Pietrangeli tifa Sinner: “Basta dire che rosico, sono il suo primo tifoso”

Nicola Pietrangeli chiarisce: “Non sono un rosicone, sono il primo tifoso di Jannik Sinner”. Il tennis italiano unito alla vigilia della finale del Roland Garros contro Alcaraz.
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Una finale che unisce generazioni

Il tennis italiano si prepara a vivere un momento storico: la finale del Roland Garros tra Jannik Sinner e Carlos Alcaraz. Un duello che catalizzerà l’attenzione del Paese e che non lascerà indifferente nemmeno una leggenda come Nicola Pietrangeli, vincitore a Parigi nel 1959 e 1960. A 91 anni, l’ex campione ha voluto sgombrare il campo da ogni equivoco, rispondendo a chi lo ha accusato in passato di essere invidioso del talento altoatesino.

“Non sono un rosicone”: la risposta di una leggenda

Intervistato alla vigilia della finale, Pietrangeli è stato diretto: “Mi piazzerò davanti alla tv per la finale del Roland Garros. Sarò il primo tifoso di Sinner contro Alcaraz. Dovete smetterla di pensare che sia un rosicone, perché Jannik è diventato un campione. E io sono felice e orgoglioso di vedere l’Italia del tennis dominare nel mondo.”

Le sue parole suonano come una dichiarazione d’amore per un movimento tennistico che, grazie a giovani come Sinner e Musetti, sta vivendo una nuova età dell’oro. Pietrangeli, mai banale, non risparmia nemmeno elogi: “Jannik è fortissimo, inarrivabile. Avete visto con Djokovic? Al momento penso che solo Carlos sia in grado di batterlo.”

Sinner e Alcaraz, due fuoriclasse a confronto

La sfida tra Sinner e Alcaraz promette spettacolo. Il 22enne spagnolo, già vincitore dell’edizione precedente e reduce da successi a Monte Carlo e Roma, parte con un leggero vantaggio sulla terra rossa, superficie a lui più congeniale. Ma il percorso del numero 1 al mondo nel torneo è stato semplicemente impeccabile: nessun set perso, nonostante sia solo il suo secondo torneo dopo uno stop di tre mesi.

Pietrangeli sa bene quanto sarà dura: “Mi aspetto una bella battaglia. Alcaraz è un cavallo pazzo, fa tutto lui. Sbaglia, poi fa punti fenomenali, non sai mai cosa aspettarti.” Eppure, non ha dubbi sulla forza mentale del nostro campione: “Forse Sinner assomiglia a Borg. Freddo, non si arrabbiava mai, come Jannik. Che poi cosa avrebbe da arrabbiarsi? Talentuoso, famoso, numero 1 al mondo, benedetto dal talento.”

Musetti e l’orgoglio azzurro

Oltre a Sinner, anche Lorenzo Musetti ha brillato a Parigi, raggiungendo le semifinali. Pietrangeli, che da tempo tesse le lodi del carrarino, ha ribadito quanto creda nel suo potenziale: “Qualche anno fa dicevo già che Musetti forse non è il più forte degli italiani ma è quello che gioca meglio. Bisognava solo dargli il tempo di crescere.”

Un’eredità che guarda al futuro

L’ammirazione di Pietrangeli per questa nuova generazione è sincera, e l’ex campione non nasconde il sogno più ambizioso: “Non mi sorprenderei se Jannik riuscisse a fare il Grande Slam come Rod Laver.” Parole che pesano, pronunciate da chi la storia del tennis italiano l’ha scritta con la racchetta in mano.

Nel giorno della grande finale, le tensioni e le incomprensioni sembrano sciogliersi sotto il sole di Parigi. Da Pietrangeli a Sinner, passando per Musetti, il tennis azzurro si ritrova unito, pronto a scrivere un’altra pagina memorabile.

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