L’ Australia dei “bad boys” si tinge di rosa?

E' tutto pronto per il primo Slam stagionale di scena a Melbourne, in Australia, e le speranze per una vittoria "in casa" potrebbero sembrare davvero poche

di Fabrizio Messina

 

Sono già iniziate le qualificazioni del primo Slam stagionale. Tra soli pochi giorni sul centrale di Melbourne si alzerà il sipario sul main draw degli Australian Open e i migliori giocatori del mondo, come ogni anno, si daranno battaglia per aggiudicarsi un posto nella storia del meraviglioso mondo del tennis.

Battere Djokovic, il numero uno del mondo, sarà un’impresa a dir poco improbabile: dopo avere visto lo scorso anno svanire per un soffio il sogno del Grande Slam, il serbo sarà più determinato ad iniziare bene la stagione nonostante una concorrenza più agguerrita che mai. Murray, Federer, Wawrinka e Nadal, solo per citarne alcuni. E’ curioso notare, invece, come non vi sia nessun australiano candidato ad insidiare il trono di Novak Djokovic già vincitore nelle edizioni 2008, 2011, 2012, 2013 e 2015.

Eppure, la truppa australiana è abbastanza nutrita ed infarcita di giovani promesse. Sarà presente il ciclone Nicholas Kyrgios, anche se per il momento più famoso per i gossip, le strane acconciature ed i colpi spettacolari da fare invidia a Gael Monfils piuttosto che per il suo gioco potente, anche se recentemente ha condotto la rappresentativa australiana alla vittoria della Hopman Cup conquistandosi anche i complimenti di Roger Federer. Oltre a lui, anche l’altro bad boy, Bernard Tomic. Arrestato a luglio, dalla polizia di Miami, sembra abbia messo la testa a posto dopo aver raggiunto la top-20, anche se ci si aspetta ancora molto da lui vista la giovane età e le indubbie doti tecniche. Infine, mai dare per vinto l’inesauribile Lleyton Hewitt: il leone di Adelaide che si appresta al ritiro giocherà quest’anno il suo ultimo Australian Open (per la sua uscita di scena si è preparato correndo più di 15.000 km in meno di due mesi). Fatto salvo l’ex numero del mondo, tuttavia, nessuno degli australiani ha mai raggiunto risultati importanti in termini di posizioni nel ranking o tornei vinti in carriera fino a questo momento, a dispetto dei muscoli, degli atteggiamenti virili e delle bravate da bulli di quartiere.

BERNARD TOMIC

Il compito di tenere alta la bandiera aussie è, in realtà, tutto affidato al gentil sesso. In un paese di machos, è Samantha Stosur l’unica rappresentante del tennis australiano ad avere ottenuto un posto in top-ten negli ultimi nove anni, vincendo inoltre gli Us Open nel 2011 dopo aver battuto in finale Serena Williams, oltre ad essersi piazzata al numero 4 del ranking WTA entrando di fatto nel piccolo gruppo di giocatrici (solo quattro) capaci di battere la Williams in una finale Slam. Per la statistica: Serena Williams ha raggiunto 25 finali Slam e ne ha perse solo quattro, due contro la sorella Venus (Us Open 2001, Wimbledon 2008), una contro la Sharapova (Wimbledon 2004) ed infine, come detto, contro la Stosur (Us Open 2011). Oggi Samantha Stosur è la numero ventisette del mondo, e dopo sei anni e mezzo si è vista superare da Bernard Tomic, entrato a Settembre in top20. In un’intervista, rilasciata a margine del torneo di Brisbane, la tennista australiana ha detto, tuttavia, di non sentirsi eclissata dalle giovani stelle del tennis australiano che negli ultimi tempi stanno facendo parlare molto di sé. Con i suoi trentuno anni la Stosur potrebbe ancora lottare per la vittoria di uno Slam, e se riuscisse a compiere questa impresa in quel di Melbourne probabilmente sarebbe celebrata come l’atleta australiana dell’anno.

L’ex campione di doppio Todd Woodbridge spende non poche parole di elogio per la connazionale Samanta Stosur, secondo lui sottovalutata a causa del suo carattere “poco glamour”. “Sam non ha mai cercato le luci della ribalta come altri suoi colleghi”, ha dichiarato Woodbridge. “E’ un esempio di umiltà che, nell’era dei social, ci riporta indietro agli anni d’oro del tennis australiano”. Fisico da culturista e camminata sicura, la Stosur, se lasciasse per un attimo trasparire le sue emozioni affidandole ad un naturale gesto di stizza invece di nasconderle sotto gli occhiali da sole che indossa quasi sempre, probabilmente avrebbe molti più ammiratori e simpatizzanti tra i propri connazionali.

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Sul basso profilo della Stosur ha detto la sua anche Rennae Stubbs: commentatrice televisiva ed ex compagna di doppio di Samantha, Rennae si dice certa che la Stosur non ha ancora ottenuto le attenzioni che merita da parte dei suoi connazionali perché il Roland Garros (semi 2009, 2012 e finale 2010) e gli Us Open, dove Sam ha ottenuto migliori risultati, non sono molto seguiti dai tifosi australiani, che prediligono gli Open nazionali ed il torneo di Wimbledon, dove sfortunatamente Sam ha giocato il suo peggiore tennis rispetto agli altri tornei Major, senza avere di fatto mai raggiunto almeno i quarti di finale. Secondo la Stubbs c’è, poi, un problema di fondo che viene riconosciuto anche da Woodbridge, ben più grande dei semplici meriti sportivi:” l’Australia è un paese sessista, profondamente maschilista, ed è molto triste ammetterlo ma in Australia è diffuso un atteggiamento misogino che spinge gli uomini a snobbare i risultati raggiunti dalle donne”, dice la Stubbs. “Se i risultati raggiunti dalla Stosur”, aggiunge invece Todd Woodbridge, “fossero stati ottenuti dal Kyrgios di turno, a quest’ora saremmo qui a celebrare un mito, un campione”.

Sentendosi chiamata in causa, la Stosur ha detto la sua, confermandosi ovviamente desiderosa di maggiori riconoscimenti da parte dei suoi connazionali, ma anche consapevole del fatto che il suo paese sia intriso di una cultura profondamente maschilista che porta a snobbare il lavoro delle donne. Oggi, per la cronaca, Samantha Stosur ha perso ai quarti di finale del torneo WTA di Sydney contro la portoricana Monica Puig con il punteggio di 4/6 4/6. Si affaccia, quindi, sul campo di Melbourne, dove l’attende un’altra occasione per cercare di conquistare i favori del proprio pubblico e di tutti gli appassionati.

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