L’elezione di Robert Francis Prevost a nuovo Pontefice ha portato con sé una ventata di novità e curiosità. Non solo perché si tratta del primo Papa statunitense nella storia della Chiesa cattolica, ma anche per il suo profondo e sincero legame con uno sport inaspettato: il tennis. Nato a Chicago da una famiglia di origini francesi, Prevost ha scelto il nome di Leone XIV. Il suo annuncio è arrivato in modo inedito anche per gli appassionati di sport, quando – durante il match tra Fabio Fognini e Jacob Fearnley agli Internazionali d’Italia – l’immagine del nuovo Papa è apparsa sui maxischermi del Centrale del Foro Italico, suscitando un fragoroso boato dagli spalti.
La passione di Leone XIV per il tennis non è affatto superficiale. In diverse occasioni ha raccontato di aver praticato con entusiasmo questo sport, soprattutto in gioventù. “Mi considero un giocatore dilettante”, ha confidato in un’intervista rilasciata all’Ordine di Sant’Agostino, “ma ho avuto poche occasioni per praticarlo da quando ho lasciato il Perù”. In terra peruviana ha vissuto per molti anni: prima come missionario dal 1985 al 1999, poi come vescovo di Chiclayo dal 2013 al 2023. In quel periodo, pur tra mille impegni, riusciva ancora a impugnare la racchetta. Si narra persino che il suo rovescio fosse particolarmente efficace, tanto da farsi notare nei tornei parrocchiali e giornalieri a cui partecipava.
Il legame tra spiritualità e attività sportiva per lui non è mai stato una contraddizione. Anzi, nel suo primo discorso da Pontefice ha sottolineato come anche lo sport possa essere “un veicolo di pace”, espressione chiave del suo messaggio inaugurale. Questa visione si inserisce in una lunga tradizione della Chiesa che, pur con sobrietà, riconosce il valore formativo e comunitario delle discipline sportive.
C’è chi spera che, ora che siede sul soglio pontificio, Papa Leone XIV possa riavvicinarsi simbolicamente al tennis, magari come spettatore o sostenitore dei grandi eventi. La sua elezione in coincidenza con uno dei tornei più importanti del calendario ATP ha dato vita a un incrocio suggestivo tra sacro e sportivo. Non a caso, lo speaker del Centrale ha annunciato con emozione la fumata bianca durante l’incontro in corso, suggellando un momento raro in cui il tennis si è trovato improvvisamente al centro dell’attenzione religiosa mondiale.
Curiosa anche la coincidenza legata al cognome Prevost, che richiama i fratelli André e Yvonne Prévost, tennisti francesi attivi agli inizi del Novecento e medagliati alle competizioni internazionali parigine, considerate poi equivalenti alle prime Olimpiadi moderne. Un dettaglio che aggiunge ulteriore fascino alla figura del nuovo Papa.
Mentre il mondo osserva con attenzione i primi passi di Leone XIV, c’è già chi si chiede se, tra un Angelus e una visita apostolica, potrà trovare il tempo per scambiare qualche palla su un campo in terra battuta. Se non altro, la sua passione per il tennis è un segnale chiaro: il nuovo Pontefice arriva con un bagaglio umano ricco, profondo e sorprendente, capace di parlare anche ai cuori degli sportivi.
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