Mouratoglou: “Musetti in una finale Slam? Ha tutto per arrivarci, ma deve volerlo davvero”

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Un talento straordinario con il destino nelle proprie mani

Lorenzo Musetti ha talento da vendere, ma non basta. Ne è convinto Patrick Mouratoglou, celebre coach e voce influente del tennis internazionale, che ha recentemente analizzato il gioco del giovane azzurro in una puntata della sua rubrica Eye of the coach. L’allenatore francese, già mentore di Serena Williams, ha messo sotto la lente l’exploit di Musetti a Monte Carlo – torneo in cui è arrivato in finale – ma anche le fragilità che ancora lo separano dall’élite del tennis mondiale.

“Musetti è un grandissimo giocatore, ha tutto nel suo gioco” ha detto senza esitazioni Mouratoglou. “Si muove molto bene, il diritto, il rovescio, il tocco: tutto è di altissimo livello. È completo, con colpi di grande qualità. La sua palla è viva, può accelerare in ogni situazione, sia col diritto che col rovescio.”

Il problema? L’attitudine

Eppure, questo talento tecnico non sempre si traduce in continuità nei risultati. Secondo Mouratoglou, il nodo cruciale è la mentalità. Musetti tende a essere troppo passivo, ad alternare momenti in cui comanda lo scambio ad altri in cui si limita ad attendere l’errore dell’avversario. Un atteggiamento che, a certi livelli, non può bastare.

“Penso che la terra battuta sia la sua superficie migliore perché lì la sua passività pesa meno. Ma questa esitazione su come gestire il punto – se spingere o aspettare – è ciò che lo rende incostante”, ha sottolineato Mouratoglou. A Monte Carlo, Musetti ha spesso iniziato male i match, salvo poi svegliarsi, prendere in mano la partita e ribaltare tutto. Una dinamica che, se da un lato mostra la sua capacità di reazione, dall’altro evidenzia la mancanza di una strategia aggressiva stabile fin dall’inizio.

“Se riuscirà a cambiare mentalità, a essere quello che comanda e restare in difesa solo quando necessario, il suo livello crescerà in modo esponenziale” ha continuato il coach francese. Il confronto con Carlos Alcaraz – il suo avversario in finale – è illuminante: entrambi dotati di colpi eccezionali, ma con approcci opposti. Lo spagnolo aggredisce sempre, Musetti ancora no. E il risultato si è visto.

Un paragone che pesa: da Zverev a Monfils

Nella sua disamina, Mouratoglou ha anche messo a confronto Musetti con altri giocatori di vertice, come Alexander Zverev. Il tedesco, a suo dire, ha raggiunto un altissimo livello da contrattaccante, pur colpendo forte e mantenendo qualità e profondità costanti. Ma anche per lui c’è stato un limite, mai superato: “Non ha mai imparato a fare un passo avanti, a colpire con anticipo. Perché il suo tennis funzionava comunque. Musetti invece sa che deve farlo, ma ancora non lo fa abbastanza.”

Il paragone si estende anche a giocatori come Gasquet e Monfils: grandi talenti, ma spesso inclini ad affidarsi a una tattica attendista. “Quando giochi contro i migliori, questo approccio non basta. Lorenzo comanda in alcune fasi del match, ma non per l’intera durata. A Monte Carlo, direi per un 40% del tempo. Se vuole arrivare al top, deve farlo per il 100%.”

Crescita sì, ma ancora a metà

Negli ultimi mesi, Musetti ha mostrato segnali importanti di crescita. Dall’estate 2024 in poi, ha compiuto passi avanti sia sotto il profilo dell’aggressività che nella gestione tattica. In particolare, la stagione su erba ha evidenziato un’evoluzione nel suo modo di stare in campo. I risultati sono arrivati, ma non con costanza. Anche all’interno dello stesso incontro, fatica ancora a mantenere un’attitudine proattiva dal primo all’ultimo punto.

Per questo motivo, nonostante i numeri e il talento, la scalata alla Top 10 non è ancora compiuta in maniera definitiva. Mouratoglou è chiaro: “Se può arrivare in una finale Slam? Perché no, dipende da lui. Soltanto da lui.”

Una corsa ancora aperta

Lorenzo Musetti resta uno dei profili più affascinanti del panorama tennistico internazionale. Tecnica sopraffina, intelligenza tattica, grande sensibilità. Ma per raggiungere la vetta, serve qualcosa in più: una convinzione feroce, la volontà di essere sempre protagonista e non comparsa nei propri match.

Il messaggio è chiaro: il talento non basta se non è supportato da una mentalità vincente. E ora che il mondo del tennis ha riconosciuto il suo valore, tocca a Musetti dimostrare di voler davvero stare tra i grandi. A tempo pieno.

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