LA NEXT-MIDDLE GEN
Difficile stabilire chi, tra i giovani, possa compiere l’impresa della vita oltre ai già citati Zverev e Khachanov. Shapovalov e Tsitsipas, pur dotati di un tennis completo sotto tutti gli aspetti, sembrano ancora lontani da un simile prodigio, soprattutto il canadese, ancora molto immaturo sul piano tattico e mentale. Borna Coric appare come il tennista maggiormente cresciuto; la cura Piatti ha dato i suoi frutti da subito, rendendolo un avversario ostico ad Indian Wells e Shanghai e conducendolo alla vittoria dell’ATP 500 di Halle. Il coreano Hyeon Chung, autore di una cavalcata trionfale lo scorso anno, non sembra nella condizione tale da poter ripetere l’exploit del 2018, considerata anche la sconfitta subita a Auckland, e molte incognite permangono sullo stato di concentrazione di Nick Kyrgios, che negli ultimi tempi ha intrapreso un percorso di sostegno psicologico, per arginare gli alti e bassi tipici della sua labile tenuta mentale. Dominic Thiem a New York ha giocato molto bene e non parte certamente battuto, mentre di Grigor Dimitrov ben poco si può dire, dato che a Brisbane ha mostrato alcuni progressi, ma non tali da permettergli di aggiungere in bacheca un risultato così clamoroso.
Come detto in apertura di articolo, nessuno parte con la coppa in mano in questo Australian Open e l’andamento della prima settimana sarà fondamentale per capire chi, alla fine, potrà davvero aspirare a diventare il campione della centosettesima edizione del major oceanico, definito anche Happy Slam, in virtù della solarità (a volte insopportabile) del luogo e dei suoi abitanti.