Il gioco del tennis è uno sport caratterizzato da diverse variabili che condizionano ogni incontro. Una di queste è rappresentata dalla superficie di gioco. La terra battuta, l’erba e il cemento sono terreni diversi e ognuno di essi ha il potere di cambiare il modo nel quale si affronta una partita, perché richiede degli adattamenti di carattere tecnico, fisico e strategico.
Le superfici nel dettaglio
La terra battuta è una superficie lenta, concede più tempo per preparare i colpi e induce a scambi più lunghi. I favoriti sono i giocatori con grande resistenza e pazienza che costruiscono i punti con attenzione. L’erba è una superficie più veloce, con rimbalzi bassi e imprevedibili. Sono favoriti gli stili di gioco aggressivi e potenti, spesso caratterizzati da servizio e volée. Il cemento è capace di offrire una sorta di equilibrio tra velocità e stabilità. Questa superficie si adatta a diversi stili di gioco e rende le partite imprevedibili.
Giocatori e superfici
In qualunque sport coloro che lo praticano hanno specifiche caratteristiche che li rendono inclini a determinate performances. Lo stesso accade nel tennis, dove abbiamo giocatori con diverse caratteristiche che prediligono una determinata superficie a discapito di un’altra. Nel tennis attuale, ad esempio, i primi della classe, Jannik Sinner e Carlos Alcaraz risultano avere caratteristiche di gioco differenti che si adattano a determinate superfici. Il numero 1 del mondo sembra prediligere il cemento, forse perché è nato professionalmente su questa superficie e il suo tipo di gioco si è adattato di più ad essa.
La sua voglia di migliorarsi però lo rende capace di ottime giocate anche sulla terra battuta e sull’erba, nonostante non siano i luoghi dove il suo tennis ha ottenuto il battesimo. Un altro italiano sulla cresta dell’onda, Lorenzo Musetti, sembra essere un ottimo “terraiolo”, il suo gioco si esprime meglio su questa superficie, lo confermano anche i suoi risultati, avendo conquistato lo scorso anno il bronzo olimpico sulla superficie in questione.
Il numero 2 del Ranking Carlos Alcaraz sembra prediligere la terra battuta. Anche in questo caso il ruolo fondamentale lo giocano le sue origini tennistiche, il murciano ha iniziato a muovere i suoi primi passi in questo sport sulla terra battuta e si è adattato meglio a questa superficie. Nonostante questo, lo spagnolo si rende competitivo anche sull’erba, dove sinora ha vinto due Slam (Wimbledon) e non disdegna neanche il cemento, avendo di recente conquistato il relativo titolo a Rotterdam.
Se guardiamo al passato recente, possiamo menzionare colui che viene definito “Il re della terra battuta”, stiamo parlando del Grande Rafael Nadal, diventato Leggenda, anche in merito alle sue 14 vittorie sull’argilla del Roland Garros, segnando un’impresa che potrebbe essere irripetibile. In Italia, alcuni giocatori del passato prediligevano la stessa superficie, a volte anche perché costretti.
Adriano Panatta di recente ha parlato della questione in tv. Nel 1976 vinse sulla terra battuta gli Internazionali d’Italia e Il Roland Garros. L’ex numero 1 del tennis italiano ha raccontato che ai suoi tempi prediligere la terra battuta diventava quasi una necessità.A quel tempo, ad esempio, arrivare in Australia per disputare gli Australian Open era quasi proibitivo, si impiegavano tre giorni di viaggio e quando si arrivava dall’altra parte del Globo si giocava su superfici in erba, perché all’epoca in Australia i campi da tennis erano in questa superficie.
Se sempre secondo l’Adriano Nazionale, la terra battuta rappresenta una superficie migliore in relazione al gioco stesso, prova ne sia, il fatto che dove si ferma la pallina resta il segno e questo può fare la differenza se ci dovessero essere delle controversie di gioco.
Le superfici e il futuro
In futuro le superfici in cemento potrebbero essere maggiori rispetto alle altre, anche se tornei importanti come gli Internazionali d’Italia il Roland Garros non modificheranno di sicuro il terreno di gioco. Gli Slam o i Master 1000 sul cemento potrebbero aumentare in considerazione del fatto che i Paesi Arabi stanno emergendo nel settore e cercheranno di “allargare” il campo di azione.
L’auspicio di coloro che seguono il gioco con racchetta e pallina è che indipendentemente dalle superfici i giocatori si possano esprimere al meglio regalando a questo appassionate sport altri potenziali promettenti campioni.