Serena Williams tra le 25 donne che hanno cambiato il mondo

Per Serenona non è certo stato l’anno migliore della sua inarrivabile carriera. Infatti, nonostante il suo settimo Wimbledon (nonché 22esimo Slam portato a casa) l’infortunio alla schiena che l’ha costretta ai box dal post Us Open ne ha minato notevolmente il rendimento. Il risultato è che al termine della stagione 2016 in cima alla classifica WTA c’è Angelique Kerber, la seconda n. 1 tedesca dopo l’inarrivabile Steffi Graf.

RITORNO A COMPTON – Tuttavia la regina ha altri motivi che possono allietarle l’umore: la testata americana People l’ha inserita infatti tra le 25 donne che hanno cambiato il mondo. Il prestigioso riconoscimento le è stato concesso in particolare per la sua forza morale: costretta sin da piccola a combattere contro il razzismo, Serena è riuscita a farsi strada nonostante le difficoltà dedicandosi costantemente, anche grazie al suo carattere forte e alla sua personalità trascinante, ai problemi della comunità afroamericana e al valore della donna, dentro e fuori il campo da gioco. La stessa Serena, intervistata dal settimanale, ha rilasciato una frase che potrebbe essere ben presa come un motto della sua carriera: «Non pensare di aver fallito se fai qualcosa e questo non va. E’ così che si ha successo». A breve la numero due del mondo peraltro tornerà a Compton, da cui proviene, per l’inaugurazione di due campi da tennis e di un centro di ricerca dedicati alla sorella Yetunde Prince, tragicamente uccisa per sbaglio in una sparatoria nel 2003.

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Serena Williams festeggia l’oro olimpico ai Giochi di Londra 2012.

PRONTA PER IL 2017 – In ogni caso però poi l’obiettivo tornerà ad essere la racchetta, specialmente nell’ottica di una lotta alla vetta che si annuncia serrata sin dai primi mesi del 2017: la Kerber deve difendere il titolo in Australia, e siccome la distanza attuale è intorno ai 2.000 punti, con una vittoria di Serena a Melbourne il ritorno in cima al ranking non parrebbe essere un obiettivo eccessivamente distante. È chiaro però che servirà un totale recupero fisico, una miglior gestione delle risorse e un’oculata scelta della programmazione, anche perché va tenuto presente che la carta d’identità recita 35 anni e che negli ultimi due anni la Williams ha palesemente finito in rosso le stagioni mancando persino la finale nell’amato US Open contro due avversarie abbondantemente alla portata come Vinci e Pliskova. Se non altro, nei primi mesi dell’anno Serena avrà già la possibilità di recuperare terreno. Dopo Melbourne, che sarà in ogni caso uno step fondamentale per recuperare confidenza e testare l’integrità fisica, Indian Wells e Miami non presentano delle cambiali pesanti a livello di punti, e potrebbero essere dell’ottimo fieno da mettere in cascina. In ogni caso Serena può ben esser felice di vedere il suo impegno sociale ben riconosciuto. Del resto, è una vera campionessa non solo sul campo. 

Di Giovanni Romano

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