Il Re è tornato!

Riviviamo il grandioso match di Roger Federer, vinto quest'oggi contro un Kei Nishikori apparso a tratti impotente dinanzi al grande tennis messo in campo dal tennista svizzero.

Il FedExpress pare non fermarsi più; infatti dopo aver aver impartito allo sconsolato tennista ceco Berdych una sonora lezione di tennis nel terzo turno australiano, la testa di serie n° 17 affrontava quest’oggi, nella mattinata della sessione diurna, il temibile e celerissimo samurai giapponese Kei Nishikori, in quella che si prospettava essere la battaglia più avvincente ed entusiasmante di questa giornata di ottavi di finale in quel di Melbourne. La sfida, non ha di certo deluso le aspettative dei 14.00 presenti nella stracolma e fascinosa Rod Laver Arena, che hanno potuto assistere ad un match, che verrà rimembrato per parecchio tempo davvero. La qualità tennistico-tattiche e fisiche messe in mostra da entrambi i contendenti, la fascinazione emotiva di una sfiancante e snervante maratona durata quasi tre ore e mezza, la coinvolgente e suggestiva romanzesca trama della partita, caratterizzata da appassionanti dinamiche di gioco cangianti, hanno reso fin qui, l’incontro, certamente la partita del torneo.

IL MATCH – Match in avvio, drasticamente in salita per il maestro elvetico, che deve patire le penetranti e velocissime accelerazioni dell’arrembante nipponico, uscito dai blocchi sicuramente ben centrato e pronto fisicamente, che si erge, dopo soltanto una ventina di minuti di gioco, in vantaggio 4-0 su Federer, che pare essere privo di risposte; l’esperiente svizzero non sembra però essere sconfortato dall’ irruente inizio del concreto giapponese, riuscendo ad agganciarlo sul 5-5 pari, dopo 20 minuti di tennis paradisiaco, caratterizzato da fenomenali anticipi; velenose e subdole variazioni di spin; rapidi, improvvisi e destabilizzanti assalti a rete, che hanno mischiato le carte e riaperto le danze in un set, che pareva essere decisamente al sicuro per il nipponico, che se lo aggiudicherà soltanto dopo un laborioso tie-break. Conclusosi così, un interessante set d’apertura, il livello espresso dal fuoriclasse svizzero sale esponenzialmente, con Federer volto assolutamente all’attacco, deciso e concreto nell’avvolgere, in una soffocante morsa il minuto giapponese, che per un’ora e un quarto, sembra non essere in grado di opporre riluttanza ai pericolosissimi e decisivi spunti offensivi, spesso di mezzo volo, sorretti ed agevolati da un servizio incredibilmente concreto, vario, a tratti di disarmante efficacia, al quale neanche con le chirurgiche risposte d’anticipo, il combattente nipponico ha potuto controbattere; hanno permesso a Roger, non solo di ristabilire la parità, ma di passare a condurre l’incontro, fin qui sempre di rincorsa, per due set a uno.

COLPO DI SCENA – Federer nel principio del quarto set, è assolutamente centrato ed attento nei suoi game alla battuta, che scorrono lisci e senza apparenti fastidi per l’elvetico, determinato al contempo nei turni di risposta, nei quali quasi sempre, sollecita pericolosamente il giapponese, che riesce dal canto suo prontamente a reagire, dapprima difendendo alcune palle-break, che si sarebbero potute rivelare fatali, e in seguito riuscendo misteriosamente a brekkare l’avversario svizzero, che appare stordito e scocciato dal parziale subito, che gli costa il quarto set. La poetica trama della partita ripiega nel decisivo e sorprendente quinto set, nel quale i dubbi sulla condizione psico-fisica dopo un test a dir poco probante, giustificabili peraltro, dalla convalescenza durata 6 mesi, appaiono brillantemente superati da un agguerrito Federer, che pare essere soavemente leggero ed esplosivo nelle eleganti e al contempo potenti movenze sul campo, sempre composto e ben posizionato sulla palla, e spietatamente concreto, fa suo un parziale di tre game, che risulterà essere determinante nella conquista della partita, ai danni di un provato Nishikori.

NEXT STOP, ZVEREV – L’appagata e gioiosa esultanza di Federer che decreta l’epilogo della battaglia, ci mostra l’umiltà, la dedizione, il desiderio, la fame agonistica necessarie ed insostituibili, di chi si oppone ammirevolmente allo spietato scorrere del tempo; di chi rifiuta ostinatamente la sconfitta, di chi non perde la romantica capacità di meravigliare, di chi permane incredibilmente sempre e comunque al centro dello scena. Il sogno continua!

Antonio Mulone

0 comments
    1. Nel suo caso ( di Roger ) la classifica non conta. Lui è RE in quanto esprime il tennis migliore. P.S. : basti pensare che oggi il 3° posto del ranking è occupato da Raonic, l’uomo da poligono di tiro.

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