Wimbledon 2016, chi fermerà Novak Djokovic?

L’odore dell’erba è nell’aria. Verdi prati, fragole con la crema, Royal box e completi immacolati. Dove siamo se non a Wimbledon? Il più iconico e prestigioso dei tornei dello Slam è alle porte: riusciranno Murray, Federer o qualcuno della "Next Gen" ad impedire a Djokovic di vincere il terzo titolo consecutivo ai Championships di Church Road?

Di Riccardo Costarelli

Non possiamo nasconderci dietro a un dito, il favorito per la vittoria finale anche questa volta è Novak Djokovic. Nonostante l’erba sia sicuramente la sua superficie meno naturale e quella su cui il serbo può essere messo più in difficoltà, bisogna ricordare come purtroppo essa non sia più la stessa di 8-9 anni fa, ma una tipologia molto più dura e adatta al gioco da fondo.

Nole si presenta a Wimbledon con un impressionante record di 44-3 nell’anno e di 28 vittorie consecutive nei match del Grande Slam. L’ultima sconfitta risale addirittura alla finale del Roland Garros 2015. Ma il gioco mostrato quest’anno è davvero così incontenibile come quello della scorsa stagione? Nonostante abbia da poco alzato al cielo la Coppa dei Moschettieri, non è sembrato in effetti giocare un grande tennis. Inoltre l’aver completato il Career Grand Slam potrebbe provocare una sorta di rilassatezza mentale. Tanto dipenderà anche dal tabellone: spesso durante la prima settimana il numero 1 del ranking difficilmente fa vedere grandi cose e, qualora incontrasse un outsider in forma, potrebbe avere delle difficoltà. Staremo a vedere.

Il più accreditato a rovinare i suoi piani di conquista è, ovviamente, Andy Murray. Il numero 2 del mondo e beniamino di casa ha già trionfato una volta qui nel 2013 – proprio contro Djokovic – ed ha fatto vedere di essere in grado di potersi ripetere. Sebbene quest’anno abbia perso entrambe le finali Slam contro il serbo, è riuscito a batterlo a Roma e a livello fisico sembra essere l’unico al momento in possesso della chiave per superare Nole sui 5 set.

Tennis - Aegon Championships Draw & Media Day - Queens Club, London - 13/6/15 Great Britain's Andy Murray during his practice session Action Images via Reuters / Paul Childs Livepic

Lo scozzese è apparso in forma durante tutta la settimana e ha dimostrato di trovarsi a suo agio sull’erba di Londra, vincendo il suo quinto titolo consecutivo al Queen’s. Andy ha dato prova di carattere e tenuta mentale rimontando Raonic e battendolo nel set decisivo. Che l’impronta del ritorno di Lendl si sia già fatta sentire?

Come candidato ad honorem alla vittoria finale non si può non annoverare l’unico personaggio che a Wimbledon è amato incondizionatamente più di Andy Murray: il Re, Roger Federer

L’ultima volta che lo svizzero riuscì ad alzare un trofeo del Grande Slam fu proprio a Wimbledon nel 2012 e la sensazione è che se mai Roger riuscirà a conquistare il 18esimo titolo major, non potrà che essere sugli immacolati campi dell’All England Lawn Tennis Club. Lo stesso Roger ha più volte confermato il che il suo obiettivo per quest’anno, più dell’oro di Rio, sia quello di vincere ancora il torneo che nel lontano 2003 lo fece entrare nell’Olimpo del tennis.

Certo è che il 2016 del Re non è stato un anno fortunato fino ad ora. I quasi 35 anni iniziano a farsi sentire e, dopo la sconfitta in semifinale agli Australian Open, Roger ha potuto giocare solo una manciata di incontri. Rientrato appena in tempo per la stagione sull’erba, le due settimane di Stoccarda e Halle hanno però dato segnali contrastanti.

Anche se era dal lontano 2000 che Roger non si presentava all’appuntamento con Wimbledon senza aver vinto nessun titolo ATP in stagione, lo svizzero sabato scorso è parso tranquillo nelle dichiarazioni dopo la semifinale persa con Zverev: &Se tre settimane fa avessi saputo che avrei giocato sette partite in dieci giorni, avrei pensato che sarebbe stato uno scenario da sogno& ha confermato. Dal 2003 Federer aveva sempre raggiunto la finale nelle dieci presenze ad Halle, vincendo il titolo per otto volte.

Sette partite, cinque vittorie, due sconfitte in semifinale: questo dunque è il riepilogo delle due settimane sui prati tedeschi. Roger sembra ancora fiducioso, ma se il Maestro di Basilea vorrà seriamente candidarsi per l’ottavo titolo ai Championships, dovrà per forza tirare fuori qualche magia dal suo infinito cilindro sperando che il fisico non lo abbandoni. La cabala è dalla sua: ogni volta che non ha ottenuto il titolo ad Halle, Roger ha poi trionfato a Church Road. Come lui stesso ha di recente postato su Facebook: &Always Believe&. 

E poi? Con Nadal fermo ai box, questa potrebbe essere davvero la volta buona per scrivere un nome nuovo nell’albo dei vincitori.

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NishikoriBerdychGasquet e Tsonga però in questo momento non sembrano garantire una continuità di rendimento tale che li possa portare a raggiungere l’ultima domenica del torneo. Wawrinka, che ha raggiunto le semifinali a Parigi, potrebbe forse dare più garanzie, anche se sull’erba non è mai sembrato completamente a suo agio. I suoi movimenti ampi sia di dritto che di rovescio non lo agevolano su questa superficie ed anche la sua precoce uscita al Queen’s per mano di Verdasco ne è stata la riprova.

Forse tra la “vecchia nuova guardia” solo Raonic, grazie all’aiuto di McEnroe, potrebbe riuscire a tirare fuori qualcosa di più dal suo tennis su erba. Se John riuscisse a rendere il gioco del canadese più aggressivo, facendogli seguire più spesso a rete il servizio, Milos avrebbe ottime possibilità di arrivare tra i primi 4. L’influenza dei consigli dell’americano ha già fatto vedere buoni frutti al Queen’s, dove Raonic è giunto ad un passo dalla vittoria nella finale contro Murray.

A dire la verità però, credo che se dovessimo escludere i primi 3 giocatori del mondo, si potrebbe puntare qualcosa sulla vittoria di uno degli esponenti della “Next Gen”. Il tanto agognato ricambio generazionale sembra essere pronto al sorpasso.

Se forse per Zverev è ancora un po’ presto per parlare di Slam, non lo è per Dominic Thiem. A dispetto delle aspettative, il fresco top ten ha dimostrato – con la vittoria a Stoccarda e la semifinale di Halle – di essere capace di produrre un ottimo tennis anche sui rapidi campi in erba. Il giovane austriaco sta vivendo un grande momento di forma fisica, ha raggiunto le semifinali a Parigi ed ha tutte le carte per essere considerato un serio candidato ad arrivare in fondo al torneo.

Infine, un colpo di scena potrebbe riservarcelo Nick Kyrgios. Sebbene molto dipenderà dalla tenuta mentale dell’australiano, Nick ha già raggiunto il quarti di finale nel 2014 e, se il sorteggio sarà benevolo, non ci sono grosse motivazioni per cui non possa migliorare quella prestazione.

Una cosa è certa, la caccia a Djokovic è ufficialmente aperta. Chiunque riuscirà ad impedire a Nole di vincere il suo terzo titolo consecutivo, innalzando al cielo il trofeo più prestigioso e ambito del tennis, entrerà a far parte della storia di questo sport. 

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0 comments
  1. L’erba a wimbledon è cambiata dal 2001, non da 8-9 anni. Vale a dire che Federer ha vinto tutti e 7 i suoi titoli sulla stessa erba su cui li ha vinti Nole. Che l’erba sia poi la superficie meno congeniale al serbo è tutto da dimostrare visto che dal 2010 nole ha fatto 2 semi, una finale e 3 vittorie. Ha vinto più qui che allo usopen, per dire.

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