Federer e Halle, 18 anni d’amore e di successi

Con l'arrivo del mese di giugno inizierà una delle stagioni del tennis che più riporta la mente dei tifosi ai cari vecchi gesti bianchi di questo sport. L'erba è anche la superficie preferita da Roger, quella sulla quale può esprimere tutta la sua geniale tecnica, e quella a cui deve le sue più grandi vittorie. Di sicuro nella lunga carriera del Re un posto di rilievo lo ha sempre avuto il Gerry Weber Open, torneo in cui lo svizzero vanta già nove trionfi e con cui negli anni ha stabilito una relazione davvero speciale.  

L’erba è da molti puristi considerato il vero habitat del tennis, quello tradizionale, quello delle origini. Qualcuno potrà obbiettare, ma il manto su cui in passato si giocavano 3 slam su 4 è di sicuro la superficie più spettacolare, dove la meccanica dei movimenti necessita di essere perfetta, dove il timing sulla palla la fa da padrone e dove viene esaltata la tecnica più raffinata. Oggi – purtroppo –  i tornei sul verde sono sempre meno ma, sulla strada che porta al tempio di Wimbledon, l’appuntamento che si disputa nella piccola cittadina tedesca è di sicuro tra i più importanti.

La 26esima edizione del Gerry Weber Open si sta avvicinando. L’evento del circuito ATP 500, che è stato inserito tra i tornei professionistici dal 1993, si terrà ad Halle in Vestfalia dal 18 al 24 giugno ed ha già annunciato la presenza – tra gli altri – di campioni del calibro di Alexander Zverev, Dominic Thiem, Gael Monfils, Lucas Pouille, Kei Nishikori e Andrey Rublev.

Ma è inutile negare che tutte le attenzioni non siano ovviamente rivolte al Maestro svizzero.

Roger Federer, che non gioca un match ufficiale dal 25 marzo a Miami, ha da poco confermato che farà il suo ritorno in campo a Stoccarda, e in quel di Halle sarà chiamato a difendere la corona conquistata per la nona volta lo scorso anno, quando diede una vera e propria lezione di tennis al giovane Zverev, dominato per 6-1 6-3 in una finale senza storia. “Il decimo titolo ad Halle sarebbe ovviamente fantastico, qualcosa di molto speciale ed unico nella mia carriera”, ha dichiarato lo svizzero promuovendo l’appuntamento tedesco durante l’ATP di Rotterdam vinto lo scorso febbraio, grazie al quale ha riconquistato il trono del ranking mondiale.

È sempre un grande piacere tornare in un luogo in cui si hanno splendidi ricordi”, ha aggiunto Roger, che farà la sua 16esima apparizione in quello che a tutti gli effetti è uno dei suoi tornei preferiti. “Ho vissuto momenti bellissimi qui. La particolarità è che si può giocare in un posto lontano dalla città. Ci si può rilassare, fare spostamenti brevi e prepararsi perfettamente per i propri impegni”.

Il rapporto tra Federer ed Halle affonda le radici nel lontano 2000. È proprio in quell’anno che il giovane svizzero fa il suo debutto nel torneo, grazie ad una wild card concessagli dal direttore Ralf Weber, e arriva fino ai quarti di finale prima di essere sconfitto da Michael Chang per 7-5 6-2. L’anno successivo (il famoso 2001 in cui s’incrociò con Pete Sampras a Wimbledon) Roger centra ancora i quarti, e nel 2002 viene sconfitto in semifinale da Nikolas Kiefer, prima di riuscire finalmente a conquistare il titolo nel 2003, prendendosi la rivincita in finale proprio sul tedesco col punteggio di 6-1 6-3.

A distanza di qualche settimana da quella vittoria, l’arrivo del primo successo Slam – conquistato sul Centre Court di Wimbledon – lo proietta definitivamente nell’elite tennistica mondiale, ma Roger continua comunque a frequentare quasi tutti gli anni il piccolo torneo che si tiene sui verdi prati tedeschi della Vestfalia, preferendolo al più prestigioso appuntamento del Queen’s. Probabilmente uno dei motivi che più lo legano a questo evento è da ricercarsi proprio in quella wild card concessagli nel 2000, a differenza di quanto fecero gli organizzatori del Queen’s, che invece gliela negarono. Da allora il Maestro ha deciso di vincolarsi a vita al Gerry Weber Open, i cui spettatori lo hanno visto trionfare ben 9 volte e raggiungere un totale di 11 finali in singolare, oltre ad una vittoria e una sconfitta in finale nel doppio.

È stato molto importante sentire subito la fiducia della famiglia Weber, rendersi conto che il loro supporto mi avrebbe reso felice”, ha ricordato Roger. I giocatori sono venuti spesso da me per dirmi: ‘Com’è Halle?’ Grande atmosfera, grande organizzazione, devi venire!”.

Su questi prati Federer si sente davvero a proprio agio. E lo dimostra il fatto che, dopo quel primo successo del 2003, lo svizzero ad Halle non perde più un match fino al 2006.

Nel 2004, in finale spazza via letteralmente Mardy Fish, che pure aveva perso solo un set durante tutto il torneo, lasciandogli appena 3 games. 6-0 6-3 il risultato finale di un match senza storia che consegna a Federer il quinto trofeo stagionale, confermando le sue doti da erbivoro e lanciandolo da favorito verso il secondo trionfo ai Championships londinesi.

L’anno seguente, il 24enne svizzero arriva alla terza finale sull’erba tedesca avendo concesso ai suoi avversari un solo set dall’inizio del torneo. Roger non perde sull’erba dal torneo di Wimbledon del 2002, è imbattuto su questa superficie da 28 match consecutivi ed ha vinto tutte le ultime 19 finali disputate. L’attesissima finale del 2005 lo vede di fronte al genio e sregolatezza di Marat Safin. Sotto gli occhi estasiati dei 12.000 spettatori del Gerry Weber Stadion, Federer conquista per la terza volta consecutiva il torneo di Halle, battendo il russo con il punteggio di 6-4 6-7 6-4. È il 29° titolo conquistato in carriera ed il 7° dell’anno.

L’edizione del 2006 è quella in cui il regno di Re Roger sull’erba rischia di interrompersi. In un quarto di finale apparentemente scontato, Federer deve salvare addirittura 4 match point contro Olivier Rochus, prima di avere la meglio sul belga col punteggio di 6–7(2) 7–6(9) 7–6(5) ed approdare alle semifinali. Dopo un altro incontro vinto al terzo contro l’amico Tommy Haas per 6-4 6-7(4) 6-3, lo svizzero trionfa per la quarta volta consecutiva nel suo giardino tedesco preferito, superando in finale il ceco Tomas Beredych 6-0 6-7(4) 6-2.

Nel 2007, Roger salta il torneo per la prima volta. Dopo aver perso pochi giorni prima la finale del Roland Garros contro Nadal per 6–3 4–6 6–3 6–4, un Federer preoccupato di non infortunarsi in vista di Wimbledon, e forse deluso per aver mancato per il secondo anno consecutivo la chance di completare il Grande Slam, fa sapere attraverso il suo sito: “Con lo scopo di evitare infortuni dopo la lunga e faticosa finale di Parigi, quest’anno non potrò difendere il mio titolo al Gerry Weber Open. Non vedo l’ora di tornare l’anno prossimo”.

E così fu. Roger quell’anno vinse Wimbledon per la quinta volta consecutiva (prendendosi la rivincita in finale sulla sua nemesi mancina), eguagliò l’immenso record detenuto fino ad allora da Bjorn Borg e tornò ad Halle – per vincere – l’anno seguente.

Nel 2008 va in scena la 16ª edizione del Gerry Weber Open. Il campione in carica, Tomas Berdych, esce al secondo turno contro lo svedese Robin Söderling. Federer vince il torneo senza perdere un set, eliminando nell’ordine: Berrer 6-4 6-2, Vacek 7-5 6-3, Baghdatis 6-4 6-4, Kiefer 6-1 6-4 ed in finale Phillip Kohlschreiber per 6-3 6-4.

Tra il 2003 e il 2008 Roger colleziona così uno dei suoi record più difficilmente raggiungibili: 65 vittorie consecutive sull’erba che gli consentono di vincere 5 Wimbledon e 5 Halle di fila.

Il 2009 è un anno indimenticabile. Agli Australian Open, la 18esima finale Slam della sua carriera è semplicemente storia: l’immagine di Roger in lacrime al termine di una spettacolare battaglia persa in 5 set, durata più di 4 ore contro il suo rivale Rafa, rimarrà per molti anni indimenticabile. Ma è a Parigi che Federer riesce finalmente a prendersi la rivincita più importante: grazie alla vittoria in finale contro Robin Söderling, che aveva precedentemente eliminato il maiorchino, lo svizzero completa il Career Grand Slam. Le emozioni e la fatica di quelle due settimane lo inducono però, pochi giorni dopo, al secondo ritiro dal torneo di Halle. “Sono dispiaciuto di annunciare che ho deciso di ritirarmi dal Gerry Weber Open di questa settimana”, dice. “Mi scuso con gli organizzatori, con i miei avversari e con il pubblico tedesco. Spero solo che possiate capire quanto ancora io mi senta sopraffatto dalle emozioni ed esausto a causa di ciò che è accaduto negli scorsi giorni. È davvero difficile per me ammetterlo, ma non riesco ad immaginare di poter dare il massimo in un altro torneo così ravvicinato e non voglio rischiare di infortunarmi se non sono preparato al 100%. Ho bisogno di riposare e recuperare”. E anche questa volta i risultati gli danno ragione: qualche settimana dopo, Roger conquista il sesto Wimbledon e 15° Slam dopo la maratona di più di 4 ore contro Andy Roddick conclusasi per 5-7 7-6 7-6 3-6 16-14.

Le promesse sono promesse e il Maestro torna ad Halle l’anno seguente. Nel 2010, come successo già diverse volte, Roger vola in finale senza problemi. Non lascia neanche un set ai vari Nieminen, Falla, Kohlschreiber e Petzschner. Ma in finale ad attenderlo trova quel Lleyton Hewitt che lo svizzero batte da sette anni di fila. Sembra già fatta prima di iniziare ed invece l’australiano, testa di serie numero 8, s’impone in tre set sul numero due del mondo con il punteggio di 3-6 7-6 (4) 6-4.

Nel 2011 arriva un nuovo forfait. Federer lamenta un piccolo infortunio e preferisce riposarsi, anche se questa volta la sua decisione non viene presa benissimo da parte degli organizzatori.

Nonostante questo piccolo fraintendimento, il rapporto tra lui ed il torneo non viene minimamente intaccato, tanto che nel 2012, in occasione del ventennale dell’evento, gli viene addirittura intitolata una strada nei pressi della struttura, la Roger Federer Allee. “Sono emozionato, mi sento un po’ come se mi fossi risposato – aveva detto ai tempi, scherzando – Vado molto d’accordo con Ralf e Gerhard Weber”. Federer quell’anno arriva ancora in finale, dove però deve arrendersi dopo un’ora e mezza al suo amico e padrone di casa Tommy Haas in due set: 7-6(5) 6-4. Per Federer, n° 2 del seeding, era la settima finale ad Halle, mentre Haas non vinceva dal 2009.

Dal 2013 al 2015 riparte il dominio rossocrociato. Nel 2013, a causa di una condizione fisica non perfetta, si verifica però una situazione inedita: il Maestro arriva questo punto della stagione senza aver ancora conquistato un torneo. Per fortuna i prati tedeschi lo rigenerano e Roger arriva in finale lasciando per strada solo un set contro Haas in semifinale. All’appuntamento decisivo c’è Mikhail Youznhy, numero 29 nel ranking, che nelle precedenti 14 partite non ha mai sconfitto Federer e, pur giocando una buona partita, non ci riesce nemmeno in questa occasione: 6(5)-7 6-3 6-4 e Federer trionfa per la sesta volta.

Nonostante il 2014 sia un anno ancora un po’ buio, Halle è sempre la sua roccaforte. Il campione di Basilea sconfigge in finale il colombiano Alejandro Falla con il punteggio di 7-6(2) 7-6(3). Per il 32enne elvetico è il 79° titolo in carriera (14° sull’erba), il secondo della stagione dopo quello di Dubai a fine febbraio, e la sesta vittoria in altrettanti confronti diretti con il 30enne colombiano.

Nel 2015, neanche a dirlo, Roger si ripete ancora. In finale, trova un Andreas Seppi che gioca benissimo per l’intera durata del match e nel primo set non sfrutta due set point sul 4-5 15-40. Salvatosi, Federer si impone nettamente nel tie break seguente (7-1) e non concede più possibilità a Seppi nel secondo set. Il Maestro vince l’ottavo titolo al Gerry Weber Open (che nel frattempo è passato da ATP250 a ATP500), il 15° sull’erba su venti finali (137/154 match vinti su questa superficie), il 16° ATP 500, l’ottantaseiesimo titolo in carriera.

L’anno seguente è quello del famoso crack del ginocchio. Il 2016 è, come tutti sanno, la stagione peggiore dell’immensa carriera di Roger Federer, che arriva a giugno dopo un intervento chirurgico e con pochissimi incontri disputati. Sul prato dell’ATP250 di Stoccarda perde in semifinale da Dominic Thiem. Quando arriva ad Halle la settimana seguente, anche la schiena sembra rigida ma, nonostante tutto, nel suo giardino preferito raggiunge la semifinale, mostrando partita dopo partita leggeri miglioramenti che però non sono sufficienti per fermare il NextGen Alexander Zverev, che si qualifica per la finale. Per la prima volta dal 2000 Federer arriva a Wimbledon senza aver vinto un solo titolo nella stagione. E lì, dopo la famosa sconfitta in semifinale contro Raonic, con ancora davanti agli occhi quella caduta durante il match, il Re decide di prendersi la più lunga pausa della sua carriera. Sei mesi di stop. I fan sono spaventati, ma lui vuole tornare più forte di prima.

2017. L’anno della rinascita. Roger rientra a gennaio da testa di serie numero 17 e vince gli Australian Open, dopo 5 combattutissimi set contro Rafa Nadal. Le lacrime, a differenza del 2009, questa volta sono di gioia. È un nuovo Federer quello che è tornato sui campi: più forte, più centrato e più aggressivo. Vince tutto. Melbourne, Indian Wells, Miami. Poi decide di prendersi una pausa e saltare per intero la stagione sul rosso, troppo faticosa. Il Re torna in campo sui verdi prati tedeschi di Halle, dopo aver fatto un’apparizione poco convinta a Stoccarda. Al Gerry Weber Open, un Roger tirato a lucido non perde nemmeno un set contro Sugita, Misha Zverev, Florian Mayer, Khachanov, e torna per la nona volta sul trono infliggendo in finale una dura lezione a colui che lo aveva eliminato l’anno precedente, il giovane Sascha Zverev, battuto in meno di un’ora di gioco col punteggio di 6-1 6-3. Pochi giorni dopo a Wimbledon, porta a casa l’ottavo titolo della carriera (19° Slam) e diventa il tennista uomo più vincente di sempre ai Championships di Church Road. L’annata si concluderà con sette tornei vinti tra cui due Slam, tre Masters 1000 (Indian Wells, Miami e Shanghai) e due ATP 500, Halle e Basilea.

Anche in questa edizione, non appena il Maestro calcherà il prato del campo centrale, sarà inevitabilmente l’uomo da battere. Le statistiche che legano Roger Federer al torneo di Halle in questi ultimi anni sono semplicemente incredibili: 9 titoli, 51 vittorie e sole 4 sconfitte. Ma non è solo una questione di numeri, c’è qualcosa di più. Il rapporto di collaborazione con gli organizzatori è talmente forte che molto probabilmente non si esaurirà nemmeno dopo il ritiro dello svizzero dal tennis giocato. L’anno passato Ralf Weber ha infatti dichiarato che il suo progetto sarà quello di rendere Federer vero e proprio ambasciatore dell’evento: “Ho già parlato con Roger, lui è disponibile a fare ogni cosa. Vorremmo fare dei match d’esibizione coinvolgendolo. Federer è il giocatore più importante nella storia del torneo”.

E, molto probabilmente, non solo del torneo.

 

2017  Roger Federer  Alexander Zverev 6-1, 6-3
2016  Florian Mayer  Alexander Zverev 6-2, 5-7, 6-3
2015  Roger Federer  Andreas Seppi 7-6(1), 6-4
2014  Roger Federer  Alejandro Falla 7-6(2), 7-6(3)
2013  Roger Federer  Michail Južnyj 6-7(5), 6-3, 6-4
2012  Tommy Haas  Roger Federer 7-6(5), 6-4
2011  Philipp Kohlschreiber  Philipp Petzschner 7-6(5), 2-0 rit.
2010  Lleyton Hewitt  Roger Federer 3-6, 7-6(4), 6-4
2009  Tommy Haas  Novak Đoković 6–3, 6–7(4), 6–1
2008  Roger Federer  Philipp Kohlschreiber 6–3, 6–4
2007  Tomáš Berdych  Marcos Baghdatis 7–5, 6–4
2006  Roger Federer  Tomáš Berdych 6–0, 6–7(4), 6–2
2005  Roger Federer  Marat Safin 6–4, 6–7(6), 6–4
2004  Roger Federer  Mardy Fish 6–0, 6–3
2003  Roger Federer  Nicolas Kiefer 6–1, 6–3
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