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Novak Djokovic, tra gloria, benessere e futuro: “Non è ancora abbastanza per me”

L’equilibrio tra il fuoriclasse e l’uomo

A quasi 38 anni, Novak Djokovic continua a vivere la sua carriera da tennista con una determinazione che sfida il tempo. Con 24 titoli del Grande Slam, 99 tornei vinti in singolare e, finalmente, anche un oro olimpico nel palmarès, il campione serbo potrebbe permettersi di rallentare. Ma la parola ritiro non fa ancora parte del suo vocabolario. “Il tennis ha consumato la maggior parte della mia vita sin da molto giovane. Gli ho dedicato ogni energia mentale, fisica ed emotiva – e sì, ne sono stato ampiamente ricompensato”, ha dichiarato in una recente intervista.

Nonostante qualche difficoltà recente nel circuito, con prestazioni altalenanti su terra e l’assenza annunciata dal torneo di Roma, Djokovic non intende arrendersi. “È difficile ottenere oggi i risultati di un tempo, ma ciò non significa che non possa farlo di nuovo. La grandezza cambia forma perché tu cambi. Ogni anno, ogni mese, ogni settimana sei una persona diversa”, ha spiegato. E poi aggiunge, con quella fame che lo ha sempre contraddistinto: “Il tennis richiede una mentalità in cui non è mai abbastanza. E io ancora… ancora non sento che sia abbastanza per me.”

Oltre il campo: wellness, impresa e valori

Se da un lato Djokovic mantiene la grinta dell’atleta, dall’altro si mostra sempre più coinvolto in progetti che riflettono la sua visione di vita. Il benessere fisico e mentale è uno dei suoi pilastri da anni, fin da quando ha adottato una dieta gluten-free e quasi totalmente vegetale. Un impegno che ha trasformato in impresa: è nato così Sila, il suo nuovo brand di integratori lanciato tra Stati Uniti ed Europa.

I prodotti, tra cui bustine aromatizzate e integratori di magnesio, puntano a supportare funzioni chiave come sonno, concentrazione, salute intestinale e recupero muscolare. Ma non si tratta solo di sport: “Anche chi lavora in ufficio o a casa ha bisogno di sentirsi al meglio. Vedo tante persone intrappolate in un ciclo di stanchezza, dipendenti dal caffè per restare attive. Serve un cambiamento”, afferma con convinzione.

L’idea di Sila ha preso forma anche grazie a esperienze personali vissute negli ospedali, accanto a medici e infermieri che spesso, racconta, si alimentano con cibo spazzatura: “Mi ha colpito molto. Mi ha spinto ancora di più a promuovere un approccio diverso alla salute”.

Parallelamente, Djokovic sta lavorando al lancio di Regenesis, una capsula immersiva per il rilassamento e il recupero che combina frequenze elettromagnetiche, aromaterapia, cromoterapia e suoni terapeutici. Il suo obiettivo è chiaro: “Vorrei vedere più persone in salute e meno malati. Serve un nuovo equilibrio tra medicina convenzionale e alternativa”.

Collaborazioni selezionate e una visione chiara

Djokovic non ha mai accettato qualsiasi sponsor: “Mi sono rifiutato di rappresentare prodotti che non rispecchiavano i miei valori”. Per lui, il benessere, lo sport e l’educazione sono gli ambiti in cui si sente coinvolto davvero. Da qui le collaborazioni con brand che ne condividono la filosofia, come Qatar Airways, Aman Resorts, Lacoste, ASICS, e Hublot.

Con Aman, ad esempio, parteciperà a ritiri di benessere, condividendo con gli ospiti la sua esperienza su allenamento, recupero e forza mentale. E c’è anche la possibilità di ritrovare al suo fianco Maria Sharapova, sua amica di lunga data e anch’essa ambasciatrice del benessere.

Famiglia, educazione e filantropia

Al centro della vita di Djokovic c’è la sua famiglia. Con la moglie Jelena e i figli Stefan e Tara, Novak cerca di recuperare il tempo sacrificato alla carriera: “Voglio essere presente per i miei figli. Stare con loro mi riempie il cuore”. Un sentimento che si riflette anche nel suo impegno filantropico con la Novak Djokovic Foundation, attiva dal 2007.

Inizialmente rivolta a varie cause, la fondazione ha poi concentrato le sue forze sull’educazione infantile, soprattutto in Serbia. Grazie alla collaborazione con UNICEF, Djokovic ha scoperto che oltre metà dei bambini nel suo Paese non frequentava alcun centro educativo. “È stato scioccante. Da allora abbiamo coinvolto più di 50.000 bambini e ricostruito oltre 50 asili”, racconta con orgoglio.

Il futuro? Una questione di equilibrio

Djokovic è ancora lì, pronto a inseguire la vittoria numero 100, forse il 25° Slam. Ma non ha fretta. Che sia allenatore, imprenditore, filantropo o perfino attore – come ha scherzosamente mostrato nel video-parodia pubblicato a Indian Wells – è evidente che Djokovic sta già tracciando il sentiero per il dopo tennis.

Nel frattempo, il messaggio è chiaro: “Cerca sempre di essere la versione migliore di te stesso”. E finché lo spirito resta così affamato, la leggenda Djokovic è tutt’altro che al capitolo finale.

Redazione Tennis Circus

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