L’importanza della moviola e del challenge

lampard Il gol fantasma di Lampard in Germania-Inghilterra al Mondiale del 2010

Nel mondo del calcio si parla continuamente della moviola in campo come possibile soluzione e rimedio a tutti gli errori arbitrali commessi, alcuni gravissimi come nella partita dei Mondiali sudafricani del 2010 tra Germania e Inghilterra sul gol di Frank Lampard non convalidato con il pallone che superò nettamente la linea di porta e che avrebbe decretato il 2 pari (partita poi terminata 4 a 1 per la Germania).
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Un’altra svista clamorosa si verificò nella partita di campionato tra Milan e Juventus quando Muntari buttò vistosamente la palla dentro e Buffon parò oltre la riga; gol non convalidato al Milan che, dopo aver dominato la partita per un’ora e mezza sul risultato di 1 a 0 (e con il gol fantasma i rossoneri avrebbero agguantato giustamente il 2 a 0), subì la rete della Juve allo scadere del secondo tempo.? Dei tre errori grossolani e inediti commessi dalla terna arbitrale nella partita Juve-Roma terminata 3 a 2 per i bianconeri di Allegri, gli italiani, tifosi della Roma e non (persino alcuni laziali e juventini) ne hanno fatto un caso nazionale.

Il giorno dopo la partita, nessun giornalista si è risparmiato nel raccontare l’accaduto; molte testate giornalistiche recitavano partita falsata e palese ingiustizia sportiva nei confronti della Roma. Anche politici del Pdl e del Pd hanno evidenziato, ai telegiornali, le responsabilità e i gravi errori commessi da parte dei giudici di gara nelle scelte arbitrali e la necessità dell’utilizzo della moviola in campo per rendere più giusti ed equi i risultati delle partite.

Nel mondo del tennis, per fortuna, esiste una moviola in campo che prende il nome di Hawk-Eye (letteralmente occhio di falco) e che serve ai giocatori, in preda al dubbio o alla curiosità, per verificare se la palla chiamata o non chiamata da parte dei giudici di sedia e di linea, sia effettivamente buona o fuori. Mentre nel calcio la decisione arbitrale è indiscutibile una volta presa ed è il giudice di gara ad avere sempre ragione a dispetto delle proteste dei giocatori, nel tennis, così come nella pallavolo, il giocatore (nel caso del tennis) o la squadra (nel caso della pallavolo) può appellarsi al “challenge” per un determinato numero di volte nell’intento di cambiare la decisione arbitrale e ottenere un beneficio che sia il punto o la ripetizione dello stesso.

Nel tennis, in particolare, numerosi sono stati i casi di lunghe e vivaci discussioni tra gli arbitri e i giocatori per una palla chiamata o non chiamata. Dagli anni ’80 con John McEnroe e Jimmy Connors passando per Serena Williams, Victoria Azarenka, Roger Federer, Rafael Nadal, Viktor Troicki, Marat Safin e Fabio Fognini hanno avuto diverse conversazioni anche piuttosto colorite con i giudici di sedia.

La Williams violò il codice sportivo offendendo e aggredendo Eva Asderaki nella partita contro la Stosur agli Us Open; l’americana fu sanzionata e dovette pagare 2mila dollari alla ITF. La Azarenka insultò la giudice di gara senza troppe esitazioni dicendole che cosa ci stesse a fare seduta su quella sedia.

O ancora Fognini, per il quale i battibecchi con gli arbitri sono una consuetudine, si lasciò andare a qualche parolaccia e imprecazione di troppo nella famosa partita di Wimbledon contro Melzer arbitrata da Pascal Maria, nella quale il ligure, con il suo atteggiamento non propriamente fine, fece ridere il pubblico inglese e lo stesso Maria.

Federer, che di Hawk-Eye nella sua carriera ne ha chiamati tanti sebbene non l’abbiano spesso assistito, ha avuto diverse discussioni con i giudici di sedia sulle scelte arbitrali.

Nadal che è senz’altro uno dei giocatori meno polemici del circuito, ha avuto il suo bel da fare con Carlos Bernardes, considerato da molti insieme a Kader Nouni e Mohamed Lahyani, uno dei migliori arbitri in circolazione per quel che concerne il circuito ATP. Bernardes in quella circostanza diede il punto a Berdych malgrado il colpo del ceco non fosse definitivo, anche perchè Nadal vi era arrivato. Lo spagnolo si innervosì per la decisione presa dal giudice di sedia brasiliano e gli disse: “Carlos mi stai dicendo una barbarità, mi stai dicendo una pazzia”.

Safin e Troicki si comportarono in modo esuberante in seguito alle chiamate dei giudici di sedia. Entrambi i casi si verificarono sulla terra battuta dove l’occhio di falco non è disponibile. Safin salì addirittura sul seggiolone di Mergus Murphy provando a fargli capire quale fosse il problema della chiamata e cercando di valorizzare le proprie ragioni.

?Troicki perse il lume della ragione accusando per circa tre minuti le pignolerie di Cedric Mourier. L’arbitro francese, nonostante i reclami del serbo, rimase fermo sulla sua decisione e Troicki replicò: “No, non ci credo. Voglio ritirarmi”. Prese la videocamera del cameraman per mostrare in diretta che la palla era buona e disse con tono ironico a Cedric Mourier che anche dallo spazio si poteva vedere che non c’era spazio tra la palla e la riga.

Uno degli ultimi casi più clamorosi ha coinvolto la nostra Sara Errani, durante la sfida contro la belga Yanina Wickmayer nel torneo di Cincinnati. Al terzo set, dopo una partita all’insegna dell’equilibrio, l’azzurra è al servizio ma la sua prima, dopo che la belga aveva già giocato la risposta, viene giudicata “out” dal giudice di sedia. Errani rimane incredula, alza il dito come a chiedere di guardare il monitor per rendersi conto di ciò che avesse fatto. Le immagini dell’occhio di falco sono impietose e dimostrano la gravità della (sbagliata) correzione del giudice di sedia, a cui ha seguito una concitata protesta della romagnola.

La lista dei giudici di sedia coinvolti in discussioni e controversie è lunghissima visti gli innumerevoli casi di disaccordo e di incompatibilità tra i giocatori e gli stessi ufficiali di gara.?Svolgere una professione come quella di arbitro è più difficile di quanto si pensi perchè egli è un giudice e se è il giudice il primo a sbagliare, ne verrà aspramente criticato l’operato tanto da chi è sottoposto ai giudizi abituali come i giocatori quanto dall’esterno e quindi da coloro i quali assistono alla partita.

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