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Stan Wawrinka: “Prima della finale ho pianto, tremavo. Lo Slam più doloroso della mia vita”

Stan Wawrinka ancora bestia nera per Djokovic in una finale Slam. Nel 2015 gli impedì a Parigi il Career Grand Slam, qui agli Us Open di festeggiare il tredicesimo Major. Un trionfo speciale come ha spiegato lo svizzero in conferenza stampa: “Due settimane straordinarie. Ho passato molto tempo in campo. Oggi sapevo che sarebbe stata una grande battaglia contro il numero 1 Novak Djokovic, che ti spinge a tirare fuori il meglio per batterlo. Onestamente dopo il match ero completamente vuoto di energie. Ho dato tutto in campo, non solo oggi ma nelle due settimane. Oggi ho cercato di essere duro con me stesso e di non mostrare dolore, crampi, nulla. Stavo soffrendo in campo ma sono felice e orgoglioso della vittoria”.

 

Un solo Slam, Wimbledon, dalla conquista del Career Grand Slam, ma Wawrinka giustamente pensa giorno per giorno. “Stai forse dicendo che il prossimo anno mi concentrerò solo su Wimbledon? (ride). Non ci sono piani. Non inizio la stagione dicendo: ‘Ok, vincerò uno Slam quest’anno. No’. Provo ad allenarmi ogni giorno, giorno dopo giorno, e a vincere ogni match. I risultati poi arrivano, lotto con me stesso per migliorare perchè ho un grande team che mi spinge ogni giorno ad essere un giocatore migliore. Non avevo mai sognato di vincere uno Slam prima degli Australian Open. Non è mai stato un sogno perchè la strada era ancora lontana. E, qui, sono arrivato senza obiettivi. Ogni volta che entro in campo posso battere gli avversari. Ma quando inizio il torneo non guardo il tabellone e dico ‘ok, voglio vincere il torneo’.

Un match point salvato contro Evans in una partita dalle mille emozioni e con la tensione alla stelle. La stessa tensione che Stan ha provato ieri prima di entrare in campo. “Ero nervoso come non mai, tremavo per davvero. Mentre parlavo con Magnus (Norman) cinque minuti prima della partita ho pianto, ma ero convinto che fisicamente ero lì, il mio gioco c’era. ‘Lotta sul campo e avrai la possibilità di vincere’. Ed è questo che è successo, dopo alcuni game ho cominciato a credere in me stesso e ad essere dentro la partita. Ho sofferto in campo ma non ho voluto mostrare segni che potessero farlo intuire. Se vuoi battere il numero uno al mondo devi dare tutto. Devi accettare di soffrire e devi quasi goderti la sofferenza, questo è stato il Grand Slam più doloroso fisicamente e mentalmente della mia vita. Ma non volevo perdere, perché gli anni passano e avere il trofeo del finalista non è lo stesso.”

Immancabile una domanda sul medical time out di Djokovic per problemi al piede sul 3-1 del quarto, quando Stan si stava preparando a servire per salire 4-1.”Ho cercato di rimanere calmo e caldo, non volevo raffreddarmi dopo che avevo faticato a livello fisico coi crampi. Volevo assicurarmi che il mio corpo fosse pronto alla ripresa. Se lui è stato corretto nel chiamarlo in quel momento? Ho chiesto all’arbitro di questo, volevo conoscere la regola esatta, e se al tuo avversario esce del sangue, bisogna fermarsi. Questo è ciò che mi hanno detto sia arbitro che supervisor.”

Tre Slam come Murray.Un Fab Four o uno dei Big 5 come ha detto Djokovic? “Novak è sempre molto gentile con me. Gli voglio bene. Dice sempre cose belle su di me. Ma io sono lontano dai big 4. Io ho tre Slam, ok, ma quanti Master 1000 ha vinto Murray? Non solo hanno vinto ma sono sempre in semifinale o in finale. Non sono all’altezza. Sono contento della mia carriera”.

Giulia Micheli

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