Australian Open: i match di terzo turno da non perdere tra venerdì e sabato

Ecco una panoramica sui più interessanti match che si disputeranno nei prossimi due giorni all'Australian Open. Domani Berrettini, Giorgi e Nadal.

I tabelloni, si sa, non sempre vengono rispettati. E anche quest’anno, all’ Australian Open diversi incroci che il terzo turno ci avrebbe potuto regalare, sia nel maschile che nel femminile, sono saltati. Tra le donne sono cadute 12 teste di serie, tra gli uomini 10. A pagare, a livello di appeal, è di più – almeno sulla carta – il tabellone femminile, che oggi ha perso quattro elementi importantissimi. Sono cadute infatti la numero 3 e la numero 6 del seeding, nonché finaliste delle ultime Wta Finals, Garbine Muguruza e Annett Kontaveit. A loro si sono aggiunte Elena Rybakina (tds n. 12), ritiratasi, e la campionessa degli ultimi Us Open, Emma Raducanu (tds n. 17). Basti pensare che la sconfitta di quest’ultima ha privato il torneo di quella che sarebbe stata una sfida molto affascinante, contro Simona Halep. Tra gli uomini, hanno invece destato parecchio scalpore le eliminazioni, senza particolare scampo, di Andy Murray, Diego Schwartzman, e Grigor Dimitrov. E così niente Murray-Sinner, e addio anche alla sfida tra rovesci ad una mano che avrebbe coinvolto Dimitrov e Stefanos Tsitsipas.

Di ragioni per restare incollati al televisore, in questi due giorni di terzo turno, però, ne restano diverse. Di sotto presenteremo infatti i match più interessanti, sia in campo maschile che femminile, per quanto riguarda i sedicesimi di finale del primo Major della stagione. Tra le tenniste, i tre incontri da tenere d’occhio sono tutti nella parte alta del main draw.

BARTY [1] – GIORGI [30], H2H: 3-0

IN PROGRAMMA DOMANI, DALLE 9:00 SULLA ROD LAVER ARENA

Non potevamo che partire, certamente, dal match femminile che più da vicino riguarda il tennis italiano. L’unica superstite azzurra, Camila Giorgi, se la vedrà infatti con la beniamina di casa Ashleigh Barty, che già aveva estromesso dal torneo l’esordiente Lucia Bronzetti. I precedenti, in realtà, non fanno sorridere Giorgi, che ha perso tutte e tre le volte di fronte all’australiana classe 1996. Senza storia i confronti sulla terra di Strasburgo e sull’erba di Birmingham, entrambi nel 2017: in Inghilterra anzi la marchigiana fu costretta a ritirarsi sotto 2-5 nel primo set. La sfida più indicativa però è la terza, perché nel 2018 la partita si giocò esattamente come quest’anno al secondo turno dell’Open d’Australia. L’allora testa di serie numero 18 vinse in rimonta, col punteggio di 5-7 6-1 6-4, dopo due ore e tre minuti di partita. Dopo quattro anni, però, è tutto diverso: Giorgi è di nuovo tra le migliori, ma Barty comanda la classifica, e insegue – da favorita – il suo terzo Slam in carriera. Ambedue arrivano al match senza senza perdere un set, con la numero 1 del mondo che ha lasciato solo tre game a Lesia Tsurenko e a Bronzetti. La numero 30 del seeding avrebbe faticato tanto quanto la sua avversaria, nei primi due incontri, se non si fosse complicata la vita contro Tereza Martincova in secondo turno: sul 6-2 5-2 la luce infatti si è spenta, salvo poi riaccendersi per il tie-break che ha chiuso la contesa. Inutile a dirsi, contro un gioco completo come quello di Barty, l’incognita è proprio quella. Se davvero la tennista aussie sarà impenetrabile al servizio, più di tutto per Giorgi sarà fondamentale non avere passaggi a vuoto nei turni di battuta. E attenzione, ovviamente, alle variazioni che la campionessa di Wimbledon utilizzerà proprio per far perdere le misure all’atleta italiana. D’altronde il suo piano sarà quello di tenerla il più possibile dentro gli scambi, per poi tirare alla prima occasione buona. Ma si sa che è una tattica da dentro o fuori: Giorgi nelle due partite precedenti ha già fatto segnare 48 vincenti e 75 gratuiti.

ANISIMOVA – OSAKA [13]

IN PROGRAMMA DOMANI, DALLE 9:00 SULLA MARGARET COURT ARENA

Sarebbe stato più bello vedere la campionessa in carica alle prese contro Belinda Bencic? Non lo sapremo mai, ma non possiamo lamentarci. Piuttosto c’è da gioire, perché dopo un periodo non positivo il tennis ritrova una grandissima promessa come Amanda Anisimova. La statunitense poco più di due anni era arrivata al numero 21 del mondo, nello stesso anno ha poi perso il padre, e dopo la pausa forzata per la pandemia non è tornata più la stessa. Il talento, nondimeno, è ancora cristallino, ed il 2022 è iniziato con una stupenda vittoria al Wta di Melbourne. Contro Osaka è il primo precedente, e sarà certamente durissima. La nipponica sembra aver ritrovato la leggerezza necessaria per affrontare la difesa del titolo e andare a caccia della terza corona all’Open d’Australia. Maria Osorio Serrano e Madison Brengle non le hanno creato problemi, anche se il rendimento al servizio non è stato dei migliori. Dopo essere stata sotto per 2-6 2-4 nel match di primo turno contro la qualificata Arianne Hartono, Anisimova è riuscita ad ottenere Bencic. Già il fatto di poterla ritrovare su questi palcoscenici è un piacere, per lei e per tutti gli appassionati, dopo annate costellate di eventi negativi. Da perdere ha poco e la gli stimoli saranno sicuramente moltissimi. A dare un tocco in più al tutto, c’è il fatto che la vincente di questo incontro affronterà una tra Barty e Giorgi per arrivare nei quarti di finale.

AZARENKA [24] – SVITOLINA [15], H2H: 4-0

IN PROGRAMMA DOMANI, DALL’1:00 SULLA ROD LAVER ARENA

Non ce ne vogliano Barbora Krejcikova e Jelena Ostapenko, ma la sfida tra due delle giocatrici più costanti dell’ultimo decennio ha tutt’altra attrattiva. Probabilmente la tennista ucraina non ha reagito benissimo al sorteggio: pescare una ex campionessa Slam, che peraltro ha vinto tutti e quattro i confronti diretti, non è mai una bellissima notizia. L’ultima vittoria della ex numero 1 Wta risale a Doha dello scorso anno, con il punteggio di 6-2 6-4. E forse ci si può fidare dello storico nel dare favorita la bielorussa, la quale può far valere anche una maggiore pesantezza di palla. Nei primi due match, inoltre, ha convinto molto di più della rivale, battendo anche la numero 34 del mondo, Jil Teichmann, per 6-1 6-2. Svitolina, dal canto suo, ha avuto qualche difficoltà nello sbarazzarsi di Fiona Ferro, che ha servito anche per portare la partita al terzo. I maggiori grattacapi poi glieli ha creati Harmony Tan, che arrivata al set decisivo si è però dovuta ritirare. Contro le due tenniste fuori dalla Top-100, la testa di serie numero 15 ha ceduto sei volte la battuta. Di fronte alla risposta di Victoria Azarenka, le complicazioni potrebbero moltiplicarsi.

Nella parte bassa sono saltati scontri molto attesi, come quello tra Annett Kontaveit e Danielle Collins, o il derby tutto americano tra Sofia Kenin e Coco Gauff, entrambe sconfitte addirittura al primo turno. Non è andata meglio alla parte bassa del tabellone maschile, come specificato sopra per Murray e Dimitrov. Possono però abbozzare un sorriso sia Tsitsipas (il prossimo avversario sarà Benoit Paire) e Sinner: l’altoatesino ha una grande occasione, affronterà Taro Daniel ed è in una parte di tabellone già orfana di Casper Ruud, ritiratosi ancor prima dell’esordio nel torneo per via di un problema al piede. Tra gli altri, un grande rimpianto è quello di non poter vedere l’uno contro l’altro Aslan Karatsev e Hubert Hurkacz. Il polacco è stato surclassato in secondo turno da Adrian Mannarino. Anche per il tabellone degli uomini, però, siamo riusciti ad individuare i tre match di cartello.

ALCARAZ [31] – BERRETTINI [7], H2H: 1-0

IN PROGRAMMA DOMANI, TERZO MATCH DALL’1:00 SULLA ROD LAVER ARENA

Non c’è dubbio, molti di noi punteranno la sveglia per questa partita. È il finalista di Wimbledon che affronta il nuovo incredibile talento spagnolo. Muscoloso, veloce ed esplosivo come lo era alla sua età il più grande tennista iberico di tutti i tempi. Ma a nemmeno 19 anni Alcaraz è dannatamente più aggressivo. Facile il paragone con Djokovic se pensiamo alla risposta da vicino al campo. Difficilissimo trovare una somiglianza se invece guardiamo alla passione per il gioco d’attacco dell’allievo di Juan Carlos Ferrero. Neanche Nadal e Djokovic adoravano così tanto mettere i piedi in campo e colpire in proiezione verso la rete, da teenager. Nei primi due turni ha lasciato le briciole ad Alejandro Tabilo e Dusan Lajovic, letteralmente impotenti. Berrettini si trova forse davanti il giocatore più duro di tutti per un terzo turno, almeno inquadrandolo dalla sua prospettiva di Top-10. E nello spicchio di main draw da cui il governo australiano ha letteralmente tirato fuori Novak Djokovic, Alcaraz potrebbe essere per il romano l’ostacolo più grande verso la semifinale. In fondo incrocia le racchette con un fenomeno già in grado di sopraffarlo in quel di Vienna, pochi mesi fa. Alcaraz dominò il primo set, riuscendo a chiuderla però solo al tie-break decisivo. Le premesse, inoltre, sembrano simili: oggi come allora l’italiano non pare brillantissimo dal punto di vista fisico, un fattore davvero decisivo contro un ragazzo che muove la palla come il murciano. Sia Brandon Nakashima che Stefan Kozlov hanno strappato un set all’allievo al tennista tricolore. Chissà, però, che la condizione non migliori: siamo in un Major, e Berrettini negli ultimi tre si è arreso solo davanti a Djokovic. Per gli appassionati dei colori azzurri, vale la pena ricordare che nella nottata scenderà in campo Lorenzo Sonego contro Miomir Kecmanovic, secondo match a partire dall’1:00 sulla 1573 Arena.

KHACHANOV [28] – NADAL [6], H2H: 0-7

IN PROGRAMMA DOMANI, DOPO BARTY-GIORGI SULLA ROD LAVER ARENA

È vero, l’head-to-head potrebbe essere una ragione per non seguire la partita. Sette precedenti ed un totale di 16-1 nel computo dei set. Ma se c’è una cosa su cui Khachanov può mettere alla prova Nadal è la tenuta negli scambi. E per il torneo del maiorchino, per testare veramente le sue condizioni, non si aspettava altro. Contro Marcos Giron e Yannick Hanfmann è andato tutto bene, ma qualcosina è mancato. Non resta che scoprire se il 35enne lo tirerà fuori o meno. L’avversario russo ha il servizio giusto per fargli pagare eventuali insicurezze alla risposta. E da lì la partita si può allungare, per permetterci di vedere come Nadal e il suo corpo reagirebbero alle prime vere prove dopo il ritorno alle competizioni. Certo, spesso il numero 28 del tabellone ha tremato di fronte a Nadal, sciupando diverse occasioni importanti in qualcuna delle partite giocate. E l’aspetto mentale, pone Khachanov in una situazione per nulla ideale. Contro il campione del 2009 a Melbourne, il 25enne di Mosca avrà bisogno di gran parte dei 100 vincenti messi a segno nei primi due turni, dovendo però evitare gli alti e bassi. Nadal non ha nulla a che vedere con Denis Kudla e Benjamin Bonzi.

EVANS [24] – AUGER-ALIASSIME [9], H2H: 1-0

IN PROGRAMMA SABATO, DA DEFINIRE

Ci sarebbe anche un Rublev-Cilic su cui buttare l’occhio volentieri. Il croato, negli ultimi cinque tornei Atp è stato impeccabile: una finale ed una vittoria a chiudere il 2021 in Russia, due semifinali ad Adelaide per iniziare al meglio la nuova stagione. Ma per motivazioni tecniche, consigliamo qui il contrasto di stili che si vedrà tra Daniel Evans e Felix Auger Aliassime. In più, su questi campi il britannico diede una dimostrazione di forza al giovane, battendolo per 6-2 6-3 nella finale del Murray River Open, Atp 250. Aliassime, nettamente migliorato negli ultimi dodici mesi, va a caccia di vendetta e affronta forse anche qualche fantasma. Ha sempre sofferto i giocatori in grado di cambiare ritmo e di offrigli sempre traiettorie diverse, soprattutto verso il suo diritto. Evans è l’uomo giusto per analizzare i cambiamenti di Aliassime nell’ultimo anno. Ha chiuso il girone di Atp Cup da imbattuto e nell’Atp 250 di Sydney si è fermato solo dopo una splendida battaglia contro Karatsev. Nel primo turno degli Australian Open ha dominato David Goffin, ma oggi ha vinto per walkover su Arthur Rinderknech. Gli stop, nei Major, sono sempre complicati da gestire, e il britannico dovrà stare attento. Tuttavia, sarà senz’altro più riposato del suo avversario, che nei primi due turni è stato in campo per più di otto ore. Emil Ruusuvuori era avanti due set a uno prima di capitolare; Alejandro Davidovich Fokina ha gettato bandiera bianca solamente dopo quattro tie-break, in quattro ore e 23 minuti di partita. La performance del canadese non ha affatto convinto, 83 errori non forzati sono troppi per chiunque. Lo spagnolo non ha sfruttato un break di vantaggio nel primo e nel quarto set, Evans potrebbe avere molta meno pietà di lui.

 

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