Le pagelle di Tennis Circus: lo US Open femminile

Lo US Open femminile analizzato nelle pagelle di Tennis Circus: dal trionfo di Angie Kerber al sogno infranto di Karolina Pliskova, all'imbarazzante uscita di scena di Garbiñe Muguruza

Angelique Kerber – Voto: 10

La stagione della vita, il torneo dei sogni: il secondo Slam di Angelique porta in dono la prima piazza del ranking mondiale. E’ il trionfo della ragazza apparentemente normale, priva del fisico straordinario di una Serena Williams o del soave tocco di una Roberta Vinci, eppure dotata di un’intelligenza tattica fuori dal comune e capace di migliorare anno dopo anno il proprio gioco. Eccezionale interprete del tennis moderno, la mancina di Brema è arrivata in finale senza concedere set alle avversarie, passando come un rullo compressore sulle inermi Hercog, Lucic, Bellis, Kvitova, Vinci e Wozniacki. E all’atto conclusivo, quando sembrava che la glaciale Karolina Pliskova stesse per seppellirla con fulminanti accelerazioni vincenti, ha reagito da campionessa, piazzando una manata di dritto all’incrocio delle righe, il colpo che ha cambiato definitivamente l’andamento della partita. Con dei clamorosi recuperi (resterà nella memoria il l’appoggio di dritto su una palla corta millimetrica che avrebbe tagliato le gambe a tutte le altre tenniste del circuito), “Angie” ha instillato il demone del dubbio, della possibilità dell’errore nella mente della tennista ceca, che ha chiuso la partita con un game disastroso. Da domani il circuito avrà una nuova numero uno, la tennista che in questo 2016 ha messo la firma .

Karolina Pliskova – Voto: 9,5

La favola finisce al 3-1 del terzo set. La stangona di Louny si presentava a Flushing Meadows in seguito alla cavalcata vincente nel Premier Five di Cincinnati, rinfrancata nello spirito dopo una stagione poco esaltante per una tennista dai suoi mezzi tecnici. Mai all’altezza delle aspettative negli Slam, si pensava che il successo a Cincinnati sarebbe rimasto il momento migliore dell’estate della ceca. Invece Karolina ha sorpreso tutti, disputando un torneo favoloso, che era partito con le facili vittorie contro le giovani carneadi Kenin e Gonzalez e la ben più attrezzata Pavlyuchenkova. Negli ottavi il primo capolavoro: supera 4-6 6-4 7-6 una rigenerata Venus Williams in una delle partite più belle ed emozionanti dell’anno. Sbarazzarsi, quindi, di Ana Konjuh è fin troppo semplice, mentre in semifinale sembra spacciata contro Serena Williams, decisa a vendicare la sorellona. Ma, anche stavolta, Karolina è protagonista di una prestazione superlativa: serve come i colleghi uomini e alla prima occasione inchioda Serena con accelerazioni che non lasciano scampo, fino al doppio fallo della campionessa americana che sancisce il definitivo 6-2 7-6. Nella prima finale Slam della carriera ritrova quella Kerber sconfitta a Cincinnati ma, nonostante venti (commoventi) discese a rete nei primi due set e un illusorio break di vantaggio nel terzo, alza bandiera bianca con tre errori consecutivi nell’ultimo game. Ad ogni modo, giocando così, avrà senza dubbio l’occasione per rifarsi e inserire il proprio nome nell’albo di un torneo dello Slam (o, ancora più probabile, più di uno).

Serena Williams – Voto: 6

E’ arrivato il momento di abdicare per la trentaquattrenne americana. Il regno di Serena, cannibale del circuito per circa tre lustri, è giunto al termine: la sconfitta in semifinale ha segnato la discesa della divinità al secondo posto del ranking. Come (quasi) sempre ingiocabile nei primi turni, Serena aveva aperto il suo US Open lasciando le briciole a valide avversarie come Makarova, King, Larsson. Shvedova. Nei quarti il primo campanello d’allarme: Serena resta invischiata in una dura lotta contro una pervicace Simona Halep che la trascina al terzo prima di arrendersi di fronte allo strapotere fisico e tecnico di “Giunone”. Sembra il preludio all’ennesima affermazione Slam della regina del circuito, ma una ragazza ceca di un metro e ottantasei le sbarra la strada in semifinale. Come raramente è successo nel corso della sua lunga carriera, Serena Williams è spettatrice del bombardamento dell’avversaria, che serve meglio di lei ed è anche più incisiva da fondo. Con la grinta del vecchio leone ferito, tenta la reazione rabbiosa provando ad incutere timore con una serie di esagerate esultanze. Il braccio della tennista ceca, però, non trema anzi – a sorpresa – è Serena Williams che cede emotivamente: due doppi falli nel tie break suggellano la sconfitta. Giunone potrà ancora, probabilmente, mettere la propria firma in altri Slam, ma l’impressione è quella di aver assistito alla fine di un’era.

Garbiñe Muguruza – Voto: 3

E se Garbiñe Muguruza fosse un grande bluff? Dopo la straordinaria affermazione al Roland Garros, la tennista spagnola non è più riuscita a ripetersi sugli stessi livelli di gioco. Le nette sconfitte contro Monica Puig e Karolina Pliskova (rispettivamente a Rio de Janeiro e a Cincinnati) erano i prodromi della debacle dello US Open. Già al primo turno, infatti, l’ex numero due al mondo aveva sofferto oltre ogni aspettativa contro Elize Mertens (centotrentasettesima nel ranking), riuscendo persino a regalarle il primo set. Superata in rimonta la belga, non è riuscita a ripetersi al turno successivo contro Anastasija Sevastova. Garbiñe ha salutato il torneo con una partita a tratti imbarazzante, accumulando errori su errori, e cedendo ad un’avversaria che ha provato in tutti i modi a rimetterla in corsa (significative le lacrime della ragazza lettone dopo due match point sprecati). Coach Sam Sumyk si è assunto tutte le colpe del disastroso periodo della sua assistita, forse il tentativo di snaturare il gioco della spagnola – portandola ad eseguire oscene volée bimani – non sta avendo il successo sperato.

Ana Konjuh – Voto: 8

La rivelazione del torneo è la croata classe ’97 con un passato da numero uno juniores. Uscita vincente dal braccio di ferro contro due pesi massimi del circuito come Bertens e Lepchenko (con, in mezzo, il 6-3 6-3 servito a Kurumi Nara), Ana Konjuh ha dimostrato di poter competere anche con le migliori tenniste del globo, schiantando con un doppio 6-4 la quarta testa di serie del tabellone, Agnieszka Radwanska. Nulla ha potuto, invece, nel match successivo contro una straripante Karolina Pliskova. Per la prima volta, uno dei più interessanti talenti della nuova generazione ha raggiunto i quarti di uno Slam: si può scommettere sul fatto che non sarà l’ultima.

Caroline Wozniacki – Voto: 8,5

Il ritorno della reginetta danese. Numero uno al mondo per 67 settimane totali (di cui 49 consecutive), ma incapace di affermarsi in uno Slam, Caroline Wozniacki nell’ultimo anno e mezzo sembrava aver perso lo smalto dei tempi migliori, con una classifica precipitata fino al settantaquattresimo posto nel ranking mondiale. A due anni di distanza dalla finale di Flushing Meadows (persa nettamente contro Serena Williams), “Caro” è tornata ad esprimersi ad ottimi livelli, rimontando un set di svantaggio al talento di casa Taylor Townsend e superando in due set le ostiche Kuznetsova (contro cui era sotto 0-4 0-40 nel primo set), Niculescu, Keys, Sevastova. In semifinale ha mostrato grande spirito da combattente, ma Angelique Kerber si è rivelata uno scoglio insuperabile per la regolarista danese. La carriera dell’ancora ventiseienne tennista di Odense riparte da questa insperata semifinale.

Agnieszka Radwanska e Madison Keys – Voto: 5

Due tenniste agli antipodi – la straordinaria leggerezza della polacca e la spropositata potenza dell’americana – con lo stesso destino: la sconfitta negli ottavi. Mentre “Maga Aga” non riusciva, con le classiche variazioni, ad imbrigliare il tennis esplosivo di Ana Konjuh, Madison Keys vedeva infrangere i propri sogni di gloria contro la difesa eretta dalla rediviva Caroline Wozniacki. Radwanska e Keys hanno salutato anzitempo un torneo in cui, date le loro potenzialità, potevano essere protagoniste assolute.

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