Quanto un’interruzione per pioggia può condizionare un incontro di tennis?

Analizziamo un tema attuale, con alcuni esempi e considerazioni, per cercare di rispondere alla domanda: un'interruzione per pioggia può condizionare l'esito di un incontro di tennis?

Parigi, Giugno 1999. Andre Agassi, alla caccia del suo primo titolo al Roland Garros, entra in campo per la finalissima dello Slam parigino, che, in caso di vittoria, gli permetterebbe di raggiungere il prestigiosissimo Career Grand Slam. Il suo avversario è il potente ucraino Andrei Medvedev. L’inizio del match è uno shock per il kid di Las Vegas: Medvedev, servendo in maniera quasi perfetta, fa suo il primo set per 6/1 in appena 19 minuti. Ed il massacro prosegue anche nel secondo parziale, vinto dall’ucraino per 6/2. Agassi, uno dei migliori giocatori in risposta del circuito, è in balia del suo avversario, capace di vincere il 100% dei punti sulla propria prima di servizio nell’arco dei primi due set. Ma durante quel secondo set, un’interruzione di circa 25 minuti per pioggia, ha permesso ad Andre, visibilmente sotto shock, di conferire negli spogliatoi con il suo coach Brad Gilbert.

L’americano, di fatto, torna in campo senza ancora una chiara idea di cosa fare, cercando solo di “restare vivo”, come lui stesso dichiarerà. Il terzo set (anche questo condizionato da un po’ di pioggia) è più equilibrato, fino al 4/4, dove improvvisamente, dopo aver salvato un break point, Agassi tiene il servizio, lo strappa al suo avversario nel game consecutivo e vince il parziale per 6/4. Ora è lui che comanda il gioco, si è finalmente svegliato: conquista il quarto set per 6/3, e poi fa suo anche il quinto con il punteggio di 6/4. Lacrime di gioia e commozione rigano a lungo il viso di Andre Agassi, ora che ha vinto per la prima volta il Roland Garros, ribaltando un match che sembrava a senso unico, ed è diventato il quinto giocatore della storia a vincere almeno una volta tutte e quattro le prove dello Slam.

Andiamo avanti nel tempo di 13 anni. Sempre a Parigi, sempre sul campo Philippe Chatrier, nel Giugno del 2012, Rafael Nadal e Novak Djokovic si contendono il titolo in finale. Il maiorchino vince i primi due set per 6/4 6/3, per poi subire il ritorno del serbo, che con rabbia e determinazione conquista il terzo parziale per 6/2 e si porta avanti di un break nel quarto set, quando, sul 2/1 e servizio in favore di Nole, Giove Pluvio decide di metterci lo zampino: match interrotto per pioggia, proprio quando l’inerzia del match sembrava essere passata dalla parte di Djokovic, capace di vincere 8 game di fila, contro Nadal, sulla terra. Si riprenderà a giocare al Lunedì, e lo spagnolo farà suo il set per 7/5, conquistando il suo settimo titolo a Parigi.

Queste due storie possono costituire due ottimi esempi come base per la nostra discussione, e per cercare di rispondere alla domanda: un’interruzione per pioggia (ma potrebbe essere anche un’interruzione per oscurità, o per coprire il tetto dello stadio) può influenzare in qualche modo l’esito di un incontro di tennis?

Siparietto fra Djokovic ed un raccattapalle al Roland Garros durante un'interruzione per pioggia
Siparietto fra Djokovic ed un raccattapalle al Roland Garros durante un’interruzione per pioggia

Senza fare delle inutili speculazioni, non sapremo mai se, senza l’interruzione per pioggia, Agassi avrebbe vinto comunque la finale di Parigi nel 1999, o se Djokovic sarebbe riuscito a portare Nadal al quinto set nella finale del 2012, ma una cosa è certa. Chiunque abbia giocato un match di tennis almeno una volta nella vita, sa che in ogni incontro, che sia una finale Slam o un primo turno di un torneo sociale in un circolo di provincia, esiste un fattore determinante che è l’inerzia, o “momentum”, come lo chiamano gli inglesi. Possono essere tanti i fattori che, improvvisamente, fanno passare l’inerzia del match da un giocatore all’altro, riaprendo d’un colpo l’esito di una partita che fino ad pochi istanti prima sembrava segnato: un colpo spettacolare che ridà fiducia a chi è sotto nel punteggio, un doppio fallo su un punto importante, un nastro complice o nemico, una discussione con il giudice di sedia per una palla dubbia, e così via. Ebbene, in questo contesto, non si può non considerare un’interruzione di un match un fattore che incide sull’inerzia dello stesso. Ovviamente, molto dipende anche dal momento dell’incontro in cui l’interruzione avviene, nonchè dalla durata dell’interruzione stessa. La sospensione di un match sul punteggio, ad esempio, di 2/2 nel primo set per 15 minuti non può influire così tanto. Ma un match come quello fra Nadal e Djokovic, sospeso in un momento cruciale e con l’inerzia passata dalla parte del serbo, e ripreso il giorno dopo, può avere un forte impatto; chi, al momento della sospensione, si trovava in difficoltà e non con abbastanza lucidità mentale per trovare delle contromisure, ha così tutto il tempo di fare tabula rasa nella propria mente, riorganizzare le idee, magari anche conferendo con il proprio coach, e tornare in campo con la mente più lucida e con una nuova strategia di gioco.

Nadal ieri durante l'interruzione per pioggia del match contro Schwartzman
Nadal ieri durante l’interruzione per pioggia del match contro Schwartzman

Protagonista di episodi del genere è stato, nelle ultime settimane Rafael Nadal, ovviamente non per colpa sua. Per 3 volte nel giro di 4 settimane, infatti, dei match in cui il maiorchino era in difficoltà, o addirittura sotto nel punteggio, sono stati interrotti per pioggia, e al rientro in campo il n.1 del mondo ha ripreso in mano le redini del gioco, rimontando lo svantaggio. E’ successo nella finale degli Internazionali BNL d’Italia, in cui Rafa, dopo aver dominato il primo set per 6/1, ha subito la rimonta rabbiosa del giovane Sascha Zverev, che ha vinto per 6/1 il secondo parziale ed è salito 3/1 nel terzo; ma, dopo l’arrivo della pioggia e la conseguente interruzione, al rientro in campo Zverev non ha più vinto un game, e Nadal si è aggiudicato set e titolo. Altro episodio si è verificato nel match di secondo turno del Roland Garros la scorsa settimana contro il nostro Bolelli: con Nadal in vantaggio 2 set a zero, il tennista azzurro, decisamente in palla, si è portato in vantaggio per 3/0 nel terzo parziale, prima che l’incontro venisse interrotto per l’arrivo della pioggia; alla ripresa dell’incontro, il giorno dopo, Nadal ha recuperato nel punteggio e si è preso il terzo set al tie-break. L’ultimo episodio, in ordine cronologico, è avvenuto ieri, nel match giocato dal maiorchino contro Schwartzman valido per i quarti di finale dello Slam parigino. L’argentino ha messo in seria difficoltà Nadal, strappandogli il primo set per 6/4 e andando avanti 3/2 con break di vantaggio nel secondo, prima che un violento acquazzone interrompesse l’incontro; alla ripresa, un Nadal trasformato ha recuperato lo svantaggio ed è passato a condurre per 5/3, prima che la pioggia tornasse a cadere posticipando definitivamente l’incontro ad oggi. E mentre scrivo, Rafa ha appena chiuso il match con il punteggio finale di 4/6 6/3 6/2 6/2; di fatto, dalla prima ripresa dopo la pioggia ad oggi, non c’è stata più storia.

Sascha Zverevtorna negli spogliatoi del Foro Italico a causa della pioggia durante la finale di quest'anno contro Nadal
Sascha Zverev torna negli spogliatoi del Foro Italico a causa della pioggia durante la finale di quest’anno contro Nadal

Episodi, che non mettono assolutamente in discussione la classe, la potenza ed il talento di un campionissimo come Nadal, ma che forse, in uno sport come il tennis, in cui la concentrazione e la forza mentale sono così determinanti, possono in qualche modo influire nell’economia di un match. Ovviamente, la soluzione ideale ma totalmente utopistica, sarebbe quella di munire di tetto scorrevole tutti i campi di tutti i tornei di tennis professionistici del mondo. Non essendo ciò realizzabile, ci chediamo però, legittimamente, perchè, almeno sul campo centrale dell’impianto parigino, la copertura non sia stata ancora realizzata (si parla del 2020). Perfino nello Slam più “conservatore” come Wimbledon, dove i tennisti sono obbligati a vestire solo di bianco, il campo centrale è stato dotato di copertura scorrevole. Senza contare che, qualora si incappasse in settimane particolarmente sfortunate a livello meteo, rinviare continuamente gli incontri metterebbe anche i giocatori in differenti condizioni, non potendo alcuni di loro, alle volte, usufruire del giorno di riposo poichè costretti a recuperare dei match rinviati a causa delle cattive condizioni meteo.

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Dunque, la risposta alla domanda che ci siamo posti all’inizio di questo articolo è: sì, un’interruzione per pioggia, a seconda del momento in cui avviene, può incidere sull’esito finale di un match di tennis. Sono in molti addetti ai lavori a pensarlo, e lo penso anche io, avendone avuto più volte esperienza diretta quando giocavo tornei di terza categoria in Belgio, Paese dove piove una media di 200 giorni all’anno. Non ci può ovviamente essere soluzione universale a questo problema, ma rimane il fatto che nel 2018 il Roland Garros resta, dei quattro tornei del Grande Slam, l’unico con un impianto ancora non dotato di copertura anti-pioggia, e speriamo vivamente che gli organizzatori possano finalmente provvedere a creare una soluzione a questo disagio.

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