7 riflessioni sugli Australian Open del gentil sesso

[tps_title]1. Angelique Kerber alla riscossa[/tps_title]

La campionessa degli Australian Open lascia l’Australia con un record di 12-1 dall’inizio della stagione, con la sua unica sconfitta avvenuta nel Brisbane International, in finale contro Victoria Azarenka. Solo poche settimane più tardi lei ha vendicato questa sconfitta, battendo Azarenka a Melbourne in due set, superando poi l’altra favorita del torneo, la prima testa di serie Serena Williams, in tre set e vincendo il suo primo titolo dello Slam.

Ma anche prima Kerber ha messo le mani su altri trofei come il Daphne Akhurst Memorial, facendo vedere segni già dai primi di gennaio che questa era una diversa Kerber. Un cambiamento di corde nell’off-season ha dato il suo più forza ai suoi colpi – in particolare al suo servizio – che ha usato efficacemente contro Serena. E’ stata anche notevolmente più in forma, dopo un estenuante off-season con il suo nuovo allenatore.

[tps_title]2. Serena Williams rimane quella da battere[/tps_title]

Nonostante la sua sconfitta nella finale degli Australian Open, Serena ha superato le aspettative rispetto al suo livello all’inizio della stagione. C’erano preoccupazioni dopo il suo ritiro alla Hopman Cup a causa di un’infiammazione al ginocchio, ma nei primi sei match a Melbourne assolutamente nessuno stava giocando come Serena. Questo è un segno molto incoraggiante per la sua nuova stagione.

Mentre insegue lo Slam n° 22, è anche interessante notare quanta pressione esterna e interna stia cercando di gestire. Dopo che Serena vinse lo Slam n° 17 nel 2013 agli US Open, ci sono voluti altri quattro major per raggiungere Evert e Navratilova a quota 18 un anno dopo. Prima di questo perse contro Ana Ivanovic a Melbourne, Garbiñe Muguruza a Parigi, e Alizé Cornet a Wimbledon .

[tps_title]3. Agnieszka Radwanska non mostra segni di rallentamento[/tps_title]

Nessuno batte Serena in un giorno lei colpisce 18 vincenti con soli 4 errori non forzati in un set durato 20 minuti. Radwanska ha ammesso ciò dopo il suo 6-0, 6-4, sconfitta nelle semifinali degli Australian Open. Ma la vincitrice delle WTA Finals rimane la giocatrice più vincente nel tour dallo US Open dello scorso anno – 26 vittorie, quattro titoli – e lascia l’Australia con una solo sconfitta nella stagione.Agnieszka Radwanska, Serena Williams

[tps_title]4. Victoria Azarenka rimane in crescita[/tps_title]

Dopo la prima settimana a Melbourne, sembrava che tutto potesse portare alla finale tra Serena e Vika. Il grosso compito di far disattendere ciò è stato affidato a Angelique Kerber. La perdita di un set contro una giocatrice contro cui non aveva mai perso (6-0 vs Kerber) è stata una delusione, non c’è dubbio.

“Sono delusa, sono arrabbiata.”, ha dichiarato Azarenka dopo la sconfitta. “Ma nel complesso non influirà su di me in alcun modo, perché so che il lavoro che ho fatto sta dando i suoi frutti. Ho solo bisogno di fare di più. Ho bisogno di andare avanti per essere ancora più competitiva. Ho mostrato buoni segnali, buona qualità, sono molto più competitiva e fisicamente molto meglio. Ho bisogno di valutare un po’ quello che posso migliorare e continuare a farlo. “

Questa è stata la risposta di Azarenka in un momento difficile. Se ne va dall’Australia delusa. Ma rimane comunque incredibilmente affamata e incoraggiata.

[tps_title]5. Gli infortuni sono solo il peggio[/tps_title]

Non c’è modo di ignorare il grande numero di infortuni che ha colpito così tanti giocatori a gennaio. Da un lato, alcune delle reazioni a ritiri anticipati ad inizio stagione erano completamente esagerate. Serena, Kerber, Radwanska e Maria Sharapova hanno mostrato alcuni segni di infortuni che le hanno costrette a ritirarsi dagli Open pre-Australia.

D’altra parte, tre giocatrici chiave – Simona Halep (tendine d’Achille), Garbiñe Muguruza (piede), e Madison Keys (adduttori) – rimangono infortunate da lunga data, con una fragilità cronica. Questi non sono i tipi di lesioni che hanno bisogno di un pausa di due settimane per guarire. Sarà interessante vedere come gestiranno la loro condizione fisica e il loro programma stagionale.

[tps_title]6. Si parlerà ancora di Grande Slam nel 2016 [/tps_title]

Serena ha dominato i discorsi nel 2015 mentre inseguiva il sogno Grande Slam fino a New York. Ma il 2016 appartiene a Sania Mirza e Martina Hingis .

Con il loro terzo titolo Slam consecutivo, le due potranno completare le vittorie nello Slam a maggio agli Open di Francia. La terra battuta rimane loro superficie peggiore, ma con il modo in cui hanno dominato il tour negli ultimi 12 mesi, sembra come dire che la terra è la superficie peggiore di Roger Federer. Sono comunque molto brave su di essa. Se “SanTina” vinceranno al Roland Garros , il Grande Slam è ben alla loro portata.

[tps_title]7. Volti nuovi da guardare[/tps_title]

La prima settimana degli Australian Open si è dedicata ai nuovi volti che si sono contraddistinti tra tutti i giovani partecipanti. C’erano il trio di giovani russe – Margarita Gasparyan, Elizaveta Kuličkova, e Daria Kasatkina – che hanno raggiunto il terzo turno o meglio nelle loro debutto agli Australian Open e ora hanno una classifica tale da farle entrare nel tabellone principale a più tornei prestigiosi.

Loro non sono più russe, ma Daria Gavrilova e Yulia Putintseva hanno disputato anch’esse un ottimo torneo, con l’australiana che ha demolito Petra Kvitova, raggiungendo il quarto turno, e la kazaka che ha battuto Caroline Wozniacki, fino a raggiungere il terzo turno.

Infine, nessuna discorso di gennaio sarebbe completo senza citare Johanna Konta e Zhang Shuai. Konta è ora numero 28 in classifica grazie alle semifinali dell’Australian Open e sarà interessante vedere come gestirà la maggiore pressione di essere la numero 1 britannica. Lo stesso vale per Zhang, sull’orlo del ritiro, che ora si ritrova ad essere la numero 1 della Cina in posizione numero 65.

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