Wimbledon, la preview della finale: Djokovic-Anderson

Novak Djokovic e Kevin Anderson sono arrivati all'ultimo atto della 132esima edizione dei Championship e oggi, alle 15, si giocheranno il titolo dello Slam più prestigioso. Chi vincerà?

La finale della 132esima edizione d Wimbledon vedrà affrontarsi, alle 15:00 italiane, due giocatori che, per motivi diversi, all’inizio del torneo non erano tra i favoriti per la vittoria del titolo: da un lato Novak Djokovic, di certo abituato al prestigio di questi palcoscenici, avendo già conquistato ben 12 Slam, ma da tempo sprofondato in una crisi di risultati e di gioco che solo adesso appare pienamente superata, dall’altro Kevin Anderson, giocatore continuo e affidabile ma che solo in queste ultime due settimane ha dimostrato di poter effettivamente competere contro i migliori giocatori del circuito, Federer in primis.

Il percorso dei due finalisti è stato lungo e accidentato e ha raggiunto il suo picco nelle due semifinali che tra venerdì e sabato hanno tenuto milioni di spettatori con il fiato sospeso. Il sudafricano ha avuto la meglio sullo statunitense John Isner dopo una maratona di sei ore e trentasei minuti, conclusasi solamente nel quinto set con l’irreale punteggio di 26 giochi a 24, la semifinale più lunga della storia del torneo. Nole, dal canto suo, ha avuto bisogno di due giorni e di cinque ore e venticinque minuti gioco per ottenere la vittoria numero 27 contro Rafael Nadal, battuto 10-8 nel set decisivo. Queste due partite thriller hanno  fatto segnare anche un nuovo record, per la prima volta, infatti, entrambe le semifinali di Wimbledon hanno superato le cinque ore di gioco.

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La finale di oggi sarà inevitabilmente influenzata dalle fatiche che Djokovic e Anderson hanno dovuto sostenere nel corso del torneo; complessivamente il sudafricano ha passato più ore sul campo da gioco, basti pensare alle quattro ore di partita contro Federer a quarti di finale, ed è anche il giocatore che, tra i due, è meno abituato a recuperare velocemente dopo sforzi mentale e fisici così importanti: “Le gambe effettivamente sembrano di gelatina”, è stato l’eloquente commento di Anderson subito dopo la semifinale. Anche Djokovic è sembrato particolarmente provato dopo la vittoria contro Nadal e, a differenza del suo avversario, non ha potuto beneficiare di un giorno di riposo, una mancanza rilevante anche per un campione come Nole. Dal punto di vista fisico, però, il serbo è sempre stato una garanzia e ha più volte dimostrato qualità di recupero incredibili, è estremamente probabile che le sue gambe saranno più fresche di quelle di Anderson.

Il sudafricano dovrà cercare di ridurre il gap fisico giocando una partita perfetta dal punto di vista tattico e sfruttando al meglio le poche occasioni che gli saranno concesse da Djokovic. Per Anderson, inoltre, sarà fondamentale mantenere alto il rendimento del servizio, il colpo che più l’ha aiutato nel corso di questo Wimbledon; infatti, contro un giocatore così abile in risposta come il serbo, un calo di percentuali e di efficacia potrebbe essere fatale.

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L’altra grande priorità del sudafricano sarà evitare gli scambi da fondo a cui Djokovic cercherà di costringerlo; se Anderson lascerà al serbo la possibilità di dettare il ritmo e di prendere l’iniziativa le sue chance di vittoria, con ogni probabilità, si avvicineranno drammaticamente a zero. Proprio per questo il trentaduenne di Johannesburg dovrà essere aggressivo e intraprendente sin dal primo punto, cercando di verticalizzare il gioco alla prima occasione utile e di chiudere rapidamente la maggior parte degli scambi.

Dal canto suo Djokovic, pur rispettando profondamente il suo avversario: “Kevin sta giocando il suo miglior tennis di sempre”, sa di essere favorito; i precedenti tra i due vedono Nole avanti 5-1 e l’unica vittoria di Anderson risale addirittura al 2008. Tra le innumerevoli armi tecniche e tattiche che Djokovic possiede, il rovescio è sicuramente quella più pericolosa e precisa e, anche oggi, sarà un fattore chiave della partita. La diagonale sinistra è nettamente sbilanciata a favore di Djokovic ed è praticamente certo che sarà proprio su questa direttrice che il serbo cercherà di inchiodare il suo avversario, tenendosi al sicuro dal violento dritto di Anderson. Per Nole sarà, poi, obbligatorio sfruttare meglio di quanto (non) abbia fatto contro Nadal le palle break che gli saranno offerte; portare al tie break un fenomenale battitore come Anderson non è mai una buona idea, soprattutto ora che è in piena fiducia sia dal punto di vista mentale che dei risultati.

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Dal punto di vista delle statistiche e dei record, la finale di oggi sarà la prima dell’era Open che vedrà affrontarsi a Wimbledon due over 30, un ulteriore segnale de fatto che il tennis di alto livello è sempre meno uno sport per giovani. In caso di vittoria, Djokovic, oltre a riguadagnare la top 10 in classifica, raggiungerebbe quota 13 Slam e diventerebbe il quarto giocatore più titolato della storia, Anderson, invece, diventerebbe il primo sudafricano a vincere Wimbledon e il secondo tennista più anziano a vincere il primo titolo Slam della carriera.

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