Murray: “Ora so come giocare sulla terra rossa”

In questo inizio di stagione non si fa altro che parlare di Nole Djokovic, dominatore del circuito, che sembra in rampa di lancio per il GRANDE SLAM, che lo porrebbe nella leggenda del tennis. Sotto traccia sta facendo una super stagione un altro dei fab four, il più sottovalutato e quello dei quattro che sembra sempre debba dimostrare qualcosa. Quest’anno ha raggiunto finale negli Australian Open, finale a Miami, e vinto i tornei di Monaco e Madrid sulla terra superficie dove non aveva mai trionfato, la terra rossa.
Murray parigi roland
Nel quarto di finale di ieri è riuscito a battere per la prima volta in carriera sulla terra il coriaceo e sempre costante spagnolo David Ferrer. Vittoria più netta di quella che dice il punteggio con Murray che ha accusato qualche piccolo passaggio a vuoto che l’ha costretto nel primo set a giocare un tie break quando era avanti di un break e a servire per conquistarlo, e addirittura a perdere il terzo set dopo aver avuto un match point.

Passaggio a vuoto superato completamente nel quarto set che ha chiuso subito nei primi game brekkando Ferrer con due passanti di rovescio super. Insomma la vera supersfida che tutti credevano fosse quella di ieri tra Nadal e Djokovic potrebbe materializzarsi domani con lo scontro tra numero 1 e numero 3 del mondo.

Nelle interviste post partite Murray è apparso raggiante, felice del tennis espresso. Il tanto chiacchierato e criticato sodalizio con Amelie Mauresmo sta dando i frutti sperati, si vedono i miglioramenti nel gioco dello scozzese, che su questa superficie non aveva mai brillato particolarmente. Ricordiamo anche lo scorso anno semifinale ma spazzato via in tre set dal vero Nadal.  Nel dopo partita ha dichiarato a ESPN: “La terra non era una superficie per me, non ci sono nato, però in questi mesi sto migliorando molto e sto giocando molto bene, soprattutto dal punto di vista tattico”.
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“E’ stato per me molto importante vincere il torneo di Monaco e battere Nadal, anche se non al suo livello standard, a Madrid mi ha dato molta fiducia”. Lo scozzese è a caccia della sua prima finale in carriera al Roland Garros. Come detto ad attenderlo ci sarà il numero 1 e apparentemente imbattibile Novak Djokovic che ha spazzolato via dal campo Rafa Nadal. Proprio riguardo quest’ultimo Andy ha dichiarato: “La stagione di Rafa sulla terra è stata deludente dal punto di vista di risultati, ma ci sono state alcune buone partite. E’ certamente un altro giocatore rispetto a quello che siamo abituati a vedere ma ha avuto sei mesi difficili, con stop ed infortuni continui come successo a me lo scorso anno. Sono sicuro che tornerà, basta vincere qualche partita importante e riacquisterà la fiducia nei suoi mezzi”.

La chiave di lettura dei miglioramenti di Murray di quest’anno parte secondo il mio punto di vista dalla chiusura della scorsa stagione. Come gia da lui detto con un allenatrice riesce ad esprimere meglio se stesso e l’umiltà con cui lo scorso anno è andato a conquistarsi il masters giocando praticamente tutti i tornei la dice lunga sulla sua voglia di tornare ai vertici della classifica. Straordinaria fu la finale dello scorso anno di Valencia dove distrutto, stanco, miracolosamente è riuscito a battere Robredo in un match maratona (con tanto di dito medio da parte dello spagnolo).

Quest’anno abbiamo rivisto gia dagli Australian Open il vero Murray. E tornato fisicamente apposto, capace di mettere in pratica il suo classico tennis con qualche accorgimento in più che gli ha permesso di elevare il suo livello. Peccato per lui che in questo inizio di stagione ci sia in campo anche un Djokovic in versione super eroe che senza apparente sforzo sbaraglia la concorrenza avendo perso quest’anno solo una finale, a Doha per mano di Roger Federer.
Andy Murray roland garros
Tornando a Murray, l’aspetto che più risalta è la sua posizione all’interno del campo e questo si vede soprattutto sul rosso. Murray era abituato a giocare “in braccio” ai giudici di linea, facendo chilometri e giocando delle difese da antologia. Dall’avvento Mauresmo gioca molto più vicino alla linea di fondo, creandosi di più i punti ed essendo lui stesso l’artefice delle sue fortune. Meno passivo e più aggressivo. Soprattutto sulla seconda palla dei suoi avversari vediamo lo scozzese sempre con i piedi ben dentro il campo tentare una risposta aggressiva per mettere più pressione a chi serve.

Anche durante lo scambio , e questo si è visto soprattutto con Nadal cerca alla prima occasione di spingere molto con i suoi colpi, soprattutto il rovescio lungolinea, giocando in maniera molto meno attendista rispetto al passato, cerca insomma di prendere le redini dello scambio andando a rete a raccogliere i punti molte piu volte rispetto al classico Murray. Cosa che ha fatto anche Nole da quando nel suo angolo c’è Boris Becker. Servizio che va usato come un’arma e salire a rete a raccogliere i vantaggi creati con i colpi da fondo. Questo ha permesso a Nole di essere da un anno ormai quasi imbattibile e questo sta permettendo a Murray di tornare ai vertici.

L’altro punto su cui ha lavorato molto la Mauresmo è quello psicologico. Si vede un Murray molto più sicuro di se, che sa superare i momenti difficili, che non va nel caos dopo qualche game negativo. Lo vediamo stare li, sempre presente, anche con i suoi immancabili monologhi e urla verso il suo angolo. Merito di questo va dato anche alla sua stabilità sentimentale, una volta messa apposto la situazione casalinga si è pronti per concentrarsi al meglio sul tennis.
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Vedremo domani cosa succederà in campo. Magari per Murray sarà nel campo meno atteso la volta buona per tornare a battere Nole e conquistare la prima finale slam a Parigi. Potrebbe essere una super partita. I presupposti ci sono tutti.

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