Categories: AROUND THE NET

Quando due Slam non bastano per essere il migliore

5 giugno 2016: Novak Djokovic vince il suo primo Roland Garros, conquistando il suo secondo major stagionale e il Career Grand Slam. Non siamo neanche a metà stagione, ma è già il sesto titolo per Nole, sempre più numero uno e padrone del circuito. Chiunque avrebbe scommesso su un’altra annata di dominio del serbo, stimolato dalla rassegna olimpica imminente e da nuovi record. Sappiamo tutti però come è andata a finire: i problemi pisco-fisici, l’incredibile striscia di vittorie di Murray e il sorpasso dello scozzese, quasi sul filo di lana. Un risultato clamoroso, vista la prima parte dell’anno.

I PRECEDENTI – Djokovic non è il primo a riuscire nell’ “impresa” di vincere due Slam senza chiudere l’anno al primo posto del ranking. Il primo è John Newcombe, all’alba dell’era ranking (1973), che vince Melbourne e New York, ma chiude l’anno dietro a Ilie Nastase. 4 anni più tardi è la volta di Guillermo Vilas, trionfatore a Parigi e agli Us Open, ma preceduto a fine stagione da Jimmy Connors. L’anno successivo tocca Bjorn Borg, che realizza la prima delle sue tre doppiette Wimbledon-Roland Garros ma al primo posto, a dicembre, c’è ancora il solito Jimbo. Nel 1982 proprio Connors chiude al secondo posto in classifica, dietro a McEnroe, nonostante le vittorie a Londra e New York. Infine, ultimo in ordine di tempo prima di Nole, è proprio il suo allenatore: Boris Becker nel 1989 si impone a Wimbledon e Us Open, ma il numero 1 è Ivan Lendl (curiosamente l’attuale coach di Murray).

[fncvideo id=75681]

CLAMOROSO – Vincere due Slam e chiudere l’anno da numero 2 è un’impresa su cui il 99,9 % dei tennisti metterebbero la firma. Probabilmente non Novak Djokovic. Non dopo aver dominato il circuito da gennaio a giugno. Non dopo aver avuto quasi il doppio dei punti sul secondo del ranking Atp. Il serbo ha messo l’asticella del tennis a un livello altissimo, dove nessuno sembrava essere in grado di arrivare. E per questo ogni sua singola sconfitta fa rumore, figuriamoci 5 mesi in cui ha portato a casa un solo titolo e perso partite clamorose.

IL FUTURO – Probabilmente Djokovic non avrà preso benissimo la sua detronizzazione, ma il serbo è un giocatore troppo maturo per farsi buttare giù. Il suo obiettivo resta quello di vincere i tornei dello Slam e su questo deve concentrarsi, senza pensare troppo alla posizione nel ranking. E all’alba dei 30 anni, essere pronto a considerare positiva una stagione in cui vinci due major ma non sei il padrone del circuito.

 

Marco Castro

Recent Posts

Jack Draper, l’erede mancino che sogna sulla terra battuta: “Imparo da Nadal”

L’ascesa del britannico che sfida Musetti per un posto nella storia Questa sera, al Mutua…

22 ore fa

Tyra Grant sceglie l’Italia: il nuovo volto del tennis azzurro arriva da Roma (e da Brooklyn)

Un talento internazionale con il cuore tricolore Nel firmamento del tennis mondiale, si affaccia una…

1 giorno fa

Torino blindata: le ATP Finals restano fino al 2027. E l’Italia del tennis sogna in grande

Le Nitto ATP Finals continueranno a parlare italiano almeno fino al 2027. La conferma, arrivata…

1 giorno fa

“La forgiatura di un campione”: il racconto intimo di Carlos Santos, il primo mentore di Alcaraz

Il primo allenatore non si dimentica mai. Per Carlos Alcaraz, quel ruolo fondamentale è stato…

1 giorno fa

Wta Madrid, Sabalenka da record: battuta Svitolina, ora la finale con Gauff

Aryna Sabalenka continua a scrivere la sua storia al Mutua Madrid Open, dove si è…

1 giorno fa

Lorenzo Musetti vola in semifinale a Madrid: “Non ho giocato il mio miglior tennis, ma sto crescendo”

Un nuovo Musetti alla Caja Mágica La crescita di Lorenzo Musetti continua a impressionare. Sulla…

1 giorno fa