Jannik è uno tosto, dentro e fuori dal campo da tennis.
L’età è solo un numero; Sinner è un Millenial, nato ad agosto 2001, ma a differenza di tanti della sua generazione, che faticano ancora a capire come allacciarsi le scarpe, lui ha e ha sempre avuto idee chiare e obiettivi ben fissati in testa.
Si è raccontato, Jannik, sulle pagine dell’ATP, e ci ha offerto, nella rubrica ATP Uncovered, uno spaccato della sua infanzia e adolescenza.
“All’inizio non è stato facile lasciare gli amici della mia città. Ho dovuto abbandonare due sport, la mia famiglia. Non è stato facile. Eppure ho sempre deciso in maniera autonoma perché amo il tennis. Ed è per questo che quando ho lasciato casa non ho avuto recriminazioni. Tutt’oggi sono veramente contento di aver intrapreso questa strada”.
E’ stato suo papà a riportarlo sulla “retta via”, dopo che da bambino, a circa sette anni, aveva detto basta con la racchetta, preferendo praticare altri sport: “Mio padre a un certo punto mi ha detto di provarci ancora. E da quel momento ho iniziato a divertirmi veramente. Durante l’infanzia ho sciato molto più di quanto abbia giocato a tennis. E in quei periodi giocavo anche a calcio»
E poi, il rapporto con il suo “secondo” padre, coach Piatti: “Ricordo che la prima volta, in Accademia, c’erano un sacco di coach a vedermi. Tutti dicevano che potevo giocare un gran tennis. Questo mi ha aiutato a scegliere Riccardo. Lui per me c’è sempre stato e lo apprezzo molto”.
Nell’anno appena trascorso, quando abbiamo visto sbocciare il talento di Jannik, il rapporto con Piatti è sempre emerso in modo molto cristallino, ed è bello vedere come un ragazzo con la testa sulle spalle, sia pronto a seguire il suo mentore, con la tenacia e l’umiltà che contraddistinguono i predestinati.
Le ultime parole che ci lascia, nell’intervista, sono un’ennesima conferma degli alti valori che lo caratterizzano: “E’ importante essere un bravo ragazzo sia dentro che fuori dal campo. Anzi, probabilmente è la cosa parte più importante per me in questo momento”, ha concluso.
Top 30, semifinali ad Anversa, vittoria alle Next Gen Finals dominando chiunque: questo è Sinner, e per fortuna, siamo solo all’inizio.
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