entrambe questa settimana hanno raggiunto il loro best-ranking.  Se poi ci attrezziamo con una lente di ingrandimento, possiamo azzardare Anastasia Potapova e Amanda Anisimova, 16 anni ancora da compiere per entrambe, rispettivamente 454 e 512 del ranking, ma con la strada spianata davanti a loro e risultati di tutto rispetto nel circuito futures.  

Kayla Day
Kayla Day

Infine, anche se negli ultimi tempi non hanno propriamente brillato, non vanno del tutto dimenticate giocatrici come Belinda Bencic, Daria Kasatkina, Louisa Chirico e Jelena Ostapenko o ancora qualche nome meno conosciuto come Rebecca Sramkova, Naomi Osaka e Natalia Vikhlyantseva, che molto spesso, partendo magari dalle qualificazioni, riescono a racimolare punti utili alla scalata della classifica per piazzarsi nei tabelloni principali magari nei prossimi mesi. Le speranze ci sono e il futuro è tutto da scoprire; nel presente intanto è anche bello assistere alle vittorie delle sorelle Williams, loro che da ormai vent’anni dominano la scena mondiale, che già a diciotto anni piazzavano tasselli importanti nella costruzione di due carriere straordinarie e probabilmente irraggiungibili ancora per qualche quinquennio. L’anno è comunque iniziato da poco, ancora tanti tornei e tante battaglie si prospettano davanti a noi; qualche nome nuovo emergerà e, con ogni probabilità, qualche giocatrice data ormai per smarrita se non addirittura finita, piazzerà qualche colpo importante e tornerà in sella cancellando i dubbiComunque vada, aspettiamoci tutte “storie dal gran finale”.

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