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Rafa Nadal: “Il tennis non mi manca, ho chiuso il mio capitolo con serenità”

Una serata speciale per un campione senza tempo

Durante la 25esima edizione dei Laureus World Sports Awards, tenutasi a Madrid, Rafael Nadal ha ricevuto uno dei riconoscimenti più prestigiosi della serata: lo Sporting Icon Award, premio alla carriera per una leggenda che ha scritto pagine indelebili della storia del tennis. A consegnargli il trofeo è stato Edwin Moses, due volte oro olimpico e simbolo mondiale dell’atletica, che ha definito Nadal “un’icona dello sport mondiale, con una voglia di vincere indomabile, ma sempre guidata da umiltà e sportività”.

Nadal, 38 anni, ha salutato ufficialmente il tennis nel novembre scorso dopo oltre vent’anni di carriera e 92 titoli conquistati, tra cui 22 Slam, ma le sue parole, pronunciate sul palco madrileno, hanno colpito per lucidità e consapevolezza. “Non so da dove cominciare, non mi ero preparato per un momento così incredibile. Molti di voi mi hanno ispirato fin da quando ero bambino, parlare davanti a voi oggi è qualcosa di davvero speciale”, ha detto emozionato il maiorchino, che in passato ha già vinto altri quattro premi Laureus.

“Il tennis non mi manca”: una fine consapevole

Nel suo intervento, Nadal ha affrontato anche il delicato tema del ritiro. Le sue parole, lontane dalla malinconia, hanno rivelato una profonda serenità interiore: “La verità è che non mi manca il tennis. Non perché fossi stanco, anzi. Ho finito la mia carriera felice e, se avessi potuto, avrei continuato. Ma quando ti rendi conto che fisicamente non ce la fai più, allora è il momento di chiudere quel capitolo. E io l’ho chiuso”.

Una decisione maturata con il tempo, non priva di fatica emotiva, come lui stesso ha ammesso: “Ci ho messo molto a prendere questa decisione, avevo bisogno di essere sicuro che fosse quella giusta. Alla fine, l’ho presa con la consapevolezza di aver dato tutto ciò che potevo”.

Pur non scendendo più in campo, Nadal continua a seguire il tennis con passione, controllando regolarmente i risultati e, come annunciato, sarà protagonista di una cerimonia speciale il 25 maggio al Roland Garros, il torneo che più di ogni altro ha definito la sua carriera e la sua leggenda.

Uno sguardo al futuro: “Mi piacerebbe guidare la Spagna”

Il futuro, per Rafa, resta ancora tutto da scrivere. Durante la serata a Madrid, ha parlato anche di un’eventuale carriera da capitano della nazionale spagnola di Coppa Davis. Al momento la guida è affidata a David Ferrer, ma Nadal non ha escluso un suo coinvolgimento nei prossimi anni.

“Non so cosa accadrà, è difficile fare previsioni. Mi piacerebbe diventare capitano, ma per ora non ci sono le condizioni. Ho appena concluso un lungo percorso, devo ancora prepararmi per il futuro”, ha spiegato. Non un no, ma un “forse” carico di possibilità. Rafa ha anche ringraziato la sua famiglia e il team che lo ha accompagnato nel corso della carriera, sottolineando quanto siano stati fondamentali nel supportarlo anche nella transizione verso la nuova fase della sua vita.

L’unicità di un campione

Con questo nuovo premio, Rafael Nadal entra ancora una volta nella storia, diventando l’unico ad aver ricevuto riconoscimenti in tutte le principali categorie dei Laureus Awards, gli “Oscar dello sport”. Un risultato che racconta la grandezza di un atleta che ha saputo eccellere non solo con la racchetta, ma anche per integrità, determinazione e umanità.

Mentre il mondo del tennis si prepara a celebrarlo nuovamente a Parigi, il messaggio che Nadal lascia è quello di un uomo che ha saputo chiudere il proprio capitolo sportivo con la rara eleganza di chi ha dato tutto. E che, forse, ha ancora qualcosa da scrivere — in un ruolo diverso, ma sempre con la stessa passione.

Redazione Tennis Circus

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