Insulti social, Keys l’ultima vittima

Quando una sconfitta fa doppiamente male. Madison Keys esce con un doppio 7-5 al terzo turno del Wta di Miami, battuta dalla numero 72 del ranking Lara Arruabarrena. Perdere brucia ma non è niente in confronto a ciò che succede dopo. Su Twitter insulti irripetibili vengono rivolti alla giocatrice americana, “rea”, probabilmente, di aver fatto perdere dei soldi a qualcuno che aveva scommesso su di lei.
La Keys ha reagito con un tweet ironico mentre il profilo dell’utente incriminato è stato bloccato.

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Purtroppo non si tratta del primo caso del genere di un fenomeno che è diffuso a vari livelli del tennis professionistico, e che non guarda in faccia al ranking o all’età. Anzi, trova fertile terreno d’azione anche nei tornei minori e con giocatori semisconosciuti. Circa due mesi fa era toccato alla promessa italiana Stefano Napolitano, 21enne che veleggia intorno alla 170esima posizione della classifica Atp. “Muori, sei una m..” e altro, gli insulti rivolti al giocatore biellese sui social dopo la sconfitta in un Challenger. Napolitano aveva reagito con un messaggio rivolto agli scommettitori postato sui propri profili.

Il caso limite, forse, è quello della canadese Rebecca Marino. Nel febbraio 2012, a soli 22 anni, aveva deciso di lasciare il tennis professionistico, sconvolta dopo i casi di cyberbullismo che l’avevano riguardata su Facebook e Twitter. La Marino era considerata una promessa ma dopo aver raggiunto il suo best ranking alla posizione 38, era sprofondata in una crisi di gioco e in classifica, attirandosi le ire degli scommettitori “traditi”.
Salendo un po’ di livello sono noti i casi di Nicolas Almagro e Petra Kvitova, mentre Tim Smyczek, oggi numero 166 del mondo, quando è stato attaccato sui social l’ha presa con filosofia: ritwittando e commentando scherzosamente gli insulti ricevuti.

 

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