Le contestazioni delle sconfitte Kuznetsova e Halep

La russa e la rumena, uscite contro il pronostico nei quarti di finale di Wimbledon, criticano alcune decisioni arbitrali dei loro match. In particolare, sotto la lente d'ingrandimento, una presunta accusa di coaching nei confronti della sua avversaria, la spagnola Garbine Muguruza.

Svetlana Kuznetsova non le manda a dire dopo l’eliminazione subita nel quarto di finale di Wimbledon da Garbine Muguruza. La giocatrice russa ha infatti espresso le proprie opinioni, e in particolare ha attaccato il fisioterapista della spagnola, l’organizzazione e le TV in generale. Insomma, gli interessi delle giocatrici sono nettamente in secondo piano rispetto a quanto dovrebbero, persino nelle prove dello slam. Eppure il principale attacco è stato nei confronti dello staff della Muguruza per l’accusa di coaching. Dichiarazioni più pacate per Simona Halep, nonostante una contestazione arbitrale. La rumena non nasconde la delusione, ma guarda al futuro e al ranking WTA con ottimismo.

COACHING – Il Coaching è ammesso da qualche anno esclusivamente nel circuito WTA, ad eccezione delle prove dello Slam. Non si può comunque ricorrere a tale pratica con continuità: essa è infatti è consentita una sola volta per set. Sarà ammesso da quest’anno nelle qualificazioni dell’Us Open ma, nel mentre, continua ad essere una pratica non regolamentare. Ed è proprio questo il motivo della rabbia della russa: «l’ho sentita chiaramente perché parlo spagnolo pure io. Lei parlava col suo fisioterapista e c’erano tutti gli elementi affinchè Muguruza potesse essere accusata di coaching. Non è la prima volta che lo fa. Ad ogni modo io ho giocato la mia partita. Anche se ricordo benissimo che l’anno scorso io presi un warning soltanto perché dal mio angolo mi dissero “vamos”». Insomma, una Kuznetsova che non le manda proprio a dire, e che, comunque, ha anche un’interessante opinione relativa alla stessa pratica del coaching: «dipendesse da me permetterei il coaching anche nei Tornei Slam. Permette agli allenatori di essere ancora più utili e di dare un apporto ulteriore alle loro giocatrici. E sarebbe più curioso per i tifosi stessi». La Muguruza dal canto suo (o meglio, dal suo angolo) nega ogni addebito sostenendo che non ci fosse alcun suggerimento tattico in ciò che le veniva detto dalla fisioterapista. Svetlana però è fortemente irritata anche per l’organizzazione del torneo: «non hanno badato alle esigenze di noi giocatrici. Ho terminato tardi il mio match di doppio e sono stata programmata come primo singolare il giorno dopo. Non si fa così, non è giusto che gli interessi delle televisioni contino maggiormente di quelli delle giocatrici».

Halep konyas

RIPETIZIONE DEL PUNTO – Anche Simona Halep, eliminata da Johanna Konta, ha avuto da ridire contro l’arbitro proprio per un episodio avvenuto al termine del match. Uno spettatore, immaginando la palla della rumena out, ha urlato, distraendo la giocatrice che ha così commesso l’errore: «davo per scontato che si sarebbe ripetuto il punto, invece non è stato così. Strano, la normalità è diversa, ma non importa». Simona è delusa, ma riesce comunque a mitigare l’amarezza: «la finale del Roland Garros l’ho accusato peggio. Mi sono posta successivamente degli obiettivi per lavorare meglio ed esser in forma qui a Wimbledon. L’obiettivo principale è il primo posto del ranking. Complimenti a Pliskova perché ha lavorato tanto e se lo merita; per quanto riguarda me sono convinta che avrò altre opportunità, ho ancora una bella fetta di carriera davanti a me». Quasi stralunata invece la britannica Johanna Konta, che fino a qualche anno fa era ben lontana dalla top 100 e che adesso invece si giocherà l’accesso alla finale dei Championships contro la leggendaria Venus Williams: «Non posso credere a tutto questo e a come le cose nel tennis possano cambiare con questa velocità. Per quel che riguarda il match, ho fatto attenzione a sfruttare le poche opportunità che sapevo mi sarebbero arrivate in questo incontro». Un Wimbledon veramente bizzarro quello targato 2017.

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