Finale AO 2016: le dichiarazioni dei finalisti

Trionfa per l’ennesima volta Novak Djokovic, tra i complimenti del pubblico e le lacrime di Boris Becker. Non mancano reciproche dimostrazioni d’affetto reciproche da parte del vincitore e del finalista Andy Murray. 

Comincia Andy Murray, scosso dall’andamento del match e commosso dalla difficile settimana vissuta, con la moglie in procinto di partorire dall’altra parte del mondo: “E‘ una sensazione familiare per me. Congratulazioni Novak. Sei titoli qui sono un record incredibile. L’ultimo anno è stato pazzesco, bravissimo. Vorrei ringraziare il mio team per avermi fatto arrivare fino a qui, e scusarmi per non essere riuscito a portare a termine il mio lavoro. Grazie per tutto il vostro supporto durante due settimane difficili e infine grazie a Kim, mia moglie, che sta guardando da casa. Sei stata una leggenda. Prenderò il primo aereo disponibile per tornare a casa“.

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Prosegue il trionfatore di giornata, Novak Djokovic: “Voglio dire che rispetto molto Andy, ha giocato un altro grande torneo. La fortuna mancava stasera, è un grande campione, un grande amico e un grande professionista e sono sicuro che avrà ancora molte chances di vincere questo trofeo. Un grande ‘grazie’ al mio team. Respiriamo insieme e viviamo ogni giorno con un obiettivo“.

In conferenza, invece, i due analizzano la partita a freddo e con tutte le considerazioni in merito; il campione Nole fa una disamina onesta e pressochè perfetta: “Ho iniziato bene il match, come nella partita contro Roger, ho sbagliato poco. Per un set e mezzo ho giocato molto aggressivo, come volevo io, tutto stava andando secondo il piano di gioco che avevo previsto. Poi Andy ha ritrovato il servizio, è tornato in partita e pochi punti decisivi hanno deciso il match nel secondo e nel terzo set. Avrei dovuto servire meglio, ma voglio essere onesto e rendere omaggio a lui per aver giocato bene, lottando e dimostrando perchè è tra i primi giocatori al mondo”.

Il momento della carriera di Novak Djokovic è a dir poco magico: “Sto giocando il miglior tennis della mia vita da 15 mesi ad oggi. Ho una famiglia, sono arrivato ad un punto in cui tutto è in armonia. Tutto questo è grazie ad anni di impegno, sacrifici e lavoro duro. Ho capito che non si può essere due persone diverse sul campo e nella vita, sei lo stesso in entrambe le occasioni. Per me il successo è questo, ma non per tutti è così”.

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Murray, vinto con onore, commenta con più amarezza e una leggera e visibile preoccupazione dovuta alla settimana travagliata, tra l’imminente parto di sua moglie e il malore del suo genero durante il match della Ivanovic: “Ha vinto 25 punti in più di me, ho fatto 25-26 gratuiti in più di lui. Non ho giocato bene all’inizio, non bisogna cominciare così in partite come quella di oggi, soprattutto contro Novak. Ho iniziato a giocare meglio solo nel terzo, ho digerito con fatica il game perso da 40-0 alla fine del secondo parziale, avrei potuto e dovuto vincere quel set. Sono, però, orgoglioso di come ho lottato e di come sono rimasto in partita. Sono stato poco lontano da lui a livello tecnico questa sera: avrei potuto giocarmela meglio. Mia moglie è stata straordinaria, ha gestito tutto alla grande: devo ringraziarla per avermi permesso di giocare e di stare qui con tutto quello che stava succedendo. All’una di notte ho l’aereo per tornare a casa”. 

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