L’addio al singolare di Sara Errani sul suo amato Roland Garros
Sulla terra rossa, nel suo amato Roland Garros, il torneo che più di ogni altro ha conosciuto i suoi sacrifici, la sua fatica ma anche le sue gioie e i suoi trionfi, Sara Errani ha deciso di disputare, l’ultima partita della sua carriera in singolare.
Un addio sobrio e coerente con il suo carattere
Quello che si è consumato ieri a Parigi è stato un addio sobrio, silenzioso, ma pieno e coerente con tutto ciò che è stato il personaggio di Sara Errani. Per la sua uscita di scena Sarita non ha ricercato clamori, grandi proclami, conferenze stampa o adunate di pubblico, ha deciso piuttosto di salutare il circuito maggiore e il pubblico che tanto l’ha amata e seguita, nel modo che più le appartiene: disputando una partita fino all’ultimo colpo e cercando strenuamente di portare a casa il risultato.
Fino alla fine Sara ha deciso di donare al campo ogni energia residua prima di piegarsi, con dignità e lucidità, all’unico avversario che nessun atleta potrà mai battere, ossia il lento ma inesorabile scorrere del tempo.
Un talento costruito con lavoro e determinazione
Sara Errani non è una tennista come le altre, certamente non una predestinata né tantomeno una su cui tanti avrebbero scommesso, nata senza il fisico statuario che ormai è richiesto a chi vuole praticare tennis ad alti livelli e senza quel servizio potente divenuto, a dire di molti, ormai indispensabile, ha dimostrato che lavorando sodo e credendo realmente nelle proprie possibilità si può emergere lo stesso.
La sua storia è quella della caparbietà, di chi non si arrende, di chi lavora sodo inseguendo i propri sogni. È la storia di chi ad ogni vittoria sembra voler rispondere ai vari detrattori citando Will Smith nel film La ricerca della felicità:
“Non permettere mai a nessuno di dirti che non sai fare qualcosa. Neanche a me. Ok? Se hai un sogno, tu lo devi proteggere.”
Dalla Romagna al mondo: una carriera da leggenda
E Sara quel sogno l’ha realmente protetto, lavorando giorno dopo giorno, con serietà e caparbietà, non esprimendo mai una parola fuori posto, non ricercando mai una scorciatoia, non accettando mai una resa priva di lotta.
È stata capace, contro ogni aspettativa, di spingersi fino al numero 5 del mondo in singolare, conquistare 9 titoli WTA, finale al Roland Garros nel 2012 e semifinale agli US Open nello stesso anno, diventare numero 1 nel doppio, sollevare 34 trofei in coppia, vincere 5 Slam insieme a Roberta Vinci completando il Career Grand Slam, vincere per due volte di fila gli Internazionali BNL d’Italia, la Medaglia olimpica a Parigi 2024 insieme a Jasmine Paolini e contribuire in modo decisivo alle tre storiche vittorie dell’Italia in Fed Cup.
Excalibur e la lotta quotidiana
Sacrificio, fatica, sudore e poi quella racchetta, che Sara ribattezzò “Excalibur”, diventata simbolo di una battaglia quotidiana, leggera ma letale, l’unica capace di farle superare il blocco mentale del servizio, quasi un’estensione del suo braccio e del suo spirito indomabile.
La magica alchimia con Roberta Vinci
Con Roberta Vinci ha formato una delle coppie più forti della storia del tennis femminile. Insieme hanno regalato all’Italia il sogno del Grande Slam nel doppio, imponendosi nei quattro angoli del mondo: Melbourne, Parigi, Londra, New York.
Il mondo non ha avuto confini abbastanza marcati per contenere il talento di queste due fuoriclasse. Non solo vittorie, per loro, ma un’armonia rara, fatta di complementarità, sacrificio e fiducia. La tecnica d’altri tempi di Roberta si compenetrava con la resistenza fisica di Sara, regalando alchimie magiche ed uniche.
Un nuovo capitolo nel doppio con Jasmine Paolini
Con questo ritiro oggi si chiude un capitolo, ma non il libro. Non è ancora tempo per privarsi dell’esempio e del tennis di Sara Errani. Il singolare va in archivio, è vero, ma nel doppio Sara e Jasmine hanno ancora tanto da dare e noi da vedere. Il terreno su quel campo è ancora fertile e Sara lo sa.
La tennista romagnola, in coppia con Jasmine Paolini, oggi guarda al futuro con l’umiltà di chi non ha bisogno di dimostrare più nulla, ma nel contempo ha la consapevolezza di avere ancora tanto da dare.
L’eredità di un esempio limpido
Sara Errani resta un esempio limpido per le nuove generazioni, per chi sogna senza essere creduto, per chi comincia sentendosi “meno”, per chi pensa di non essere “abbastanza”, e la dimostrazione vivente che il sacrificio e il duro lavoro possono aprirti gioie e soddisfazioni superiori a qualsiasi sogno.
Sara l’ha protetto il suo sogno. Lo ha difeso con forza, senza alzare la voce, con la tenacia, il sacrificio e l’umiltà che l’hanno sempre contraddistinta.
Grazie, Sarita!
Grazie per il tuo tennis, per le soddisfazioni che hai saputo regalarci, ma soprattutto per la lezione di vita che hai saputo trasmettere alle nuove generazioni.