TC intervista Pier Francesco Parra, il ‘Doctor Laser’

Tennis Circus ha avuto la fortuna di intervistare il professor Pier Francesco Parra, specialista in laser chirurgia e inventore del nuovo metodo Doctor Laser, nome con il quale è ormai conosciuto al grande pubblico. Luminare di medicina sportiva, ha seguito e curato diversi atleti colpiti da infortuni attraverso le tecniche di laser terapia più avanzate. Da qualche anno ricopre la carica di Responsabile Medico del Centro FIT (Federazione Italiana Tennis) di Tirrenia e delle Squadre Nazionali di Davis e Fed Cup e per la preparazione Olimpica.

L’impressione che ci ha dato è stata quella di uomo appassionato del suo lavoro e innamorato del nostro sport a tal punto da prestare la propria opera gratuitamente come dirigente della Federtennis.

Buongiorno Dottor Parra grazie per averci concesso un’intervista. Da anni lei lavora da molti anni nel mondo dello sport in generale. Può parlarci della sua esperienza?  Che differenza ha riscontrato tra il tennis e le altre discipline?

Ho lavorato nell’atletica leggera, sono stato consulente personale di Alberto Tomba e consulente per la Juventus negli anni ’90 e sono stato inserito anche nella commissione medica nel basket. Sul piano medico, direi che il tennis, a differenza delle altre discipline, è uno sport fra i più microtraumatici. Inoltre, le superfici dure e veloci come il cemento contribuiscono a causare più infortuni. A volte si pensa che il famoso ‘gomito del tennista’ sia l’infortunio più frequente anche tra i professionisti; in realtà quello più diffuso è la “spalla del tennista”: si tratta di una lesione del tendine sovraspinato di vario livello provocata spesso dal movimento servizio, un colpo sempre più potente e sfruttato dai professionisti. Il gomito del tennista invece è più diffuso nel tennis amatoriale.

Attualmente ricopre la carica di Responsabile medico del centro di Tirrenia e responsabile medico delle nazionali di Fed Cup e Coppa Davis. Che differenza riscontra tra le tenniste ed i tennisti?

Sicuramente le tenniste ci hanno dato più risultati grazie alle vittorie di 4 Fed Cup e di un’altra finale persa; ma anche la squadra maschile, con la semifinale raggiunta lo scorso anno, ha conseguito un grandissimo obiettivo. I tennisti necessitano di più assistenza medica in quanto in Coppa Davis in campo maschile si gioca al meglio dei tre set su cinque contro i due set su tre in campo femminile: pertanto, la possibilità di infortunarsi è più elevata in campo maschile.

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Nel 1988 Lei ha messo a punto il laser Neodimio Yag dopo l’esperienza maturata in Francia. Ci racconti, come Le è venuta questa idea?

Ho sviluppato questa idea proprio durante il mio perfezionamento in laserchirurgia in Francia. La laserterapia è un’alternativa all’intervento chirurgico per guarire alcune patologie. Dopo lunghe ricerche, in breve, ho pensato di defocalizzare un raggio di tipo chirurgico con lunghezza d’onda tra i 600 e i 1.100 nanometri, all’interno della finestra terapeutica, in modo tale che il raggio si diffonda nell’acqua e penetri in profondità della pelle.

Lei è stato autore di di alcuni libri e addirittura Angelo Mancuso, capo ufficio stampa della Fit ci racconti l’esperienza, ha scritto .  

Sì ho scritto tre libri uno di chirurgia laser, il secondo e il terzo dedicati alla mia nuova metodologia e le sue evoluzioni. La biografia di Angelo è scaturita da una lunga chiacchierata tra di noi, dove ho raccontato la mia esperienza che lui messo per iscritto in modo simpatico e brillante.

Nel 2007 ha iniziato a seguire Novak Djokovic e Rafael Nadal. Cosa pensa di loro?

Entrambi sono due grandissimi campioni e due bravissime persone. Con Nole la collaborazione è stata continuata per parecchi anni, mentre con Nadal solo in quell’occasione. La differenza maggiore è stata che Nadal mi ringraziò pubblicamente e rese ancora più fulgida la mia immagine nel settore: cosa che, naturalmente, mi fece molto piacere.

Visto che il tennis è parte integrante della Sua vita ha mai provato a giocare?          

Purtroppo a giocare sono un vero disastro. Mi diverto a giocare qualche volta in doppio col mio amico Paolo Bonolis per manifestazioni di carattere umanitario e riesco quasi sempre a batterlo.

Nel mondo del tennis ha degli obiettivi da raggiungere in futuro? 

Spero di poter contribuire a portare un tennista italiano nei top-ten. Un altro sogno è la vittoria in Coppa Davis. In campo femminile, mi piacerebbe vedere Camila Giorgi tra le prime giocatrici del mondo.

Per tre anni ha collaborato all’interno dello staff medico della Juventus. Come ricorda la sua esperienza?

E’ stato un periodo molto faticoso. Tutti i giovedì e i venerdì partivo da Livorno per recarmi a Torino, dove lavoravo in qualità di consulente laserista. Un giorno Marcello Lippi, una persona piacevolissima, mi chiese di chiamare il medico per curare un infortunio col laser e non sapeva neanche chi fossi. Quando arrivai ciò che più sorprese fu la lunghezza media di ripresa dagli infortuni, che paragonata a quella di un tennista, con lo stesso disturbo, era nettamente più lunga. Anni dopo, quando avviai una collaborazione con il Manchester United, mi consolai quando Sir Alex Ferguson mi disse, al nostro primo incontro: “Mr. Parra, you are the legend of the laser”.

Lei lavorerebbe ancora nel mondo del calcio ?          

Col calcio ritengo finita la mia avventura: semplicemente, non fa per me. Nel tennis mi sento molto più a mio agio, anche grazie allo stretto legame di stima e amicizia che ho col presidente della Fit, Angelo Binaghi, e con tutto l’ambiente, estremamente corretto e dove mi sento sempre a casa.

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